Mamma Rai e Fabio Fazio, “figlio prediletto” – indaga la Corte dei Conti sul cachet milionario

Si è tanto discusso in questi giorni del maxi contratto tra Fabio Fazio e la Rai in vista della promozione di “Che tempo che fa” da Rai 3 a Rai 1, in cui è stato accordato a favore del conduttore un aumento del compenso pari al 50% che, con l’aggiunta di ulteriori clausole, salirebbe a quota 12 milioni di euro totali percepibili per i prossimi 4 anni.

“Assurdo!” È la reazione di tutti alla notizia, considerando vari e non trascurabili fattori. – Il primo: era stato fissato dal Parlamento il tetto massimo agli stipendi, 240 mila euro, e dichiarata di recente la riduzione del 10% a tutti i compensi; il tutto è stato ampiamente disatteso e di questi imbrogli il Cda della Rai dovrà a breve rispondere davanti alla Corte dei Conti.

-Il secondo: si tratta di una grande azienda che fornisce un servizio pubblico, finanziato per due terzi dal canone degli italiani e questa azione scandalosa andrebbe a colpirne duramente gli equilibri economici, causando uno smacco nelle casse non indifferente.

-Il terzo ed ultimo: chi è Fabio Fazio? Semplicemente, un conduttore Tv che di certo non cambia le sorti del nostro Paese intervistando Star del cinema o politici riciclati ogni sera su tutti i canali del digitale terrestre.

Dunque, tutto questo risulta assolutamente immotivato, oltre che immorale e illegittimo.

E pensare che Fazio ha sempre mostrato nei suoi programmi una grande natura umanitaria, estremamente critica verso le ingiustizie, così elegantemente di sinistra nelle ideologie e poi sfacciatamente di destra quando si tratta di intascare denaro, per di più sudato dai cittadini di questo Paese, un po’ stanco di sentirsi usurpato sia nelle tasche che nella dignità.

Fabio Fazio ha predicato sempre bene, ma si fa presto a cadere in un bicchiere, soprattutto se al posto dell’acqua ci sono 12 milioni di euro.

Adesso però qualcosa comincia a muoversi, dopo che il deputato Pd, Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza Rai, ha inviato il 24 giugno alla magistratura contabile e all’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone una lettera-esposto per segnalare le ambiguità della vicenda.

La conferma dell’indagine da parte della Corte dei Conti arriva dallo stesso Anzaldi, il quale chiese di indagare anche sull’assegnazione parziale della produzione di “Che tempo che fa” a una società in cui rientra Fazio, la quale risulta però stranamente non costituita e assegnata per giunta senza bando di gara.

Finalmente, invece di fermarsi allo sdegno, qualcuno ha deciso di proseguire per tentare almeno di porre un limite a un sistema non proprio legale che è andato a insidiarsi ormai anche tra le mura di Viale Mazzini.

Silvia Mallozzi

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