Tributo al Giorno della Liberazione: 25 aprile.

Oggi 25 Aprile si celebra il Giorno della Liberazione.

Non importa se il virus ci costringe nelle nostre case, perché niente potrebbe fermare il desiderio di ricordare e commemorare tutti coloro che hanno sacrificato anni, amici, famiglia e vite per salvare l’Italia dall’orrore nazi-fascista.

Ci sono molte canzoni e manifestazioni che attestano la voglia di ricordare tale sacrificio. Mi ricordo quando ero ragazzina alle medie e il nostro professore di letteratura e lingua italiana ci fece fare un percorso chiamato poesia in musica; in pratica, ci faceva ascoltare alcune canzoni forse poco commerciali, quali Vecchioni, Gaber, i Modena City Ramblers, i cui testi sono vere e proprie poesie e sulla base di tali canzoni ci spronava a scrivere poesie e brevi racconti.

Ed è proprio una di quelle canzoni che mi torna alla memoria: il Giorno della Liberazione dei Modena City Ramblers che narra di alcuni ragazzi della zona della Sabina che sacrificarono le loro vite per disinnescare una bomba nazista.

Ci sono, tuttavia, troppi Stati del mondo che dovrebbero essere liberati da varie forme di dittatura. Il Messico dovrebbe essere liberato dalla dittatura dei cartellos, la Libia dalla dittatura dei regimi militari, l’India e il Bangladesh dalla dittatura dell’industria a poco prezzo, le miniere africane del Congo dalla dittatura delle multinazionali di materie prime, il Tibet dalla dittatura cinese, la Cina stessa dalla dittatura di un governo comunista, Gaza dalla dittatura di un governo terrorista come Hamas, la Turchia dalla dittatura di Erdogan, e così via.

E anche la nostra Italia avrebbe bisogno di una seconda Liberazione dalla corruzione, dalla mafia, dal nepotismo e dalla crisi economica figlia, tra le altre cose, di sprechi del denaro pubblico. E dovrebbe essere liberata anche dal pregiudizio nei confronti dello straniero, dal razzismo, dalle differenze tra Nord e Sud che diventano motivo di derisione e indifferenza, dall’angoscia di chi non ha da mangiare perché manca il lavoro, dal dolore di chi è costretto ad andarsene dal proprio Paese per poter lavorare e vivere dignitosamente.

La celebrazione del 25 aprile non ricorda solo uno dei momenti più significanti della nostra vita politica e sociale, ma è anche un incoraggiamento a combattere contro i nemici di oggi, che pur non indossando una divisa, sono altrettanto riconoscibili.

Auguro a tutti di riflettere sul significato di questo giorno, per rispetto dei morti sui quali si fonda la nostra Repubblica e per il rispetto di chi, ancora oggi, continua a lottare per la libertà.

Martina Seppi

Immagine: Foto di alfredo minervini da Pixabay

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