Personal Shopper: due gemelli tra visibile e invisibile

Personal Shopper è un film di Olivier Assayas, premiato al Festival di Cannes 2016 e uscito nelle sale italiane ad aprile 2017.

Il film narra la storia di Maureen (Kirsten Stewart) che, dopo la morte del gemello Lewis, causata da un problema cardiaco congenito, cerca di elaborare il lutto tramite la ricerca di una prova dell’esistenza della vita dopo la morte.

Il fratello era un medium mentre Maureen (Kirsten Stewart) è la personal shopper di Kyra, una donna autoritaria e maniaca del controllo sugli altri.

Il patto che i gemelli hanno stretto è semplice: il primo dei due a morire deve mettersi in contatto con l’altro direttamente dall’al di là. L’attesa di un ultimo, rassicurante contatto con il fratello defunto presto si trasforma nel coinvolgimento di Maureen in un misterioso delitto.

Ad un livello più profondo però, la pellicola descrive la ricerca tormentata della protagonista della sua vera identità, della sua essenza. Gli sporadici contatti con presenze “non-terrene” e lo scambio frenetico e, a tratti inquietante, di sms con un soggetto non identificato la aiutano a conoscersi meglio, a spingersi oltre i limiti, a chiedersi chi è davvero.

La sensazione che lo spettatore prova guardando il film è di dubbio continuo. Si vedono crollare tutte le certezze sull’obiettivo, la direzione, il senso del film, un attimo dopo averle raggiunte. L’incertezza, in questo caso, non causa frustrazione nello spettatore ma stimola l’adrenalina.

Perché guardare questo film?Perché tra lustrini e tacchi vertiginosi il film ci dà la possibilità di tuffarsi nel “proibito” e di sentirsi personalmente coinvolti dalla forte attrazione che “ciò che non è permesso” è in grado di esercitare su Maureen.

Kristen Stewart si sposta i capelli, assume una determinata postura piuttosto che un’altra e così, semplicemente, è in grado di comunicare tutto il dissidio interiore che la attanaglia.

La protagonista, in un crescendo di suspense, si pone domande che tutti noi, almeno una volta nella vita, ci poniamo: “Chi sono?”; “Qual è il confine tra me e la società?”; “Esiste un al di là?”. Maureen sembra credere di si. Almeno fino a quando arriva al grado massimo di incertezza e dubita persino di sé stessa e noi rimaniamo col fiato sospeso.

Molto probabilmente molti di voi, come me, usciti dalla sala del cinema, non potranno fare a meno di porsi domande sul futuro di Maureen e sulla realtà in cui viviamo.

Federica de Marino

Iscriviti alla newsletter settimanale per rimanere aggiornato su tutti i nostri articoli!