Venezia 76: recensione del cortometraggio “DESTINO di Bonifacio Angius – evento speciale alla 34. Settimana Internazionale della Critica

DESTINO

di Bonifacio Angius

in anteprima mondiale

alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

evento speciale alla 34. Settimana Internazionale della Critica

La storia di Destino si sviluppa in una giornata ordinaria di un uomo senza qualità che nel succedersi degli eventi si misura con il senso di vuoto, la forza della superstizione, i sentimenti dell’angoscia e della paura in una dimensione dall’intensità quasi ancestrale, in cui troverà le conferme che stava cercando da tempo.

Interpreti:
Bonifacio Angius
Maria Teresa Pintus
Orlando Angius
Andrea Carboni
Teresa Soro
Lucia Napolitano

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Recensione

“Destino” è un cortometraggio a tratti ostico e non per lo svolgimento della storia che si verifica sullo schermo, bensì per il significato intrinseco racchiuso.

“Io vedo tutto nero. Può succedere qualcosa di brutto.”

Sullo schermo osserviamo lo svolgersi di una normale giornata, in cui Mario, il protagonista, è a casa della sorella. Le confida di essere “sfigato” e che per tale motivo è senza lavoro e nemmeno lo cerca. La sorella gli suggerisce di recarsi da una signora che toglie il “malocchio” e di portarsi con sé la nipotina perché è annoiata e non esce mai di casa.

Il marito della sorella è marginale, gioca ai videogiochi e non gli rivolge la parola.

Mario esce con la bambina, si reca da colei che può togliergli il malocchio che gli consiglia di confessarsi in chiesa e di recitare ogni sera una preghiera.

Mario si reca in chiesa, si confessa ed una volta terminato decide di rientrare in chiesa per lasciare un’offerta, lasciando così incustodita la bambina, che sparisce.

Il ritmo del corto è lento, quasi statico e l’inflessione dialettale lo rende complicato ma allo stesso tempo se si supera questa difficoltà ci appare dinnanzi gli occhi la figura di un uomo, forse un uomo qualunque, un uomo che dà la colpa agli altri, un uomo che ha smesso di lottare per il proprio destino.

“E tu cosa hai fatto? E loro cosa hanno fatto per me?”

Al termine della visione rimaniamo con un grandissimo punto interrogativo: cosa accadrà ora? Quanto una semplice giornata è stata in grado di influenzare un uomo?

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