Sui giornali: rassegna stampa della settimana

Oggi vi forniamo una rassegna stampa dei migliori articoli dei giornali di questa ultima settimana.

Norma Rangeri su Il Manifesto si è occupata del cambio della guardia alla direzione de La Repubblica. Nel valzer delle poltrone Maurizio Molinari passa da La Stampa al quotidiano di Largo Fochetti a Roma, mentre Massimo Giannini (quasi ex boss di Radio Capital) prende il treno per Torino per dirigere La Stampa. Dunque, dopo nemmeno un anno, Carlo Verdelli lascia la direzione de La Repubblica. Non mancano critiche e prese di posizione da parte della Rangeri che non si aspettava una decisione in tal senso. Sicuramente la gestione di un giornale ha bisogno di programmazione sul lungo periodo.

Alessandro Sallusti su il Giornale parla di diatribe nord-sud, delle scriteriate dichiarazioni di Vittorio Feltri sui meridionali nella trasmissione di Mario Giordano, fuori dal coro su rete 4 e dei pericoli della censura, o del virus censorio come lo chiama nell’editoriale.

Pietrangelo Buttafuoco su Il Quotidiano del Sud ha scritto un corsivo ironico sul confronto antropologico fra Vittorio Feltri, fondatore di Libero, ed Eugenio Scalfari padre di Repubblica. Come sempre lo scrittore siciliano in poche righe riesce ad essere pungente, ironico ed autoironico con il garbo di sempre.

Marcello Veneziani su La Verità ricorda Marzio Tremaglia, uno degli ultimi gentiluomini della politica nostrana, venuto a mancare troppo presto, venti anni fa: credeva nel valore delle idee, del pensiero e della cultura, elementi prepolitici che dovrebbero essere la base per la costruzione e la gestione della cosa pubblica, in questo ideale ha sempre creduto, è stata quasi una missione.

Su Tempi, la rivista, una lettera accorata di un’infermiera Emanuela d’Anna che si augura che miglioreranno le condizioni economiche e generali degli operatori sanitari: è inutile ammantarsi oggi della retorica degli eroi e delle eroine, se domani i loro sforzi e la loro abnegazione saranno dimenticati.

Su Il Giornale Eleonora Barbieri ha intervistato il filosofo Giulio Giorello che ha intavolato una bella lezione di scuola sulle relazioni fra scienza e filosofia e sui modi attraverso i quali il pensiero può mettere in crisi i dati scientifici. Mettendosi in discussione e auto – analizzandosi la nobile disciplina scientifica può crescere ed aumentare il suo valore aggiunto.

Michele Brambilla su La Nazione mette in guardia dai superficiali che ritengono eccessiva la prudenza in questo momento, ma anche da coloro che nutrono il gusto di dipingere tutto nero per vendere qualche copia in più o per mere questioni legate all’audience.

In un editoriale su Die Welt Carolina Drüten descrive l’Europa come un corpo che si sta lentamente risvegliando dal sonno, incubo, del coronavirus.

Sul The Times si parla delle riaperture, lente e graduali come un po’ dappertutto, di esercizi commerciali e del sistema nazionale in generale.

Le Figaro ha intervistato Joshua Mitchell professore di teoria politica presso l’Università di Georgetown a Washington: il pericolo del dispotismo, nello Stato che deve proteggere continuamente gli individui è il liet motiv della chiacchierata.

Su El Pais troviamo molte inchieste ed indagini sull’ipotetico dopo coronavirus.

Che dire ci attende la fase 2, dovremo viverla per conoscerla, prenderci confidenza, comprendere che per un po’ di tempo rappresenterà la normalità.

Come insegnavano Battisti e Mogol, lo scopriremo solo vivendo, ed al meglio, proteggendoci e mantenendo cautela e prudenza: che sia un’entusiasmante prudenza.

 

Immagine: Foto di kalhh da Pixabay

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