“VOLEVO NASCONDERMI”: Nastro dell’Anno 2020

Va al film di Giorgio Diritti Volevo nascondermi il “Nastro dell’Anno” 2020, riconoscimento che il Direttivo dei Giornalisti Cinematografici assegna scegliendo tradizionalmente un’opera che merita una particolare sottolineatura di eccellenza, oltre il verdetto che annualmente premia i migliori dell’anno attraverso il voto di tutti gli iscritti al Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani che assegna i Nastri dal 1946.

Un premio all’eccellenza per i produttori, Carlo Degli Esposti e Nicola Serra per Palomar e Paolo Del Brocco per Rai Cinema, a Giorgio Diritti per lo stile essenziale di una regia importante e alla straordinaria performance di Elio Germano.

Con l’apprezzamento dei Giornalisti Cinematografici per una squadra che ha realizzato con un contributo artistico e tecnico di altissima qualità un film sulla solitudine della malattia mentale ma, soprattutto, il racconto emotivo di una sofferta emarginazione.

Il Nastro dell’Anno, un riconoscimento di eccellenza che va oltre le candidature, va a Palomar e Rai Cinema per la produzione, a Giorgio Diritti per la regia e ovviamente alla performance eccezionale di Elio Germano, che riceveranno i premi, come ogni anno, alla fine di Giugno, anche in quest’edizione particolare che si svolgerà a Roma. In questa occasione riceverà un riconoscimento speciale anche la squadra che – dalla scrittura alle collaborazioni tecniche, fino al make up e all’hair styling – ha lavorato nel segno della qualità, per un grande risultato.

Volevo nascondermi, presentato con successo in concorso a Berlino – dove per  la sua straordinaria interpretazione Elio Germano ha conquistato l’Orso d’Argento come miglior attore protagonista – riceve il Nastro dell’Anno perché,  come si legge nella motivazione, è  “Un film che, con lo stile essenziale della semplicità, mette a fuoco la sofferenza e il talento personalissimo di un uomo che, attraverso l’esplosione della sua creatività irrefrenabile, riesce a riempire il vuoto della solitudine e superare il disagio dell’emarginazione e della malattia mentale. Ma, oltre il racconto di un personaggio così straordinariamente ‘diverso’, una riflessione sulle contraddizioni profonde di un mondo che – per dirla proprio con il suo straordinario protagonista – marcia a forte velocità in ogni direzione dimenticando ‘tutti gli storti, tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta’, i Ligabue che sono in mezzo a tanta civiltà.”

“Si tratta di un premio tradizionalmente assegnato al complesso di un’opera per il suo valore speciale” spiega per il Direttivo Nazionale Laura Delli Colli.

“Nastri con mascherina e guanti, sanificazioni, e distanziamento sociale, ma comunque ‘live’ – spiega la Presidente – in un omaggio, mai come quest’anno, all’insegna della solidarietà con tutto il cinema, dalla regia ai protagonisti, ma anche a tutti i lavoratori ‘invisibili’, dietro le quinte. Un mondo di talenti, di tecnici e di grande artigianato al quale, oltre l’incoraggiamento e il riconoscimento dei premi, auguriamo soprattutto di poter tornare al lavoro.”

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