Messaggi pericolosi dell’Isis su Facebook

Messaggi pericolosi dell’Isis su FB

Facebook come specchio del reale amplifica la religione del sacrificio, dando spazio a messaggi pericolosi.

Ho visto di straforo qualche sera fa un fotogramma (del film Rendition) di una “lezione” presso una scuola islamica e quel ‘Lodate Dio’, il nostro ‘Amen’, tutto mi è sembrato tranne che un messaggio di pace.

In alcune madrase si incita alla violenza, alla minaccia e alla vendetta.

La follia che  viene seguita è un profilo di messaggeri di al-Baghdadi che parlano in italiano e vestono in nero. Dicono di essere “alla ricerca di informazioni”.

Una gran messe di bandiere dello Stato Islamico sotto cui crescono italiani di nascita convertiti all’islam estremo.

La curiosità mi è sorta, dopo aver letto un articolo di un giovane giornalista musulmano, Brahim Maarad, di 26 anni che vive in Italia e che è preoccupato quanto me, o forse, anche più di me, giacché anche i musulmani moderati sono ritenuti ipocriti e apostati.

I governi occidentali sono satana in persona e i combattenti dell’Isis diventano eroi.

Il proselitismo così si fa strada, e come ha portato Trump in auge così aiuta i “drappi neri” a condurre una crociata al contrario, con la logica degli algoritmi della rete.

“Cronache islamiche”, fino al settembre 2015 è stata, dico così giacché il post del settembre 2015 è fermo da allora, una pagina più che attiva su Facebook. La versione uno era da oltre 4.200 fans.

Ne è nata una seconda pagina, sempre su Facebook, attiva attualmente, che supera gli 800 like, e che continua a seguire gli stessi profili: prigionieri sunniti in iran; si all’islam in italia; islam – uno stile di vita.

Le ulteriori pagine seguite sono: il puro monoteismo; prigionieri sunniti in iran; anti-majos italia 2.

Sono sotto l’ispirazione di un tale Ibrahim al-Gharib, che è autore di un blog dedicato ad ognuna delle tematiche.

Ora nessuno vorrebbe vietare l’utilizzo se il linguaggio non fosse alla fascio-littorio, tanto per capirci in contraddizione con i principi democratici della nostra Costituzione.

Ci sono aggiornamenti sulla guerra di Isis, sostenuto nella sua virulenza post-atomica, con precisazioni tattiche relative alle armi distruttive moderne di produzione in proprio.

C’è l’orgoglio del naif davanti alla propria inventiva di missili terra-aria.

E naturalmente c’è il vanto di chi è un passo avanti rispetto all’Islam arretrato “a causa del laicismo”: “Mentre il mondo Musulmano è in gran parte arretrato a causa del laicismo, il califfato guidato dall’Isis è diventato più moderno e sviluppato nella guerra, proprio come fecero i califfati islamici del passato, in solo tre anni”.

E’ l’elogio alla politica militare del califfato datato 23 febbraio dell’anno in corso.

Le parole sono pietre e quelle lasciate in eredità dallo stratega informatico, Anwar al-Awlaki, ucciso dalla CIA nel 2011, lo confermano: «Fratelli e sorelle, questa religione non è la religione della parole, non è la religione di dimostrare quanta conoscenza possiedi, questa religione è solo la tua volontà di sacrificio per Allah».

Si tratta di un post del 22 febbraio scorso in cui vengono riprese insieme alle parole del predicatore australiano Muhammad Junaid  Thorne: «Non si preoccupano se leggi il Quran (Corano), ma quando inizi ad applicarne il contenuto, quello è il momento in cui diventi pericoloso!».

Il giornalista chiede ai contatti comuni e si sente rispondere:  «Ho cliccato mi piace ma non seguivo», è la giustificazione più ricorrente.

Chi ammette di «essere alla ricerca di informazioni sull’islam» e quella pagina l’ha ritenuta «interessante» forse ha già compiuto più di un passo verso una causa folle.

Sapete come l’algoritmo amplifica la macchia nera?

Quando, in base ai tuoi interessi, FB ti propone amicizie che potrebbero interessarti, legate a quei contenuti.

Quindi, è il caso di dire, attento a chi frequenti giacché potrebbe rivelare chi sei!

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