Recensione di “Generazioni”: spettacolo teatrale al Roma Fringe Festival

Generazioni

Circomare teatro (Orte, VT)

Di Alessandra Cappuccini

Regia di

Mario Umberto Carosi

La vita di tre donne: nonna, madre e figlia. Tre società messe a confronto, ognuna con la propria morale, con le proprie regole non scritte a cui queste donne si ribellano. La nonna vive durante la seconda guerra mondiale, la mamma durante le confessioni studentesche e la figlia al giorno d’oggi.

Un’attrice di talento e una storia in grado di riportare a galla ricordi: vissuti o raccontati dalle generazioni passate.

Un unico e indissolubile filo conduttore attraversa la vita delle tre donne: l’amore.

L’amore per un uomo, per la vita, per l’altro e per la libertà.

“Si ama solo se non si chiede niente”: queste tre donne, rappresentate dalla medesima attrice, non hanno mai chiesto nulla ma hanno donato loro stesse all’altro, senza recriminazioni o rimpianti.

Ammetto solo di non aver preferito gli intermezzi musicali, suonati con la chitarra; questo per due differenti motivi:

  • La voce dell’attrice;
  • Il venir meno della rappresentazione, conducendo lo spettatore, per un momento, nuovamente alla realtà.

Uno spettacolo, in cui ho apprezzato maggiormente la recitazione che il testo, ma che merita di essere visto: non fosse altro per la bravura di Alessandra Cappuccini che riesce a mettere in scena tre personaggi, facendo dimenticare allo spettatore che sul palco è presente solamente lei.

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