Recensione del romanzo “La famiglia Aubrey” di Rebecca West

Autore:

Rebecca West

Titolo:

La famiglia Aubrey

Casa editrice:

Fazi Editore

Collana:

Le strade

Numero Collana:

359

Pagine:

570

Codice isbn:

9788893253925

Prezzo in libreria:

€ 18

Codice isbn Epub:

9788893254526

Prezzo E-Book:

€ 9.99

Data Pubblicazione:

05-07-2018

Gli Aubrey sono una famiglia fuori dal comune, nella Londra di fine Ottocento. Nelle stanze della loro casa coloniale, fra un dialogo impegnato e una discussione accanita su un pentagramma, in sottofondo riecheggiano continuamente le note di un pianoforte; prima dell’ora del tè accanto al fuoco si fanno le scale e gli arpeggi, e a tavola non si legge, a meno che non sia un pezzo di papà appena pubblicato. Le preoccupazioni finanziarie sono all’ordine del giorno e a scuola i bambini sono sempre i più trasandati; d’altronde, anche la madre Clare, talentuosa pianista, non è mai ordinata e ben vestita come le altre mamme, e il padre Piers, quando non sta scrivendo in maniera febbrile nel suo studio, è impegnato a giocarsi il mobilio all’insaputa di tutti. Eppure, in quelle stanze aleggia un grande spirito, una strana allegria, l’umorismo costante di una famiglia unita, di persone capaci di trasformare il lavaggio dei capelli in un rito festoso e di trascorrere «un Natale particolarmente splendido, anche se noi eravamo particolarmente poveri». È una casa quasi tutta di donne, quella degli Aubrey: la figlia maggiore, Cordelia, tragicamente priva di talento quanto colma di velleità, le due gemelle Mary e Rose, due piccoli prodigi del piano, dotate di uno sguardo sagace più maturo della loro età, e il più giovane, Richard Quin, unico maschio coccolatissimo, che ancora non si sa «quale strumento sarà». E poi c’è l’amatissima cugina Rosamund, che in casa Aubrey trova rifugio. Tra musica, politica, sogni realizzati e sogni infranti, in questo primo volume della trilogia degli Aubrey, nell’arco di un decennio ognuno dei figli inizierà a intraprendere la propria strada, e così faranno, a modo loro, anche i genitori. Personaggi indimenticabili, un senso dell’umorismo pungente e un impareggiabile talento per la narrazione rendono La famiglia Aubrey un grande capolavoro da riscoprire.

Recensione

“La famiglia Aubrey” è il primo volume di una saga composta da tre romanzi. Il libro, scritto nel 1956 da Rebecca West, scrittrice britannica del ventesimo secolo molto attiva nelle cause femministe, ripercorre le vicende di questa inconsueta famiglia.

La penna della West, nel creare la storia, sicuramente è stata influenzata dalle sue idee politiche e civili: la figura delle donne, emerge in modo preponderante mettendo in secondo piano gli uomini, nonostante si racconti di loro, i quali emergono come personaggi deboli da comprendere e a cui stare accanto con pazienza ed attenzione.

Il racconto delle vicende che accadono alla famiglia è affidato ad una delle figlie, Rose, ancora giovane e acerba che riferisce con sguardo limpido ed ingenuo le vicissitudini interne.

Una figlia in adorazione nei confronti del padre Piers, uomo volubile, direttore di giornale, da idee politiche innovative che producono nella famiglia scompensi gravi e uno stato vicino alla povertà, oltre a frequenti trasferimenti. Le condizioni economiche degli Aubrey, tuttavia, non impediscono ad ogni donna della famiglia di dedicarsi assiduamente allo studio del pianoforte e della musica. La musica, infatti, è considerata il bene supremo a cui aspirare o a cui dovrebbero aspirare le due figlie minori; la maggiore al contrario, Cordelia, viene valutata priva di talento musicale, nonostante ella creda il contrario, iniziandosi a dedicare all’attività concertistica, con sommo dispiacere e vergogna della madre Claire. Madre che, da straordinaria pianista, ha abbandonato la sua carriera a causa di un grave lutto in famiglia e al successivo incontro con il futuro marito.

L’ultimo dei figli è Richard. Viene coccolato e viziato, nonostante non si riesca comprendere quanto il talento sia intrinseco in lui e quanto è, invece, frutto dell’amore materno e fraterno.

Nelle pagine della West emerge la musica come elemento intrinseco in ogni vicenda e la musica diviene elemento salvifico: uno scopo da perseguire a discapito di tutto. Le donne ricoprono il ruolo chiave: sono rifugio, accudimento e risolvimento delle problematiche; troppo forti ed intelligenti a discapito di un uomo che vive di passioni egoistiche.

“Non posso competere con i debiti e con il disonore, che è ciò che lui ama veramente”.

“La famiglia Aubrey” è il romanzo di una famiglia normale ma capace di creare aspettative e speranze; c’è da chiedersi cosa accadrà ai componenti della famiglia, quanto le aspettative saranno disattese e quali sogni si realizzeranno? L’amore delle donne nei confronti di Piers reggerà oppure la sua estrema fallacia creerà un distacco incolmabile?

“Non riuscivo a sobbarcarmi il compito di vivere pienamente come un essere umano, perché io non esistevo davvero fino in fondo. Erano mio padre e mia madre a esistere.”

 

Romanzo fornito da Fazi Editore

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