Recensione del libro “Il paradosso della normalità” di Matteo Secchi

Il paradosso della normalità 

di Matteo Secchi
pubblicato da Il Seme Bianco

Qual è la differenza fra una scelta e un’imposizione quando si va a intervenire sulla normalità? VOI è un nuovo partito politico che lavora con onestà e dedizione per aumentare la felicità dei cittadini. Lo fa attraverso l’ausilio dell’IFM (Indice di Felicità Media), proponendo riforme controverse che saranno votate tramite referendum online. Il raggiungimento di uno scopo tanto onorevole, come la felicità dei cittadini, metterà in dubbio alcune certezze etiche. Paolo, Maurizio e Carlo subiranno in prima persona gli effetti di questa nuova realtà.

Matteo Secchi è nato a Cagliari nel 1986. Il Paradosso della Normalità è il suo primo libro.

Recensione

“Il Paradosso della Normalità” è un libro a tratti ostico: questo in quanto è difficile comprendere cosa lo scrittore voglia comunicare. Non è, tuttavia, un difetto bensì è un elemento che, al termine del romanzo, spinge a pensare e a chiedersi: quanto la nostra normalità è vera e frutto di un libero arbitrio?

Il protagonista del romanzo è Paolo, il lettore conosce e vive con lui le sue giornate e i suoi pensieri, soprattutto nei confronti del nuovo partito politico: VOI. Un partito che parla alla gente e ai suoi desideri e che fa scegliere le leggi agli stessi cittadini, attraverso un sondaggio online: “ci ricorda qualcosa”?

Insieme a Paolo gli amici Maurizio e Carlo.

Carlo, bel ragazzo, trentenne, è “la tipica persona di cui la gente parla bene anche prima della sua morte”;  mentre Maurizio è “solito interrogare le persone sui temi più svariati, pur non avendo cura delle loro risposte. Uomo di grande intelligenza sì, ma spesso celata dietro un atteggiamento impulsivo e dissoluto.”

Paolo lavora in banca, svolgendo una mansione che non lo aggrada totalmente. Ricerca, come tutti, la felicità e spera di trovarla grazie a VOI.

“Ricordo bene gli anni prima di questo Governo. L’economia era fiorente, la disoccupazione rientrava nei limiti e i servizi tutto sommato funzionavano. Nonostante i conti in regola, però, il paese aveva un problema di prioritaria importanza: un tasso di depressione altissimo. In tanti vivevano nel grigiore, privi di stimoli, come marionette che svolgono la loro parte del mondo subendo la volubilità della vita. Ci si era affidati alla medicina per tentare di distruggere questo mostro silente, ma tutti gli studi portavano a una scomoda verità: la depressione non era altro che un sintomo, qualsiasi cura avrebbe potuto solo lenire gli effetti. Per risolvere il problema alla radice occorreva agire sullo stile di vita, combattere la causa scatenante del malessere.”

Il partito politico, VOI, cerca di risolvere questo problema ma quanto la depressione e l’infelicità possono essere affidati alla collettività e alle sue scelte? E se le decisione che la collettività prende non rendono felici ma osteggiano la libertà, quanto il metodo scelto continua ad essere efficace?

VOI promulga quotidianamente leggi da votare online, quali il sostegno alle operazioni di chirurgia estetica, sovvenzioni per i matrimoni omosessuali, implementazioni delle università nei luoghi che fino a quel momento erano chiese, riconoscimento e tutela del genere in età infantile, obbligatorietà di avere un figlio nelle coppie sposate e moltissime altre: tutto ciò per innalzare L’IFM (Indice di Felicità Media).

Mentre la vita sociale e politica scorre con apparente normalità Paolo fa la conoscenza di Sara, una ragazza sfuggente di cui si innamora in modo troppo repentino. Attraversiamo tutte le fasi che Paolo vive: dall’eccitazione all’ansia per il suo futuro con Sara. Parallelamente lo osserviamo nella quotidianità con gli amici, nelle discussioni di carattere politico con Maurizio (da sempre una persona che va controcorrente) e con Carlo (uomo fiducioso e troppo tranquillo). Ma osserviamo anche con il trascorrere delle pagine un cambiamento; una maturazione del pensiero frutto di un trauma, difficile da colmare.

Il libro è un’occasione per meditare sulla nostra libertà, sul libero arbitrio ma soprattutto sulla libertà altrui, che molto spesso segue vie differenti dalla nostra.

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