Si parte! Ufficiale la guida delle donne saudite.

Permesso di guida accordato ufficialmente, a venti giorni dalla consegna delle prime dieci patenti femminili e dopo nove mesi dall’annuncio del principe Salman.

La mezzanotte del 24 giugno 2018 ha segnato una svolta storica per le donne saudite. Come annunciato lo scorso settembre e atteso dopo la recente consegna delle patenti, lo scorso 4 giugno, si è ufficializzato il diritto di guida delle donne.

Per festeggiare questa svolta epocale, sono rientrate in patria numerose saudite residenti all’estero, al fine di guidare nel loro paese natale. Le donne in possesso di patenti estere possono da oggi convertirle in permessi sauditi e girare nel pieno della legittimità per le strade della nazione. Per le donne iscritte a scuole di guida saudite si apre il percorso di esami teorici e pratici a cui molte credevano di non accedere mai.

In osservanza della divisione maschile-femminile che vige in Arabia Saudita, la concessione della guida alle donne provoca cambiamenti gestionali e di figure necessarie. Ad esempio, servono stazioni di servizio prettamente femminili. Ad oggi è conosciuta esclusivamente quella  di Mervat Bukhari, ex giornalista, sull’autostrada che porta a Dammam. Così come prima di tutto sono necessarie esaminatrici per il conferimento della patente e vigilesse per il controllo delle neo-autiste.

Ma si aprono nuove possibilità di lavoro per le donne, come per esempio i “taxi rosa”, taxi guidati da donne riservati soltanto alle donne. Tassiste che svincolano le altre donne dall’affidamento a mariti, padri o autisti privati per potersi muovere. molte di queste figure sono già inserite su piattaforme quali Uber o l’araba Careem.

Questa importante svolta delle condizioni femminili e del cresciuto riguardo per i loro (nostri) diritti, è una tra le tappe della modernizzazione araba. Il principe Mohammed bin Salman ha pianificato il programma di riforme Saudi Vision 2030 per la “rinascita” del suo Paese.

Con l’augurio che sia solo l’inizio della risoluzione di molti altri diritti negati, godiamo intanto per questa piccola vittoria.

 

Rachele Signorini

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