“Una storia vera”: il lungo viaggio di Alvin Straight

Un insolito viaggio on the road avvenuto nel 1994 che in poco tempo fece il giro degli Stati Uniti tanto da attirare l’attenzione dell’ambiente cinematografico.

Il protagonista in questione è Alvin Straight, un contadino di 73 anni che vive con la moglie Betty e la figlia Diane a Laurens, nello Iowa. Originario del Montana e padre di sette figli, l’uomo trascorre una vita relativamente tranquilla malgrado l’artrite e la cattiva circolazione sanguigna fino all’arrivo improvviso e inaspettato di una telefonata; il fratello maggiore Henry, che vive nel Wisconsin e con cui Straight non parla da dieci anni, ha avuto un infarto. Questo episodio porta l’uomo, dopo molto tempo, a prendere una decisione importante: nonostante i problemi di salute e il fatto che né lui né sua figlia abbiano la patente (il primo a causa della vista difettosa, la seconda perché affetta da ritardo mentale), Straight decide comunque di andare a trovare il fratello a Blue River. Finché gli è possibile, vuole ricucire i rapporti con lui prima che sia troppo tardi. Vista la sua diffidenza nei confronti dei mezzi pubblici e la ferma volontà di compiere tale viaggio da solo, l’uomo sistema il suo vecchio tagliaerba e ci installa un rimorchio per il trasporto di cibo, vestiti, benzina e attrezzatura da campeggio. Straight parte alla volta del Wisconsin il 5 luglio.

Il tragitto si presenterà da subito irto di ostacoli; dopo circa 25 miglia, l’uomo è costretto a tornare a Laurens una volta constatato che il suo mezzo di trasporto è irrimediabilmente fuori uso. Tale imprevisto tuttavia non lo fa perdere d’animo e lo porta ad acquistare un trattorino tosaerba John Reede del 1966 per poi ripartire alla volta di Blue River. Anche quest’ultimo mezzo, sebbene sia “nuovo”, non è esente da guasti. Straight infatti è costretto a fermarsi a West Bend, dove spende complessivamente 250 dollari per alcune riparazioni al tagliaerba. A metà luglio, essendo a corto di denaro, l’uomo si accampa per due settimane a Charles City, nel nord dello Iowa, in attesa dell’assegno di previdenza sociale da parte della famiglia. Il 15 agosto, Straight deve fare i conti con un nuovo guasto del tosaerba, a 2 miglia dall’abitazione di suo fratello. Fortunatamente, un contadino della zona gli darà una mano, permettendogli di arrivare finalmente a destinazione. La durata complessiva del viaggio sarà di sei settimane, 240 saranno le miglia percorse (circa 386 chilometri) seguendo una velocità massima di 5 miglia (8.05 chilometri) all’ora. Dopo un mese trascorso a Blue River, l’uomo viene riaccompagnato a casa dal nipote Dyane. Nel frattempo la sua insolita odissea, soprattutto la caparbietà dimostrata nel voler raggiungere a tutti i costi il suo familiare, attira l’attenzione della stampa e molte testate giornalistiche (tra cui il New York Times) dedicano articoli alla sua impresa. Dal canto suo, Straight non ama essere al centro dell’attenzione e rifiuta gli inviti di numerose trasmissioni televisive, tra cui il David Letterman Show. L’uomo ribadisce che il suo obiettivo non erano le luci della ribalta ma semplicemente visitare e riconciliarsi con il fratello. Nell’aprile 1995, Straight organizza un nuovo viaggio sempre a bordo del suo John Reede; questa volta la sua meta è Sun Valley, nell’Idaho. Purtroppo, a causa del tempo avverso e delle sue precarie condizioni di salute, l’uomo è costretto a tornare indietro e ad accantonare il progetto. Straight muore l’anno successivo, il 9 novembre 1996. Un trattorino tosaerba simile a quello utilizzato nel suo viaggio accompagnerà il corteo funebre all’Ida Grove Cemetery. Subito dopo Henry Straight, ripresosi dall’infarto che lo aveva colpito, si trasferisce nello Iowa per stare più vicino ai suoi familiari. Morirà nel 1997.

In seguito anche il regista David Lynch resta molto colpito dall’avventura intrapresa dal “lawnmower man” (‘l’uomo tagliaerba’) e si propone di riportare la vicenda sul grande schermo. Il film, intitolato “A Straight Story” e uscito in Italia con il titolo “Una storia vera”, esce nel 1999 e ottiene un grande successo di critica. A parte qualche modifica (la moglie Betty non compare nel film e i nomi della figlia Diane e del fratello vengono cambiati in Rose e Lyle), la pellicola ripercorre fedelmente l’itinerario percorso da Alvin Straight e ne traccia con sensibilità e delicatezza il profilo.

Un piccolo omaggio a un uomo comune, portatore di valori semplici ma essenziali.

Elisa Ceccon

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