Luca Coi Baffi: “Vogliamo tutto ma alla fine basta poco” – INTERVISTA

Luca Coi Baffi
“Girotondo” è il
Luca Casentini, in arte Luca Coi Baffi, è un cantautore nato e cresciuto nella provincia romana, classe ‘97. Amante dell’atto creativo e della sua chitarra, inizia a scrivere le prime canzoni ai tempi del liceo, come risposta a ciò che accadeva dentro e fuori di sé. Da quel momento attraversa diverse fasi artistiche con un approccio camaleontico, provando costantemente a rinnovarsi, passando da un genere all’altro con frenetica eleganza cercando di restare sempre fedele a sé stesso.
Nell’aprile del 2024 esce “Devo parlarne con mio padre”, EP d’esordio ufficiale con 5 tracce dalle sonorità ruvide e dalle tematiche crude. Dopo un po’ di date live Luca Coi Baffi torna a gennaio 2025 con un “Basta sia fuori città”, un EP che sperimenta il cantautorato con sonorità ricercate con una visione disincantata e la ricerca della bellezza nelle cose semplici, anch’esso molto apprezzato dalle testate specializzate e presentato live in giro per l’Italia.
- Buonasera Luca. “Girotondo” è il tuo nuovo brano, disponibile dal 17 aprile su tutte le piattaforme digitali e in radio. Mi racconti la sua genesi sia di testo che di sound?
Avevamo appena finito le scuole superiori e stavamo cercando il nostro posto nel mondo (non che oggi l’avessimo trovato), volevamo conquistare l’infinito senza accorgerci però che si nascondeva nelle tasche dei pantaloni. Nasce da qua. Per quanto riguarda il sound, l’abbiamo registrata con Riccardo (produttore) in poche ore senza pensarci troppo su.
- Quanto è importante e complesso oggi essere amici?
Importantissimo come sempre è stato, secondo me. Non credo sia complesso, mi sembra sia solo cambiata la definizione della parola “amicizia” o forse usata anche in casi non opportuni.
- Hai scritto su Instagram “una canzone che per molto tempo ha girato e girato nella mia testa, prima di decidersi, una volta per tutte, a venire finalmente al mondo, cadendo con il culo per terra”. Nella tua testa in quanti modi diversi ha girato?
È solo invecchiata, ha percorso l’equivalente di otto giri del mondo.
- Quell’infinito che si ha accanto senza rendersene conto quanto incide sulla tua musica e sul tuo essere artista?
Se possiamo definire chiunque “un artista” e chiunque può definirsi tale, allora non voglio esserlo. In quanto persona penso che tutto ciò che ci circonda influisca in qualche modo sul nostro essere.
- “Vogliamo tutto ma alla fine basta poco”: sei riuscito a trovare un equilibrio tra realtà e aspettative?
Si ci sto riuscendo devo dire, ma non bisogna mai abbassare la guardia.
- Sei cresciuto nella provincia romana e spesso molti artisti dichiarano che la periferia ha inciso positivamente sulla loro musica: per te è stato lo stesso? Cosa ti ha dato e anche tolto la provincia? Anche il tuo nuovo EP “Basta sia fuori città” sembra voler affermare che serve la lontananza dai grandi centri per ritrovare la bellezza nelle cose semplici.
Devo dirti che sono molto contento del luogo in cui vivo e del modo in cui lo vivo. Se fossi nato e cresciuto in città o qualsiasi altro posto probabilmente avrebbe inciso in egual modo.
La città in quel caso non è intesa soltanto come luogo fisico, tangibile, ma anche come l’altra faccia dell’universo nel quale ormai viviamo; finalmente abbiamo acquisito il dono dell’ubiquità, come il buon Dio.
- Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
I viaggi in macchina con i miei genitori ascoltando “War” degli U2.
- Esordisci con un EP solo nel 2024 con “Devo parlarne con mio padre”: prima non ti sentivi pronto o le vicissitudini della vita hanno influito sul tempo?
In realtà suono e provo a scrivere (cosa difficilissima) da un bel po’ di anni. È una storia un po’ storta e lunga da raccontare; e forse servirebbe un’analista (ahahaha)
- Un sogno nel cassetto?
Sognare per sempre.
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