Milano Fashion Week 2024 – le mani l’elemento chiave della collezione Spring25 di Arthur Arbesser

ARTHUR-ARBESSER_LOOK#12_©HENRIK-BLOMQVIST

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“Perché continuare a ideare nuovi vestiti? È una domanda che ci poniamo continuamente in studio. Il “problema” è che, attraverso i colori, gli svariati modelli e i tessuti, percepiamo una grande gioia, apparentemente infinita. Sarebbe quindi davvero molto difficile rinunciare alle idee, smettere di creare nuove collezioni e storie.

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Ci sembra invece più giusto lavorare su collezioni il più piccole e compatte possibile, immaginandole come un messaggio gentile, intimo e completamente svincolato da pensieri legati al marketing. Essere una realtà piccola, ma indipendente, regala un impagabile senso di libertà e conferma la possibilità di mantenere il “fare vestiti” una passione-progetto, genuina e giocosa, che non danneggi o invada eccessivamente l’ambiente circostante. Come sempre, ci sediamo insieme in studio e pensiamo a una storia.

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Come spesso accade, l’ispirazione viene dalle persone che ci circondano. Questa volta le mani affusolate ed espressive del nostro stagista Francesco sono diventate il punto di partenza. Le abbiamo fotografate e, successivamente, trasformate in una stampa”.

Sono le mani l’elemento chiave della collezione Spring25 di Arthur Arbesser.

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Le mani possono raccontare molto: attraverso la creazione e l’espressione, il contatto fisico, i piccoli gesti o gli atti di gentilezza, come regalare un fiore.

Le mani Spring25 non si limitano a un semplice tessuto: vogliono rappresentare la capacità di plasmare attivamente il mondo.

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Una classica grafica vichy, astratta e a spina di pesce, rimanda al più tradizionale degli immaginari domestici – ricorda forse un canovaccio da cucina o il parquet con intarsi in legno delle case dei nonni, ma attraverso giochi di trasparenze con il tulle, mussole di cotone increspate e minuscoli plissé sovrapposti, queste grafiche apparentemente conservatrici rinascono.

Il taffetà, dall’aspetto elegante e regale, viene utilizzato per minuscoli top estivi, abiti a colonna in plissé o grandi gonne da ballo, rifinite con una comoda fascia elastica in vita.

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Il cotone giapponese gessato, in bianco e nero, rappresenta invece, all’interno dei colori e dei movimenti vivaci della collezione, una pausa piacevole e lineare.

Vecchie fiches da poker colorate sono diventate gioielli, mentre cappelli e scarpe sono stati realizzati con vecchi tessuti per tende.

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“Questi esperimenti, quelli del nostro laboratorio creativo e ingenuo, sono qualcosa che ci sta particolarmente a cuore. La moda è ormai un’industria dove numeri e dimensioni sembrano essere ciò che più conta, ma per noi il piccolo è giusto, il piccolo è saggio”.

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https://arthurarbesser.com/

Intervista ad Arthur Arbesser

Reportage a cura di Miriam Bocchino

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