Sulle Ali della radio e dell’approfondimento: il progetto Europa Anno Zero.

Stiamo vivendo i tempi della velocità e della frenesia, caratterizzati dalla iperconnessione che dà la strana sensazione ma soprattutto l’erronea illusione che tutti possano parlare, discettare ed intendersi dello scibile umano e planetario soltanto per il carico innumerevole di notizie ed informazioni che si rincorrono fra un sito e l’altro, fra un social ed un’opinione che pur discostandosi dalla verità talvolta viene scambiata per un fatto.

Oggi sulle Ali ha deciso di intraprendere un volo fra le vette dei podcast, una nuova modalità di declinare contenuti che rende ancora più attraente il mezzo radiofonico. Un compromesso fra tradizione e modernità che già ci mette sul sentiero della missione di un programma radiofonico.

Andrea Valdambrini, giornalista del Fatto Quotidiano dal 2009 e Fiorella Lavorgna, studiosa e ricercatrice presso la Margaret Thatcher school hanno avuto la nobile iniziativa di approfondire il discorso legato all’Europa e lo hanno fatto in un momento come quello attuale alle porte delle elezioni europee di maggio.

Il progetto si chiama Europa Anno Zero, per azzerare le chiacchiere e ricominciare un percorso nel quale cultura, passione politica e giornalistica e voglia di comunicare si incontrano e sanciscono un’alleanza per trasmettere idee, approfondendo ed aumentando contestualmente lo scambio di informazioni. In Europa l’economia deve essere governata dalla alta politica e dietro di essa c’è la prepolitica, baluardo fondamentale per prendersi a carico con responsabilità le istanze sociali, umane ed antropologiche. Ed allora bisogna approfondire.

Sottolineiamo il termine approfondire perché rappresenta  il contrario dei post che in pochi caratteri diffondono nuove notizie, talvolta tutte da verificare che il più delle volte sono mosse ed animati da istinti immediati e logiche di versanti contrapposti che devono a tutti i costi portare avanti una teoria. Con la loro trasmissione in onda il sabato ogni quattordici giorni ed ovviamente riascoltabile, l’obiettivo è quello di andare ad analizzare tutta la serie di motivazioni che sta determinando il contrasto fra euroentusiasti ed euroscettici. Anche questa nostra definizione può apparire di primo acchito semplicistica, perché nel confronto, con lo studio, l’ascolto, la riflessione, i conduttori ci fanno notare l’universo di idee, opinioni, strategie e posizioni che emergono dalla terra di mezzo delle dottrine continentali.

In un intervallo di tempo così lungo ed intenso all’interno del quale lo scambio tennistico di servizi e rovesci avviene sempre fra radical-chic e pance, termini abusati dai relativi e rispettivi campi di interesse, finalmente, grazie alla radio, in versione rinnovata, quella del podcast, risulta possibile collegarsi sulla sintonia dell’equilibrio o perlomeno sulla frequenza della ricerca di una strada di mezzo, quella del buon senso, per indagare i punti stimolanti dell’essere comunità ed unione ed allo stesso tempo per rivisitare le zone d’ombra e le aree oscure che hanno provocato strappi e allontanamenti da parte della gente comune.

L’identità europea costituisce una tematica contingente e concreta che vede la comparazione e altresì lo scontro aspro ispirato alla reciproca diffidenza ed allo snobismo fra sovranisti ed europeisti.

Nel corso della prima puntata (il Re è nudo) i due specialisti nel campo della comunicazione europea si sono soffermati sulla portata dei messaggi lanciati dagli opposti schieramenti. Alla ricerca comunque del recupero di quella idea di Europa che dovrebbe ispirarsi ad uno spirito laico ed universale in grado di costruire e costituire un senso di unione e di rafforzamento di principi solidi, come la democrazia reale e la pace sotto tutti i punti di vista, distante dai vuoti luoghi comuni. Proprio per questo un altro aspetto di grande fascino del programma è rappresentato dalla interdisciplinarietà, con i giusti contatti e rapporti fra le materie coinvolte dal discorso europeo, veicolati con garbo, semplicità e chiarezza nei toni.

Viene messo in evidenza come in molti Paesi continentali gli euroscettici ed i sovranisti abbiano conquistato il potere in Europa; viene descritto lo stupore di europeisti che non si sono interrogati fino in fondo sul principio di fallimento verso i sentimenti comunitari e continentali.

In tal senso si tenta di intercettare quel momento importante che si specifica nelle innumerevoli  correlazioni fra la critica all’Unione e le problematiche sociali, politiche ed economiche che hanno sancito la disaffezione dei cittadini verso il disegno europeo, secondo i casi, mai realizzato o deludente, e a seconda delle interpretazioni di istinto o dell’ermeneutica politico-internazionale.

