Venezia 76: Recensione del film “The Laundromat” di Steven Soderbergh. Con Meryl Streep, Gary Oldman e Antonio Banderas.

The Laundromat

Regia: Steven Soderbergh
Produzione: Grey Matter (Lawrence Grey), Sugar 23 / Anonymous Content (Michael Sugar), Netflix
Durata: 96’
Lingua: inglese
Paesi: Usa
Interpreti: Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas, Jeffrey Wright, Matthias Schoenaerts, James Cromwell, Sharon Stone
Sceneggiatura: Scott Z. Burns
Fotografia: Peter Andrews
Montaggio: Mary Ann Bernard
Scenografia: Howard Cummings
Costumi: Ellen Mirojnick
Musica: David Holmes
Suono: Larry Blake
Effetti visivi: Eric Frazier
Note: dal romanzo Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite di Jake Bernstein

Quando la sua vacanza idilliaca prende una piega inattesa, Ellen Martin comincia a fare ricerche su una polizza assicurativa falsa, per ritrovarsi in un giro infinito di loschi traffici, riferibili a uno studio legale di Panama specializzato nell’aiutare i cittadini più ricchi del mondo ad accumulare fortune ancora più grandi.
Gli affascinanti – ed elegantissimi – soci fondatori Jürgen Mossack e Ramón Fonseca sono esperti nel trovare soluzioni seducenti, attraverso società fittizie e conti offshore, per aiutare i ricchi e potenti a prosperare. Ci mostreranno che il problema di Ellen è solo la punta dell’iceberg dell’evasione fiscale, delle tangenti e di altre assurdità con le quali i super ricchi sostengono il sistema finanziario corrotto del mondo. Il film – un adattamento di Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite del reporter investigativo e vincitore del premio Pulitzer Jake Bernstein – sfreccia attraverso un caleidoscopio di comiche deviazioni in Cina, Messico, Africa (via Los Angeles) e Caraibi, fino all’incidente dei Panama Papers del 2016, occasione in cui i giornalisti fecero trapelare i documenti segreti criptati dei clienti di alto profilo di Mossack Fonseca.

Credits: Lorenzo Mattotti per La Biennale di Venezia

Recensione

Il film inizia in modo curioso: due attori sulla scena, Antonio Banderas e Gary Oldman, si rivolgono direttamente al pubblico, dichiarando che le vicende che si vedranno sullo schermo parlano di denaro e che le storie devono essere considerate “favole realmente accadute”. Il film scorre, infatti, come una favola: di quelle scomode ma che incuriosiscono per le vicissitudini che avvengono nelle pagine raccontate.

La storia è divisa in segreti, nello specifico 5.

SEGRETO 1: I MITI SONO FREGATI.

La scena si apre con Ellen Martin (Meryl Streep) in procinto di svegliare il marito per andare a fare una gita sull’acqua. Hanno deciso, dopo 40 anni, di fare un nuovo viaggio di nozze nei luoghi che li hanno fatti incontrare e innamorare. Tuttavia, a causa di un’onda anomala il marito, così come altre 21 persone, muore, lasciando un vuoto in Ellen e la necessità di avere giustizia per quella morte, quindi di avere un risarcimento assicurativo dalla compagnia. La realtà è che ottenere quel risarcimento sarà più difficile del previsto.

Anche il capitano e proprietario dell’imbarcazione, insieme al suo socio, si interrogano sul risarcimento da dare ai superstiti per la terribile tragedia e scopriranno di essere stati truffati dalla compagnia assicurativa che, in realtà, è fittizia e non esiste.

SEGRETO 2: SONO SOLO GUSCI.

Ellen ha venduto la sua casa per trasferirsi a Las Vegas, nella città in cui ha incontrato il defunto marito. È in procinto di acquistare un appartamento che dà nella direzione del luogo in cui si sono incontrati ma l’agente immobiliare le comunica che è stato già venduto a degli acquirenti russi che hanno pagato in contanti. Ellen scoprirà poco dopo che, in realtà, è stato venduto ad una società offshore (le società offshore esistono solo sulla carta, non hanno dipendenti e non svolgono nessuna funzione).

Ellen, intanto inizia ad indagare sulla compagnia assicurativa scoprendo un losco e ingegnoso giro di affari e di soldi.

Anche la polizia svolge le sue indagini, fino a giungere all’arresto del direttore della compagnia assicurativa. Nel frattempo, Jürgen Mossack (Gary Oldman) e Ramón Fonseca (Antonio Banderas) cercano di correre ai ripari. Per quale motivo? Essi sono i fondatori di una società che ha lo scopo di aiutare i clienti a far nascere società fittizie e conti offshore in modo da riciclare e potenziare le ricchezze. Anche l’arrestato si è rivolto a loro. Tutte le società dei clienti di Jürgen Mossack e Ramón Fonseca, 25mila, sono intestate ad un unico nome: Mia Beltram (ignara dipendente).

SEGRETO 3: DILLO AD UN AMICO

Jürgen Mossack e Ramón Fonseca raccontano agli spettatori come nasce la loro collaborazione e tentano di giustificare le loro azioni, anche se rimane chiaro, nonostante la simpatia che suscitano, che sono dei truffatori.

SEGRETO 4: CORRUZIONE 101

Il denaro è in grado di corrompere anche una figlia dinanzi al padre. Quando la giovane scopre il tradimento del padre, nei confronti della madre, negozia con lui e si fa dare le azioni di una società quotata in borsa 20 milioni. Scoprirà ben presto che le sue azioni non hanno alcun valore: la società non esiste.

SEGRETO 5: IL GRANDE COLPO

Entra in scena il signor Maywood (Matthias Schoenaerts): a causa della avarizia si procura la morte.

Ciò che vediamo sullo schermo è l’emergere dello scandalo dei “Panama Papers” e la versione della storia di Jürgen Mossack e Ramón Fonseca, i truffatori. Si giustificano spiegandoci che le azioni compiute sono a causa delle leggi vigenti in alcuni Stati degli Stati Uniti d’America che non impediscono l’elusione fiscale e dichiarano che “gli Stati Uniti sono il più grande paradiso fiscale del mondo”.

La vicenda è interessante, raccontata in modo originale e con un tono da commedia, nonostante la gravità della storia. Meryl Streep è una conferma e ci regala una sorpresa finale, che lascerà molti spettatori allibiti.

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