Quanto ci costa l’economia low cost?

Siamo ormai abituati a pagare voli aerei a meno di 20 euro, o capi di abbigliamento che emulano le grandi firme, prodotti dai vari H&M o Zara, a qualche decina d’euro. Se la sera non ci va di cucinare, basta un click e senza costi aggiuntivi ecco arrivare gli amici di Foodora o Deliveroo con pettorine rispettivamente fucsia o verdi sgargianti, in sella a bici. Amazon Prime, invece, è il sogno proibito e realizzato di ogni compratore compulsivo.

Ma ci siamo mai realmente chiesti quanto, sotto altri profili, paghiamo questo tipo di economia di rapida fruizione, a portata di un click e soprattutto a basso, bassissimo, costo?

Partiamo da Ryanair che di certo ha rivoluzionato il settore avionico e il modo di viaggiare. Accettiamo tutti di buon grado le poltroncine strette e scomode pur di avere un volo a 19,99 euro. Per applicare queste tariffe così competitive, Ryanair attua lo stesso trattamento ai propri dipendenti. I lavoratori alle dipendenze del CEO O’ Leary si vedono così pagati un po’ in base all’ orario, un po’ a cottimo; un fisso vero e proprio non esiste, devono accettare di buon grado trasferimenti improvvisi all’estero, e, aspetto di certo di maggior peculiarità, devono sopportare il costo di acquisto della divisa, che è esternalizzato.

Gli scioperi dei fattorini, prima di Foodora e poi di Deliveroo, sono ormai noti: rapporti di lavoro sempre più liquidi e senza alcuna tutela, a fronte di salari talvolta ridicoli.

Le commesse dei grandi store di abbigliamento hanno ormai fatto pace con i sabati e le domeniche lavorative, per permetterci di accalcarci nei centri commerciali.

Del colosso della vendita online Amazon tanto si è scritto, soprattutto in riferimento alle condizioni di lavoro estenuanti a cui sottoporrebbe i propri dipendenti per abbreviare il più possibile i tempi di consegna.

Il costo di una tale tipologia di economia, in ultima analisi, è di tipo umano, di valori, di qualità della vita che riguarda tutti noi; costretti a lavorare di più, per guadagnare meno, per spendere quello che percepiamo in prodotti a basso costo e largo consumo. Un sistema economico che forse andrebbe ripensato alla luce di nuovi valori, dal volto più umano e sostenibile.

Annarita Lardaro

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