Parola chiave: immigrazione

Ho recentemente avuto il piacere (se così possiamo definirlo) di guardare una registrazione di un servizio realizzato a Milano un anno fa da una coraggiosissima coppia giornalista-cameraman che si sono addentrati nel limbo tra immigrazione e sfruttamento.

Sfruttamento inteso come sfruttamento della situazione di persone considerate capo espiatorio di una situazione causata da decenni di incuria da parte di italiani nei confronti della loro nazione italiana; sfruttamento della speranza di questi immigrati; sfruttamento dell’ignoranza (nel senso di ignorare completamente) degli immigrati riguardo alle leggi italiane e internazionali; sfruttamento dello status quo che fa comodo, perché nessuno controlla.

Durante questo servizio televisivo era presente anche l’attuale Ministro degli Interni Matteo Salvini e mi spiace che il video su YouTube abbia tagliato la sua reazione, probabilmente di difesa a spada tratta degli onesti cittadini italiani che fanno affari sulla pelle degli altri. Letteralmente. Perché questo servizio riguardava condizioni di affitto a prezzo decisamente alto (circa 550 euro a cranio al mese) in zona periferica di Milano in condizioni igienico-sanitarie pari a zero. Scarafaggi e insetti vari nei muri, condizione di sovraffollamento dovuto al subaffitto per poter pagare la quota mensile, pezzi di muro mancanti probabilmente mai ristrutturati e sporcizia ovunque. Inoltre, nessuno degli inquilini ha mai conosciuto il padrone di casa: i soldi venivano riscossi dal portinaio e dati al proprietario, portinaio che non si è fatto scrupoli a dire che certa gente affittuaria dovrebbe stare zitta invece che parlare con i giornalisti. Dopo aver raccolto diversi pareri e testimonianze anche da minori, i giornalisti si sono recati dal proprietario degli immobili il quale ha “gentilmente” rifiutato l’offerta di rilasciare interviste.

Servizi come questi mostrano il lato B dell’immigrazione (soprattutto clandestina) in Italia, dove c’è sempre qualcuno che ci guadagna. Un altro caso simile è quello dello scandalo dei 35 euro giornalieri che sarebbero destinati ai migranti mentre agli italiani viene decurtato lo stipendio e aumentato il costo della vita. Prima di tutto, dei 35 euro solo una parte irrisoria viene destinata al migrante, la maggior parte finisce nelle tasche di chi accoglie queste persone. Alcune volte questi soldi vengono effettivamente spesi per far fronte alle esigenze che derivano dal prendersi in carico decine di persone, altre volte chi si offre volontario per aiutare i migranti vede in questo traffico un buon modo per avere 30 euro in più al giorno in maniera regolare per ogni migrante ospitato. Di questo ovviamente non se ne parla. Come non si parla del fatto che gli italiani si infuriano con i migranti senza distinzione tra chi è innocente e chi è colpevole e quindi perseguibile per legge (e non per linciaggio), ma declinano con inerzia l’impegno politico e l’indignazione che dovrebbe farsi sentire quando altri tipi di servizi giornalistici svelano stipendi d’oro di parlamentari, amici dei parlamentari e amici degli amici di parlamentari. Per quello non c’è mai soluzione, perché tanto sono tutti uguali. Peccato che il male dell’Italia e quindi l’emergenza dell’Italia sia il suo cattivo governo e non, come giustamente ha ricordato Lili Gruber l’altro giorno su Otto e Mezzo, i nemici che il Ministro Salvini si inventa ogni giorno.

I problemi di questo Paese sono ben altri e sempre gli stessi: mafia, corruzione, crescita rallentata nonostante l’inebriante +0.2% e la disoccupazione. Ma questi sono problemi troppo astratti per poter avere peso ripetitivi per essere considerati veri; la soluzione è quindi divergere l’attenzione su qualcun altro che non ha colpe, ma che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Martina Seppi

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