Recensione di “InFiamma” al Roma Fringe Festival

InFiamma

Compagnia Il Girasole (Nettuno)

Di Simone Castano

Una scrittura scenica collettiva nata dall’incontro di tre testi: il “Don Giovanni” di Molière, il “Caligola” di Camus e l’”Amleto” di Shakespeare. InFiamma: la storia di un’umanità, di uomini, alla continua ricerca della propria fiamma, fiamma intesa come libertà.

Spettacolo intriso di buoni intenti ma la cui resa non è del tutto riuscita. Un inizio divertente, allegro e dinamico, con la figura di Sganarello (figura comica di Molière), assistente di Don Giovanni, di grande verve. Un Don Giovanni sottotono e conteso da due sorelle, differenti ma unite dalla medesima gelosia e possessione nei suoi confronti e una madre, forse la figura più furba della storia, che ha compreso il suo animo, ma ciò nonostante è disposta ad illudere le figlie che lui sposerà uno di esse.

La storia si prospetta carina e vivace, ma il bisogno di inserire monologhi dei personaggi in cui si distaccano dalla scena la rende caotica e poco coerente con la storia.

Perché all’improvviso Don Giovanni inizia a parlare dell’amore e che da domani butterà la spazzatura o ancora del 6 a scuola?

Gli attori con la messa in scena volevano esprimere che “il più grande limite siamo noi stessi”, ma purtroppo la necessità di esplicare tale messaggio, piuttosto che farlo comprendere allo spettatore senza renderlo manifesto a parole, ha reso lo spettacolo poco coinvolgente. Neanche il finale al chiaro di luna, brindando con la fiamma delle candele, è riuscito ad ovviare a tale limite.

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