Sulle Ali della Mente: Vittorino Andreoli!

Gli esseri umani hanno bisogno di relazioni e sentono dentro la propria interiorità l’esigenza di comunicare, trasmettere, ascoltare,  [collegandoci allo scorso articolo].

Vittorino Andreoli, psichiatra conosciuto in tutto il mondo, ha costruito le basi della sua brillante carriera intorno al minimo comun denominatore dello studio del cervello e delle sue relazioni ed interazioni con altri cervelli. Perché l’uomo avverte la necessità di intrecciare e stabilire rapporti con altri suoi simili, ed allo stesso tempo desidera colmare un’individualità incompleta senza socievolezza (socievolezza e non social, termine linguisticamente abusato che oramai ha inevitabilmente sostituito il vocabolo suddetto).

La missione fondamentale di Andreoli, secondo lo stesso studioso, è stata sempre percepita in sinergia da lui e dai suoi pazienti come lo sforzo e l’impegno di aiutare a vivere e a mettersi in discussione per migliorare con il passare del tempo: una crescita costante, continua e reciproca che arricchiva lo specialista ed allo stesso tempo dava la possibilità di guarire e leggere i segreti della mente alle persone che si rivolgevano e si rivolgono al professore.

La condizione umana, per sua stessa natura, trova sul proprio percorso vitale ed esistenziale gratificazioni e frustrazioni e le emozioni attraversano periodi altalenanti che da un momento all’altro le portano dalle stelle al fondo.

Il ruolo del dottore in questo caso non si sostanzia nell’ individuare la pillola magica o nella somministrazione di ore di yoga, palestra ed esercizi di training, per quanto possano funzionare come sussidio: il compito principale secondo Andreoli si incarna nella ricerca dell’equilibrio, un tassello talmente difficile da concepire che i pazienti tante volte lo rifiutano a prescindere, a costo di essere infelici.

Pensiamo che la felicità ce la consegni chiavi in mano il mondo esterno, anche perché storicamente i sistemi politici (prima con le dittature e successivamente con la democrazia) e quelli economici hanno fatto credere all’umanità che si potessero costruire paradisi artificiali materiali.

Oggi nel benessere e nell’opulenza prevalgono i bisogni indotti; la pubblicità ci dà del tu ed impone l’urgenza di comprare e consumare per rendere ogni giorno più insoddisfatto il cittadino, che cercherà nell’oggetto materiale la possibilità di colmare il suo vuoto interiore.

La felicità rappresenta un concetto momentaneo ed intermittente e non appartiene a questo mondo: i credenti devono stabilire una sintonia con loro stessi, con Dio ed il prossimo, i non credenti intercettare un sistema di valori universali che li connetta al pianeta delle interiorità e delle relazioni.

Andreoli in “I segreti della mente. Capire, riconoscere, affrontare i segnali della psiche”di Rizzoli Editore tenta allora di capire, riconoscere ed affrontare i segnali della psiche, favorendo le interazioni e gli interscambi di vissuti e bagagli esperienziali fra le persone.

La fatica del vivere, pian piano, pone davanti al nostro sentiero segnali di malessere, campanelli d’allarme che suggeriscono una chiave di lettura che può rappresentare una svolta: il nostro modo di camminare è improprio per quella salita così impervia.

In quel momento, in quel preciso istante il paziente ha il dovere con sé stesso di chiedere aiuto e di comprendere che in un futuro, quella ricerca nel suo passato, nella sfera mentale e nella costellazione dei sogni lo rafforzerà temprando il suo carattere e levigando le ferite. Comprendere, in tedesco Verstehen, calarsi nel corpo dell’altro: l’attitudine e la specialità dell’autore, che non giudica mai, studia, approfondisce e con umiltà torna anche a sé stesso.

Il libro impagina sapientemente un’esplorazione riguardante le stupende e strabilianti risorse della plasticità del nostro cervello, per delimitare l’area di confine fra pazzia e normalità, una barriera quasi indefinita sulla quale si giocano la creatività ed il genio della persona.

Persona centro unico ed irripetibile di esperienze, passati, vissuti onirici, aspettative: universi che non possono restare soli ed incomunicanti ma attendono soltanto di essere messi in collegamento l’uno con l’altro.

Il volume inaugura la collana delle opere di Andreoli, ripubblicate in collaborazione con il Corriere della Sera e, anche questa settimana ci permette di volare sulle Ali della mente.

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