Londra: a provocare il rogo alla Grenfell Tower un frigorifero malfunzionante

A più di dieci giorni dal disastro che ha colpito la Gran Bretagna arrivano le prime certezze sulla causa che ha scatenato l’incendio.

Tra il 14 e il 15 giugno scorso, intorno all’una di notte, Londra ha subito l’incendio più drammatico della sua storia. Nella zona di Kensington, la ormai nota Grenfell Tower, grattacielo di ventiquattro piani in cui abitavano cinquecento persone di diverse nazionalità, ha iniziato a prender fuoco, diventando in pochi minuti una gabbia infernale e mortale. L’ultimo bilancio è di settantanove morti; tra loro anche due giovani italiani, Gloria Trevisan e Marco Gottardi.

A dichiarare la causa certa del rogo è Fiona McCormack della Metropolitan Police, che durante l’ultima conferenza stampa ha affermato: “la strage è stata provocata dal malfunzionamento di un frigorifero presente in una delle abitazioni dell’edificio”.

Le fiamme sono divampate rapidamente ai piani superiori soprattutto per il materiale non a norma impiegato nei pannelli isolanti presenti all’esterno del grattacielo.

Ad aggravare maggiormente la situazione anche l’assenza di misure di sicurezza adeguate. Questo ha sollevato innumerevoli polemiche ed una forte indignazione da parte dei sopravvissuti e dei residenti delle zone limitrofe.

Dissensi che sono sfociati in un vero conflitto politico e che hanno visto come bersaglio il primo ministro Theresa May.

Le critiche nei suoi riguardi non si sono fatte attendere; infatti le accuse più gravi vanno dal non essere intervenuta prima del disastro al non averlo fatto in modo tempestivo nemmeno all’avvenuta tragedia.

In risposta a ciò, la May ha promesso pubblicamente che interverrà in tempi rapidi per stabilire le nuove misure di sicurezza necessarie ed ha assicurato il sostegno economico da parte del governo.

Anche la polizia continuerà a lavorare incessantemente per stabilire il numero esatto delle persone decedute e sta, inoltre, già valutando la possibilità di procedere legalmente per omicidio colposo verso ignoti, così da trovare gli eventuali responsabili.

Tuttavia, a rincarare la dose i test fatti su altri edifici.

I dati emergenti evidenziano che ancora circa seicento grattacieli nel Regno Unito sarebbero a rischio incendio. Ventisette sono a Londra, ma quelli che preoccupano di più si trovano nei comuni di Manchester, Hounslow, Pleymouth e Portsmouth. Un numero troppo elevato non ha dunque superato il test sui rivestimenti anti-incendio; nel mirino anche ospedali e scuole pubbliche.

Come forma di prevenzione in molti stabili si sta procedendo alla rimozione dei pannelli non a norma. Ma sono oltre seicentocinquanta gli appartamenti fatti evacuare e circa quattromila gli sfollati alla ricerca di sistemazioni provvisorie presso parenti e amici.

Si spera, dunque, che Londra non debba in futuro curare mai più le ferite di altri disastri simili, ma che abbia imparato a prevenire e a mettere al primo posto la vita dei suoi cittadini.

Benedetta Marchese

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