Versi di David Taglieri

Fredda Berlino

Ninfa fiorentina che balli sugli scogli versiliani

ricordo di una fata di mondi alati

importasti le tue magie alchimie di terre lontane

radunasti dei, eroi e sirene etrusche per pranzi etruschi luculliani.

Restavi sdraiata a mirare l’orizzonte mentre il sole scaldava le onde contigue alla sabbia

celavi dietro l’emozione di un gesto, l’indecisione di una profonda rabbia.

Virasti verso terre di prodezze di marinai senza tradire un ideale

seducesti con garbo, tatto, senza illudere e compiacerti di una bellezza che esteriore cercava lo specchio nella tua complessa bellezza interiore.

Un Vessillo con il giglio sbandierava la tua passione

mentre cedevi al sentimento ma facevi prevalere la ragione

scappando da un desiderio verso una fredda Berlino

Finestrino

Giacomo Dante ed Alessandro decisero di assecondare la loro voglia di sfiorare il mare… partiron per il traffico pazzo di lungomai dimenticati dalla storia con le loro penne, le pergamente e tutto il necessario per un viaggio che aveva il sapore di gita alla caccia di emozioni, senza mai staccare l’inchiostro dall’intelletto e dall’anima. Il mare disegnava un’ispirazione e fra discorsi di calcio, donne e cibarie estive il gruppo comprendeva quanto contasse la meta ma ancor più il tragitto; sentiero delle loro scorribande romane alla ricerca dei territori inesporati su e giù per il cuore dell’Etruria, per connettere i pensieri al passato e trasformarli in un auspicio per il futuro. Improvvisamente squillò un telefono, era quello di Alessandro che troppo preso dall’improvvisare ritratti dimenticò un rumore per descrivere per un giorno con la matita, quello che di solito narrava con la penna. Dante allontanò per un momento ragionamenti teologici per ammirare la complessità del territorio, mentre Giacomo guidava assecondando una curva, ridendo ed ammazzando il tempo del percorso con un nastro rosa di Battisti che proiettava le sue traiettorie sul finestrino.

Panthomusica

La biblioteca polverosa di libri e cultura spandeva tranquillità in un classico venerdì che si faceva sera; il violino modulava le sue note nella piazza dipingendo la Minerva di colori romani e di arte segreta sulle finestre specchi ed occhi di una città incantata. Al di là, il Pantheon abbracciava la piazza confortando la gente sul ritorno del sole, almeno per un giorno… mentre le armonie accarezzavano la fontana.

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