Venezia 76: recensione del film “The King” di David Michôd. “I problemi che vengono trascurati hanno il vizio di diventare emergenze”.

The King

Regia:

David Michôd
Produzione: Plan B (Brad Pitt, Dede Gardner), Porchlight Films (Liz Watts), Yoki (David Michôd), Blue-Tongue Films (Joel Edgerton), Netflix
Durata: 133’
Lingua: inglese, francese
Paesi: Regno Unito, Ungheria
Anno: 2019
Interpreti: Timothée Chalamet, Joel Edgerton, Sean Harris, Tom Glynn-Carney, Lily-Rose Depp, Thomasin McKenzie, Robert Pattinson, Ben Mendelsohn
Sceneggiatura: David Michôd, Joel Edgerton
Fotografia: Adam Arkapaw
Montaggio: Peter Sciberras
Scenografia: Fiona Crombie
Costumi: Jane Petrie
Musica: Nicholas Britell
Suono: Robert Mackenzie, Sam Petty
Effetti visivi: Andrew Jackson

Principe ribelle e riluttante erede al trono d’Inghilterra, Hal ha voltato le spalle alla vita di corte e vive tra il popolo. Ma quando il tirannico padre muore, Hal è incoronato re con il nome di Enrico V e si trova costretto ad abbracciare la vita alla quale aveva cercato di sfuggire fino ad allora. Il giovane re si trova ora a destreggiarsi tra la politica di palazzo, il caos, le guerre che il padre si è lasciato alle spalle, e le vicende emotive della sua vita passata, incluso il rapporto con l’intimo amico e mentore, l’anziano cavaliere alcolista John Falstaff.

Credits: Lorenzo Mattotti per La Biennale di Venezia

Recensione

Un film avvincente che ripercorre la giovinezza di Enrico V, dal suo rifiuto di partecipare alla vita di corte fino alla sua incoronazione.

Il giovane Hal è un ragazzo coraggioso e idealista, che non condivide la corruzione del vecchio padre ed attuale re di Inghilterra e per tale motivo abbandona la corte, per rifugiarsi a vivere come un comune mortale insieme all’amico e confidente John, ex soldato e ora spesso alcolizzato.

Quando il padre si ammala e il fratello minore muore si troverà costretto ad accettare il suo ruolo di sovrano ma sarà difficile comprendere chi sono i nemici e chi, al contrario, è leale.

“Dov’è il mostro?”: così Hal definisce il padre sul letto di morte; consapevole della bramosia di potere e ricchezze che hanno contraddistinto il re e che hanno condotto la nazione alla povertà.

“Dovete subire l’umiliazione di servire me”: così si rivolge ai fedelissimi del padre che da sempre lo hanno disprezzato. L’umiliazione di servire Hal, incoronato re Enrico V, condurrà il giovane ed ingenuo sovrano in guerra con la Francia.

Il re di Francia, infatti, si macchia del peccato di aver tentato di uccidere Enrico V, inviando un mandante a compiere il vile gesto; si professa preoccupato per il nuovo sovrano.

Enrico V, che avrebbe voluto solo la pace, si trova costretto ad adempiere al suo compito per onore della nazione: partire per la Francia e conquistare i suoi territori.

“I problemi che vengono trascurati hanno il vizio di diventare emergenze”.

La battaglia conclusiva è epica, coraggiosa e “insensata”: ciò che Enrico V ha scelto di compiere andava davvero fatto? È valsa la pena sacrificare la vita di tanti soldati?

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