“Tu Quoque” con Maurizio Battista al cinema dal 3 aprile – RECENSIONE

Tu Quoque ©Alessandro Bachiorri
“Tu Quoque è un film che dà giustizia ai vinti, quelli che hanno il coraggio di ammettere che non meritano niente. Essi meritano tutto” – note di regia
“Tu Quoque”, regia di Gianni Quinto, con Maurizio Battista che ne firma anche il soggetto e la sceneggiatura insieme allo stesso Quinto, al cinema dal 3 aprile, apparentemente un film “leggero”, racchiude una sua complessità di intenti che lo rendono meritevole di attenzione.
Maurizio Battista interpreta Massimo Quinto, un uomo di mezz’età pieno di debiti, con un matrimonio fallito e un pessimo rapporto con il figlio Edoardo (Guglielmo Poggi). È un uomo a cui la vita sta sfuggendo di mano con una scia, dietro di sé, di errori e delusioni. Ma è anche un uomo che suscita pietà umana, in cui è possibile rivedere un amico, un parente, un genitore, perché Massimo è un uomo buono che tenta di sopravvivere a una città, la sua Roma, che se da un lato lo accoglie dall’altro lo risucchia.

Massimo si è separato dalla moglie dopo 20 anni, da una donna, Luisa (Milena Miconi), che ha compreso, nonostante il bene, il suo desiderio di libertà e lo ha lasciato andare. Ma a quale prezzo il nostro protagonista ha ottenuto la sua libertà? Il costo lo “vediamo” chiaramente nella vita che conduce, nel suo barcamenarsi tra i debiti, l’ex moglie, il figlio che lo reputa assente, immaturo e forse incapace di amarlo. È un uomo solo Massimo, un uomo che attraverso il sorriso, la battuta pronta, il fare tipicamente romano, tenta di sopravvivere.
Con sé il quartiere in cui vive, una macchina “vecchia” a ricordargli l’odore di suo padre, un telefonino con cui non è in grado di essere reperibile, la passione per il tango e per le riproduzioni dei personaggi dell’antica Roma. Ciò che è davvero essenziale, tuttavia, forse ormai è perduto: l’ex moglie e il suo rimpianto per un tango non più in grado di essere ballato, e il figlio, ormai cresciuto, che lo rifiuta perché ad alcuni errori spesso e purtroppo non c’è rimedio.
“Ma lei avrà qualcuno per cui valga la pena andare avanti?
Non sono così convinto”
Quando Massimo scopre di avere pochi mesi di vita, come per incanto, si risveglia, dopo un brutto incidente, nella Roma del 44 a.C, salvando la vita a Giulio Cesare (Paolo Triestino). Ed ecco che diventa suo confidente e amico, scopre in Calpurnia (Francesca Antonelli), moglie di Cesare, la sorella che non ha mai avuto, si rivela un ottimo consigliere per Cicerone (Diego Verdegiglio), dà il suo aiuto ai cittadini con nuove invenzioni. Massimo viene “visto” e amato in una Roma lontana che, tuttavia, non può farlo sfuggire al suo presente.

“Tu Quoque” fa ridere, sorridere e commuovere: lo fa senza pretese, senza voler dare alcun insegnamento, ma solo “mostrando” il volto umano e la sua fallacia.
Meritevole di attenzione è colonna sonora ad opera di Giorgio Lorito e Francesco Tosoni.
“Il nostro eroe non lotta con tutte le sue forze per cambiare il proprio destino: egli è consapevole di averlo costruito giorno dopo giorno con i propri errori. E adesso è consapevole che non può con un colpo di spugna e un unico atto eroico, cancellare ciò che egli stesso ha scritto sul libro della propria vita. Il suo più grande atto eroico è ammettere che tutto il suo destino se l’è procurato da solo, e accettarlo” – note di regia

Accanto a Maurizio Battista, nel cast: Paolo Triestino, Francesca Antonelli, Giorgio Caputo, Marco Conidi, Milena Miconi, Guglielmo Poggi, Jane Alexander, Lucianna De Falco, Benedetta Mazza, Stefano Antonucci, Giancarlo Ratti, Diego Verdegiglio, Salvatore Papaleo, Antonio Fiorillo, Gianfranco Phino, Osvaldo Fresia e Fabrizio Gaetani.
Prodotto da Ballandi Srl in collaborazione con Lml Group Srls e Alma Srl, TU QUOQUE è distribuito nelle sale da Nexo Studios.