“Sognare è vivere”: il debutto alla regia di Natalie Portman
“È la storia d’amore per una lingua, un paese, un popolo e, naturalmente, per sua madre”. (Ram Bergman)
A giugno uscirà nei cinema italiani, un film di cui la straordinaria Natalie Portman è attrice e regista, “Sognare è vivere”.
Sarà distribuito da Altre Storie in collaborazione con Giorgio e Vanessa Ferrero.
Il film si basa sul best seller autobiografico di Amos Oz, “Una storia di amore e di tenebra”.
La Portman, nata e cresciuta a Gerusalemme, è stata affascinata e ispirata dal libro e ha raccontato: “Sin da quando ho letto il libro, avrei voluto farne un film. Il romanzo è così commovente e ben scritto. Ho sentito tante storie sui miei nonni, sulla loro passione per la cultura e per le lingue, per l’Europa e per Israele. Il libro mi era familiare ed ero molto interessata ad approfondirne i temi”.
Il film ripercorre la vita di Amos, cresciuto a Gerusalemme negli anni precedenti alla nascita dello Stato di Israele.
La sua famiglia, composta dal padre Arieh, studioso e intellettuale e la madre Fania, sognatrice e poetica, è una delle tante famiglie costrette a fuggire dall’Europa alla Palestina durante la guerra a causa delle persecuzioni.
Il padre è leggermente ottimista circa le loro sorti, mentre la madre nel tempo diviene insofferente alla vita vissuta e per rallegrare le sue giornate e quelle del figlio inizia a raccontagli storie di avventure e viaggi nel deserto.
Una piccola cattiveria e le persone diventano un inferno l’una per l’altra. Un po’ di pietà e le persone trovano l’una per l’altro il paradiso.
Tuttavia, con il trascorrere del tempo e quando si rende conto che l’indipendenza non porta il rinnovato senso di vita che Fania aveva sperato, la donna diviene depressa e chiusa in sé stessa. Incapace di aiutarla, Amos deve imparare a dirle addio prima del tempo. Mentre assiste alla nascita di una nazione, deve cominciare ad affrontare un suo personale nuovo inizio.
Nessuno sa niente di nessuno, nemmeno di se stesso. Non sappiamo niente.
Il film inizia nel 1945, prima della guerra di indipendenza in Israele, per poi arrivare al 1953, anni dopo il riconoscimento dello stato di Israele e a quando Amos si trasferisce in un kibbutz.
Natalie Portman, che nel film interpreta Fania, riguardo alla storia afferma: “Si tratta della nascita di uno scrittore, dovuta al vuoto che sua madre ha lasciato, un vuoto che lui deve riempire con parole e storie. C’è una forte tensione tra loro: lei lo spinge a creare ma gli concede anche lo spazio che lui ha bisogno di riempire. Questo abbandono così assurdo è devastante”.
“La cosa meravigliosa che Amos ha fatto con questo libro” continua Natalie Portman “è trasmettere l’amore, la compassione e l’empatia nei confronti delle persone che hanno fatto parte della sua vita. È un’esplorazione dei personaggi priva di giudizio”.