“Poiesis” di David Taglieri (VII mini – raccolta)

Il pescatore viandante

Il pescatore viandante moderava parole e musica

e la sua prudenza assumeva l’armonia di un’armonica

guardava il mare e gli domandava

perchè non avesse concepito un antidoto alla noia.

Ma la noia rappresentava una pausa di riflessione

e la valorizzava dato che la società attuale contestava

… quella che ti impone i metodi per non far la mente annoiare …

ed invece la mente cerca pause, silenzi e quiete

per andare alla ricerca di nuove mete.

La meta

La meta non era a metà

la meta era il viaggio coraggio del montanaro che mirava il raggio di sole per trovarne il senso e la passione.

La meta era paura, ricerca e sensazione

la meta era l’impressione di guardare la vita dalla via del dolore, laddove la gioia incontra sul ponte dell’esistenza la moderazione della ragione.

La meta era Dio, per pensare all’assoluto e per dimenticare solo per un attimo la vanagloria del trionfo inutile dell’io.

E mi manchi

e mi manchi nella tempesta dei giorni e nella calma del vuoto di una casa

sei presente ma non ti vedo e so che parlarti come un angelo vuol dire intraprendere una strada

il cambiamento ci spaventa, ma è un vento che si trasforma in un evento

la mancanza è parlarti nel sogno, trovando nell’aria e nell’atmosfera il valore di un segno.

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