Minimal: “il sogno di suonare su un grande palco e di ringraziare mio padre” – INTERVISTA

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Minimal ph: @Costanza Romualdi

Minimal ph: @Costanza Romualdi

Minimal è un cantautore di 27 anni che viene dal Centro Italia, precisamente dalla provincia di Terni. Conosce la musica fin da piccolissimo, studiandola e appassionandosi agli strumenti e al canto. Nel 2021 l’incontro con il produttore Diego Ruco segna un’importante svolta nel suo percorso: i due allestiscono uno studio di produzione e registrazione e si circondano di altre figure complementari a loro.  Nasce il progetto “Minimal”.
Negli anni, contemporaneamente all’uscita di nuovo brani, Minimal si sposta per l’Italia, partecipando a contest e suonando un po’ ovunque. Si lega, infine, all’etichetta Maionese Project – Matilde Dischi (distribuzione Artist First) assumendo come manager la collega Miele.

“Mosaici” è il nuovo singolo dell’artista umbro Minimal. Il brano è un “arrivederci” a lungo termine dedicato ad una figura fondamentale della vita dell’autore. Il sound sviluppa un movimentato crossover tra cantautorato pop e soluzioni rap con un lessico contemporaneo. 

Intervista a Minimal a cura di Miriam Bocchino

  • Buonasera Minimal. “Mosaici” è il tuo nuovo singolo, disponibile dal 4 aprile su tutte le piattaforme digitali e in radio. Mi racconti la sua genesi?

“Mosaici” racconta quella fase di passaggio dove una mamma al figlio un arrivederci lungo. Nel ritornello c’è un augurio che è, appunto, quello dei mosaici. Lei direttamente non me ne ha mai parlato però tramite delle lacrime, prima di andare via, è un po come se mi avesse dato questo tipo di augurio, ovvero ‘sei un pezzo di mille mosaici ma per questo non arrenderti’, come se mi avesse detto ‘io da lontano ti abbraccio come una Trieste e poi ti lascio andar via‘.

  • Non un addio ma un arrivederci appunto…

Il motivo è che ognuno biologicamente deve affrontare la propria vita. Io devo prendermi tempo per la mia vita. Se non sono con te non è perché non ti voglio nella mia, non per egoismo, ma perchè devo far fiorire quello che sono io.

Minimal @Costanza Romualdi 3
Minimal @Costanza Romualdi
  • “Sei un pezzo di mille mosaici ma per questo non arrenderti”, canti. Essere un tassello può anche far credere di non essere essenziali. Da Minimal e da Giulio hai vissuto momenti in cui ti sei sentito perso, anche musicalmente?

, molto. Sono stato qualche mese fa a una masterclass di Mogol e il suo messaggio erabasta anche una briciola per poter creare qualcosa’. Quindi, qualsiasi cosa di positivo e di negativo può essere utilizzato per un quadro futuro. Ringrazio anche quei momenti di buio perchè possono sempre sbocciare in qualcosa di bello. Sembra una cosa scontata però è dallo star male che si cresce in qualsiasi cosa.

  • “Consapevoli di essere un piccolo tassello parte del mosaico che è il nostro universo”, questa una tua dichiarazione sul brano. La musica credi che debba avere un ruolo attivo?

, come sempre ha avuto nel suo esternare. Alla fine di fisico c’è poco nella musica, è un insieme di frequenze, quindi si parla più di trasmettere. 

  • Attraverso la musica si possono dare dei messaggi anche sociali?

Sì, anche nel raccontare le storie di qualcun altro si può sempre trasmettere qualcosa.

  • Il singolo si muove su diversi registri musicali che vanno dal cantautorato pop al rap: questi due mondi sono entrambi affini a te?

Io sono unsingolaro’. Ultimamente, grazie al mio vocal coach, mi sono stabilizzato un po’, però a me piace la canzone e non per forza il genere.

  • Quindi anche i tuoi brani futuri potranno muoversi su diversi generi. 

, dipende da quello che voglio raccontare o da quello che voglio far raccontare.

  • Mi racconti la scelta del tuo nome artistico? So che deriva dalla visione semplice e minimalista che hai della musica.

Semplicemente io vado sul palco e mi diverto. Come nasce? Un giorno mi trovo davanti allo sfondo minimalista del Mac del mio produttore e penso “Minimal” e subito dopo ‘suona bene come nome d’arte’. A livello musicale dopo siamo andati incontro all’identità di quel nome. 

  • Come nascee la passione della musica? So che deriva anche da tua mamma.

Sì. Mia madre un giorno mi dice ‘vuoi andare a scuola musica’? e io mi ritrovo magicamente alla prima lezione di solfeggio.

Mi ricordo la prima lezione: il maestro mi fa mettere la mano sul quaderno del pentagrammi e mi dice ‘il pentagramma è come la tua mano, 5 righe e 4 spazi. Queste sono le note e da qui si parte’.

@Costanza Romualdi
  • Poi hai proseguito col clarinetto?

Sì, poi con la band mi sono spostato totalmente dal clarinetto al canto. 

  • E il carinetto lo suoni ancora?

No, purtroppo no, perché ho lasciato la mia banda musicale quattro anni fa per dare tutto me stesso al progetto. Il trauma più grosso che può vivere un autore, secondo me, è la genesi del suo metodo, quindi ho tralasciato lezioni di canto, sbandieratori, qualsiasi altra cosa, e mi sono detto ‘io devo imparare a scrivere, a trasmettere qualcosa, ad essere credibile‘. 

  • Prossimi progetti?

A breve sul profilo ci sarà la bellissima notizia di un evento quest’estate.

  • Un sogno nel cassetto?

Ogni volta che scrivo una canzone mi immagino di essere su un grande palco. Il mio sogno nel cassetto è di regalare una Ferrari a mio padre perché lui si è dedicato per tutta la vita a noi e questo non è scontato. Pima di riuscire in qualsiasi altra cosa vorrei ringraziarlo.

  • Te lo auguro. Grazie Minimal per l’intervista.

Grazie a te. 

MINIMAL

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