Il programma alterna bene narrazioni descrittive e constatazioni sull’attuale stato dell’arte continentale e gli interventi dei differenti leaders; uno degli oggetti principali dell’indagine si sostanzia nelle rispettive accuse fra coloro che sostengono che l’alleanza fra alta borghesia ed estrema sinistra si sia definitivamente discostata dal popolo e coloro che prediligono un discorso di lungo periodo intriso di europeismo, non ben delineato appunto, che talvolta si dimostra inconsistente ed in prevalenza astratto.

Viene messo in risalto l’errore a due facce della continua delegittimazione degli intellettuali e della sottovalutazione dei problemi della gente comune.

Lo specchio dei tempi prende vita e si cristallizza in un’immagine: laddove non si analizza con puntualità il contesto spazio-temporale, scarseggiano le argomentazioni e prevalgono toni accesi da stadio che non danno né modo, né tempo né spazio di andare nel profondo delle problematiche, stimolando gli utenti ora ad ergersi al di sopra dell’intelligenza sposando teorie favorevoli all’Unione, ora a sentirsi più in contatto con le difficoltà delle persone bocciando a prescindere l’Europa politica. Ben vengano queste tipologie di trasmissioni che senza voler indossare la casacca di arbitri descrivono l’andamento della gara.

Con grande attenzione gli ideatori del progetto Europa anno 0 hanno monitorato la serie di visioni che animano il movimentismo politico e la vita interna dei partiti, così da andare a scovare la semplicistica spiegazione di Matteo Salvini nel programma Alla Lavagna firmato Rai 3 sul concetto di sovranità e sovranismo, così come l’opposta versione di Antonio Tajani ai microfoni di Antonio Lucci che incede sulla retorica europeista e su argomentazioni ascoltate e riascoltate, come quelle legate alla pace ed all’Erasmus.

Il programma evidenzia con chiarezza le contraddizioni di coloro che da un punto di vista o dall’altro portano avanti slogan su questo tema, ma al contempo oltre alla denuncia si propone di invitare il fruitore del podcast e l’ascoltatore a documentarsi, ad approfondire od anche semplicemente a leggere di più.

I due cardini attorno ai quali ruota il formato radiofonico sono il rapporto fra identità nazionale ed identità democratica da una parte e la crisi di popolarità dell’Unione Europea: il presupposto di fondo si incarna nella volontà di evitare parole gridate e berciate fra due fazioni contrapposte, perché usando una metafora calcistica quando si fa troppo il tifo si perdono di vista gli elementi tecnici di una partita. Il lavoro dell’imparzialità è arduo ed impossibile da conseguire, perché come insegnava Indro Montanelli un contesto viene giudicato da un uomo con il suo vissuto, il suo passato ed  il bagaglio di esperienze, e dietro e dentro l’uomo si sono formate delle idee. Allo stesso modo nel vergare un articolo o nel comunicare gli addetti ai lavori hanno il dovere di andare a documentarsi il più possibile per assolvere ad un’esigenza di indipendenza. Però l’intento pone in risalto i suoi elementi di forza, perché si tratta di andare nel profondo della questione continentale enucleandone i lati positivi e le anomalie per definire una concezione bilanciata ed equa.

Prendete l’agenda ed appuntatevi questa opportunità per entrare nel vivo del dibattito politico in vista delle elezioni di maggio: 2 sabati al mese ogni 15 giorni, avete ed abbiamo la possibilità di venire a conoscenza delle molteplici modalità di declinare l’ideale europeo all’interno dei differenti Paesi.

Un’analisi non soltanto di carattere politico, ma anche antropologico e sociale viste le materie affrontate, come detto, dall’identità nazionale in rapporto per un verso con il livello emozionale delle persone e con il canale culturale e dall’altro con il grado di fiducia istituzionale; da non dimenticare il rapporto fra sovranazionalità e valori europei, nell’intenzione di leggere la storia con le lenti dei fatti in primis e dell’interpretazione degli stessi in un secondo momento. Non manca nel corso della puntata 1 l’indagine relativa alla gestione della rete, in un periodo come quello che stiamo attraversando dove molti individui, dietro l’anonimato di una tastiera e di un monitor si improvvisano scienziati politici, compiacendosi della propria beceraggine e dei tweet di tre righe, perché oltre, inevitabilmente, non si può andare. Intelligente la scelta di procedere all’analisi istituzionale senza mai sganciarla dall’aderenza alla realtà.

All’interno del battesimo radiofonico già in onda e individuabile tramite I Tunes, Europa Anno Zero, sono stati affrontati dunque gli elementi prodromici di un cammino che vi consigliamo di intraprendere anche per comprendere quel pensiero legato alla prossimità, vessillo fondamentale tanto sbandierato ma poco applicato.

I cittadini, per sentire nelle proprie vicinanze le istituzioni hanno bisogno di sentire ed ascoltare, il ragionamento verrà da sé.

Bruxelles forse sta girando nuda come il re della celebra favola di Andersen? connettersi per credere, collegandosi anche a quella sana curiosità in grado di intensificare lo studio e l’analisi.

Proprio per questo, oggi abbiamo deciso di volare sulle Ali della Radio e dell’approfondimento.

 

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