Salute ed economia: ripartire con una vita salutare.

Un paese diviso, un paese antropologicamente perso nelle liti, nelle discussioni e nelle accuse reciproche. A volte si percepisce una carenza di visione di lungo periodo; all’inizio della pandemia abbiamo sentito molti slogan e tante promesse sia da parte della politica, sia dei media, che della società.

Ancora una volta dobbiamo ispirarci al buon senso e comprendere che la vita, la salute e l’economia rappresentano tre piani, in questo momento, estremamente inclinati, che devono collaborare l’uno con l’altro.

Ed in questo momento l’urgenza maggiore è la volontà di evitare nuovi focolai: quindi il verbo ripartire è sicuramente confortante e pieno di entusiasmi che si riaccendono o di depressioni che si consolano, a seconda dei casi, ma va dosato, centellinato, pensato e ragionato. Speriamo di ripartire senza nervosismi, senza esagerate ansie, senza crisi psicologiche e paure; constatiamo dai dati, dai fatti, dalle parole degli scienziati che finché non avremo il vaccino, la nuova ordinarietà sarà straordinaria, nel senso negativo del termine. Tanto che dovremo abituarci al distanziamento, alle mascherine e ai gel, forse; non possiamo raccontarci le favole, sarà diverso, tutto molto diverso. Dovremo ripensare la socialità a distanza, il lavoro e quel poco che resta dei contatti separati dai metri. E dopo il bollettino triste dovremmo iniziare già da adesso ad immaginare come sarà dopo; perché ci sarà una fase successiva alla fase 0 e alla 1. Nell’attesa del vaccino bisogna armarsi di fiducia ed ottimismo temperati dall’ancoraggio dei piedi a terra: la parola d’ordine sarà temporaneità, per un breve o medio periodo si spera.

La politica deve dare il buon esempio, la società pure.

Nonostante l’indecisione del governo italiano e la confusione programmatica, come già detto nelle scorse settimane, è altrettanto imbarazzante la mancanza di collaborazione da parte dell’opposizione, che polemizza e pensa poco al senso patriottico ed alla coesione. Non è il momento di mettere i bastoni fra le ruote ora su quello che è governabile e sull’emergenza, ne va della pelle degli italiani.

Non mi piace personalizzare, e per la prima volta lo faccio: sono un elettore di destra, ma non mi sta piacendo l’atteggiamento antipatriottico di questa opposizione. Ritengo che in questa fase sia urgente e necessario far capannello e coesione intorno a Giuseppe Conte e al Presidente Mattarella, anche perché non so come si sarebbero comportati altri individui politici. Sarebbe opportuno evitare trame elettorali o discorsi che, ora come ora, non ci interessano: pungolare l’Europa, richiedere di tornare ad essere comunità e non solo burocrazia, tenere nel cuore la patria ed il suo popolo, spendersi nel sociale ed iniziare già da ora a riflettere sul dopo lavoro, non come didattica od hobby, ma sulla dimensione occupazionale che verrà: questo va bene. Discutere separatamente, dirsele di tutti i colori, concordare dialoghi fra maggioranza ed opposizione può essere funzionale al bene del paese, ma dar vita ai bagaglini reali risulta imbarazzante. Anche per non tornare su un discorso che doveva essere l’ABC.

Davanti al popolo italiano i politici devono giocare con la stessa maglia e non pubblicizzare scontri di spogliatoio.

Ripartire? in salute. Prima la vita e dopo l’economia, con una vita salutare.

 

Immagine: Foto di Elliot Alderson da Pixabay

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