“Un tè per due regine” di Francesco Suriano al Teatro Quirino: la recensione

Un tè per due regine

Un tè per due regine

Un salotto, due donne, il racconto della loro vita: al Teatro Quirino “Un tè per due regine” di Francesco Suriano.

Peggy Guggenheim e Palma Bucarelli, interpretate da Caterina Casini e Marilù Prati, si muovono sul palcoscenico narrando le prime impressioni l’una dell’altra e la loro storia personale e artistica.

Palma Bucarelli, critica d’arte, storica e museologa, è stata dal 1942 al 1975 direttrice e sovrintendente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Nata nel 1910 trascorre, a causa del lavoro del padre, l’infanzia girovagando per l’Italia prima di stabilirsi definitivamente a Roma. Dopo la laurea in lettere, supera nel 1933 il concorso per Ispettore alle Antichità e alle Belle Arti. Viene assegnata a soli 23 anni alla Galleria Borghese.

Nel corso della guerra riusce a salvare molte opere d’arte della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, nascondendole tra il Castel Sant’Angelo e il Palazzo Farnese di Caprarola.

Durante gli anni della sua attività rende la Galleria un punto di incontro artistico; muore a Roma nel 1998 all’età di 88 anni.

Peggy Guggenheim, vero nome Marguerite Guggenheim, è stata una collezionista d’arte e una mecenate statunitense.

La sua famiglia costruì una fortuna grazie all’estrazione dell’argento e del rame e all’industria dell’acciaio. Il padre morì sul Titanic, lasciando a Peggy una importante eredità.

Durante gli anni della giovinezza frequenta circoli e salotti, entrando i contatto con molti intellettuali dell’epoca come Laurence Vall, pittore squattrinato del movimento dadaista, con il quale si sposa. Entra nel mondo dell’avanguardia, si sposta a Parigi dove inizia a frequentare i salotti bohemien, stringendo amicizia con artisti quali Man Ray, Constantin Brâncuși e Marcel Duchamp.

Negli anni diventa la più importante sostenitrice dell’avanguardia europea, trasformando la sua collezione in un museo e acquistando un grande numero di opere d’arte.

Nel 1948 acquista Palazzo Venier dei Leoni a Venezia dove trasferisce definitivamente la sua collezione che nel 1949 viene aperta al pubblico come Collezione Peggy Guggenheim.

Muore nel 1979 all’età di 81 anni.

Una storia di vita affascinante in cui emerge la bellezza estrema dell’arte che, tuttavia, non trova alcun riscontro sul palcoscenico. “Un tè per due regine” non riesce, nella sua brevissima durata, ovvero 45 minuti, a raccontare nulla di diverso rispetto a quello che si potrebbe leggere su un semplice sito internet o un libro.

Le interpreti, purtroppo, non riescono a restituire la complessità delle due donne, la loro poliedricità e forza ma appaiono, al contrario, figure smarrite sul palcoscenico.

Palma Bucarelli, ad esempio, fu anche oggetto di un’interrogazione parlamentare nel 1971 a seguito della decisione di esporre “Merda d’artista” di Piero Manzoni. Sulla scena, tuttavia, appare una donna quasi fatua, poco presente.

Lo stesso vale per Peggy, donna straordinaria, affascinante nei suoi amori e nei suoi dolori. Pur se Caterina Casini riesce ad emergere maggiormente rispetto a Marilù Prati le possibilità intrinseche dell’opera non si manifestano.

“Un tè per due regine” è una pièce complessivamente poco compiuta.

Oggetti di scena Maria Teresa Padula

Collaborazione video Francesco Cordio

Foto di scena Silvia Lavit – Antonio Idini

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