Mostra del pittore Carlo Mattioli a Fontanellato: un’occasione di riscoperta

“La natura nella sua infinita varietà è il tema della intera opera di Mattioli, che in essa si cala per restituircene l’essenza, in una esperienza totale, mistica, consumandosi nella visione”. Vittorio Sgarbi

Al Labirinto della Masone a Fontanellato (PR) è possibile visitare la mostra estiva del pittore Carlo Mattioli, che ha avuto il suo inizio il 27 maggio e terminerà il 24 settembre.

L’esposizione vuole essere un omaggio di Franco Maria Ricci a Mattioli, concittadino e amico, con il quale condivideva lo stretto legame con la città di Parma e il suo territorio.

La mostra è costituita da una sessantina di opere, molte inedite, e copre trent’anni della carriera dell’artista novecentesco. Il periodo di riferimento del pittore è dal 1961 al 1993.

I dipinti rappresentano i cicli che hanno reso noto Mattioli: dagli intensi Nudi alle materiche Nature morte, dai rivisitati Cestini del Caravaggio ai poetici Alberi e ai personalissimi Ritratti, dai sublimi Paesaggi alle luminose Spiagge della Versilia, dalle Aigues Mortes ai Campi di grano e papaveri.

Nello specifico la mostra si divide in tre sezioni:

  • Cestino del Caravaggio

    Nella prima sezione sfilano oltre venti straordinari dipinti in cui prevalgono paste spesse e materiche, con colori terrosi e bui o all’opposto chiarissimi e impalpabili tra cui diversi Nudi coricati, che – scriveva Roberto Tassi – “hanno l’immobilità attonita di una catena di colline, cui formalmente sono equiparabili”; le Nature morte, dove gli oggetti sono suggestioni per dipingerne l’essenza, i Cestini del Caravaggio con il celeberrimo dipinto del Merisi mescolato, diviso, colorato, una icona rivisitata in chiave morandiana e i meravigliosi Paesaggi con gli inconfondibili alberi di Mattioli immersi nella luce accecante estiva, tra cui lo splendido albero rosa del 1980, immagine della rassegna.

  • Grande attenzione è rivolta ai Ritratti, nella seconda sezione, che occupano una grande parte nell’opera di Mattioli fin dagli esordi. Accanto al celebre Autoritratto con Anna del 1982 sono esposti alcuni ritratti dedicati a De
    Ritratto di Morandi

    Chirico, Guttuso, Manzù, Carrà, Longhi, Rosai, insieme a quattro ritratti di Giorgio Morandi del 1969 per la prima volta affiancati. Ritratti meditati e su cui Mattioli ha molto lavorato, restituendoci nei tratti e nei colori l’anima dell’artista rappresentato.

 

 

  • La terza e ultima parte è dedicata ai grandi Paesaggi, le opere forse più famose, che si dispiegano per tutti gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta
    Papaveri in Versilia

    con la loro matericità dai colori intensi, dove si sente forte l’amore di Mattioli per la natura e il suo perdersi dentro alcuni di questi bellissimi squarci: i Campi di papaveri, i Boschi, le Ginestre, le Lavande e le Aigues Mortes.

La mostra intende anche celebrare l’uscita del Catalogo Generale dei dipinti, realizzato da Franco Maria Ricci con la prefazione di Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, i testi critici di Vittorio Sgarbi e Marco Vallora, la biografia aggiornata dell’artista a cura di Marzio Dall’Acqua.

Contemporaneamente a questa mostra è stata programmata anche una mostra collaterale, Nella pagina e nello spazio. Mattioli illustratore e scenografo, alla Biblioteca Palatina di Parma (27 maggio – 22 settembre) dove sono esposti i libri, vere edizioni d’arte, affiancate dai disegni originali realizzati da Mattioli per la casa editrice Guanda negli anni Quaranta e Cinquanta. E per la prima volta usciranno dallo studio dell’artista i bozzetti di scene e costumi di un inedito Mattioli artista per il teatro.
 

Biografia dell’artista

Spiaggia
Paesaggio d’estate

Carlo Mattioli nasce l’8 maggio 1911 a Modena. La famiglia si trasferisce a Parma dove Carlo può seguire regolari studi all’Istituto di Belle Arti. Dalla fine degli anni Trenta l’amatissima Lina, sposata nel ’37, è l’assoluta protagonista dei suoi dipinti; sono i primi Ritratti e i primi Nudi. Si apre allora, negli anni Quaranta, la stagione della grafica che avrà poi altre straordinarie parentesi come quella delle numerose illustrazioni degli anni Sessanta, testimonianza del suo interesse mai sopito e della sua profonda conoscenza della letteratura europea. Del 1943 è la prima personale alla Galleria del Fiore di Firenze. Dal 1948 Mattioli è puntualmente presente alle varie edizioni della Biennale di Venezia. Dal 1965 nascono le Nature morte ocra, nere, brune e grigie, dense, grumose e lievitanti, i Cestini del Caravaggio e le Vedute di Parma e del Duomo dalla finestra dello studio che era proprio accanto alla cattedrale. Il 1969-70 è il biennio dei notturni su cui scriverà memorabili pagine Roberto Tassi. Negli anni Settanta poi, dopo la ripresa di vecchi temi si apre l’era dei più noti Paesaggi che coprirà anche il decennio successivo. Dal 1974 al 1985 nascono i Ritratti della nipotina Anna. Nel 1982 vengono creati i Muri e le travi del ciclo Per una crocefissione, tenebrosa lancinante preparazione per i grandi Crocifissi ora collocati in S. Maria del Rosario e in San Giovanni Evangelista a Parma e in San Miniato al Monte di Firenze. Negli anni Ottanta vengono allestite grandi mostre personali antologiche e monografiche. Nel 1993 Carlo Mattioli esegue gli ultimi quadri a olio. Una nuova pagina. Sono i Calanchi bianchi, come fantasmi di pietra con lunghe e stecchite radici di tronchi spossati avvinghiate alla terra. Poi l’ultima serie di tempere su antiche copertine di libri. Si spegne a Parma il 12 luglio del 1994.

Si sono occupati di lui le maggiori personalità della critica d’arte del Novecento: tra gli altri Maurizio Calvesi, Enzo Carli, Luigi Carluccio, Gian Alberto Dell’Acqua, Cesare Garboli, Roberto Longhi, Mario Luzi, Licisco Magagnato, Antonio Natali, Alessandro Parronchi, Arturo Carlo Quintavalle, Carlo Ludovico Ragghianti, Pier Carlo Santini, Vittorio Sgarbi, Giorgio Soavi, Erich Steingreber, Roberto Tassi, Giovanni Testori, Antonello Trombadori, Marco Vallora, Marco Valsecchi, Marcello Venturoli, Renzo Zorzi.

Campo di lavanda

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