[REVIEW PARTY] Forse la felicità di Egidio Mariella

Forse la felicità

di Egidio Mariella

Sinossi

Non c’è spazio per i sogni, lo sa bene Alessio, che ha smesso di credere in qualunque cosa. Non c’è tempo per arrendersi, lo sa bene Luca, che al destino non intende concedere alcuna libertà. Sullo sfondo della loro amicizia si apre uno scontro che sembra non avere né vinti né vincitori, mentre sui ricordi sparsi nella loro casa di periferia si accumula, senza sosta, quel sottile strato di polvere, all’apparenza innocuo, ma in realtà destinato a soffocare anche ogni loro desiderio. Eppure i sogni non muoiono mai. A volte, semplicemente, passano di mano.

Recensione

Ci sono libri che fanno riflettere, ti inducono all’atto del pensare, alla meditazione e, a tratti, alla sofferenza.

Libri che provocano ferite e un attimo dopo le ricuciono. Libri in grado di leggere dentro all’animo del lettore, libri che sembrano scritti per un determinato periodo della vita.

“Forse la felicità” è uno di questi libri.

In quel “forse” è racchiuso il senso della vita, quel “forse” rappresenta l’inquietudine, l’incertezza, la paura che spinge a cercare e a rifuggire la felicità. Felicità che spesso tende a nascondersi e a velarsi agli occhi di chi la riceve.

Alessio e Luca sono due persone apparentemente distanti ma potrebbero essere un’unica persona; tanto quanto Alessio è disilluso e arrabbiato con la vita tanto Luca è speranzoso, colmo di sogni. Entrambi anelano alla felicità in modi differenti ma ugualmente dolorosi.

Il raggiungimento della felicità non può essere un percorso facile ma al contrario impervio e duro e solamente chi riesce a squarciare la diffidenza e la paura che la felicità si trascina dietro riesce realmente a raggiungerla.

“Ripensare al bambino che non era riuscito a essere, proprio quello che aveva abbandonato lungo la strada forse troppo presto, era una delle poche cose che ancora riuscivano a metterlo di buon umore. Senza nessuna nostalgia, senza alcun pensiero triste. Solo un grande desiderio. Avrebbe voluto incontrarlo, quel bambino. Un momento sognato un’infinità di volte. Si sarebbero osservati, immobili, sicuramente in silenzio, come piaceva ad entrambi. Nessuno dei due avrebbe avuto la sensazione di trovarsi davanti a uno specchio. Il piccolo, per sua fortuna. Il grande, suo malgrado. […] Lo avrebbe preso in braccio con l’intenzione di raccontargli un mondo diverso, una vita inattesa. Gioie che nascono dove meno te l’aspetti e che ti prendono alle spalle appena sei distratto. Delusioni che superano ogni immaginazione, anche quella di un bambino. Si sarebbe raccomandato di tenere da parte ogni emozione e di custodirla con cura in qualche angolo nascosto perché, a distanza di tempo, sarebbe stato l’unico modo per poterla rivivere. Poi di certo, non ci sarebbe riuscito. No, di coraggio proprio non gliene era rimasto. Lo avrebbe quindi lasciato andare avanti da solo, con i sogni che gli scivolavano via dalle mani a tracciare il suo percorso. Lui si sarebbe accontentato di riaffacciarsi in quel passato, di tanto in tanto, senza farsi notare, come un ladro che entra dalla finestra solo per guardare.”

Alessio e Luca sono compagni di studi dall’università e condividono un bilocale in zona Bovisa, a Milano: un quartiere grigio, senza nessuna attrattiva in grado di suscitare interesse. Dopo la laurea, ormai trentenni, Luca lavora in un’azienda della provincia mentre Alessio dopo un fulgido inizio si ritrova disoccupato a causa del suo rifiuto di trasferirsi all’estero. Entrambi cercano il proprio “essere” nel mondo. Tra loro le amicizie nate durante gli anni universitari e divenuti perni nell’età adulta e gli amori trovati e poi persi come quello di Sara per Alessio: amore terminato a causa di lei che induce quest’ultimo in uno stato di sfiducia. Al suo fianco sempre Luca, che con pazienza e dedizione, attende l’amore vero con cieca fiducia e incoraggia Alessio a non cadere nel baratro della disillusione.

“D’altronde, tutto ciò che di prezioso era rimasto in quella casa erano proprio i ricordi e quelli, si sa, nessuno può portarli via. Purtroppo. Già, perché a volte si ha proprio il desiderio di lasciare aperta quella porta e aspettare che qualcuno arrivi a portare via tutto, di nascosto, pensando di fare chissà quale danno e regalando, invece, una nuova libertà.”

Prodotto fornito da Egidio Mariella

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