Intervista a Klaw (Alberto Amenta): “l’unica vera difficoltà che possiamo incontrare siamo noi stessi”

E’ uscito il 3 maggio il nuovo album di un giovane artista siciliano Klaw (nome d’arte di Alberto Amenta) dal titolo “ESTOTE PARATI”.

Un album ricco di influenze musicali (rock, rap, pop, elettronica) che parla ai giovani e alla società odierna con sguardo attento alle sue problematiche ma con una nota di speranza e che manda un messaggio forte: l’importanza dell’empatia come arma per non combattere da soli.

Alberto Amenta nasce a Catania il 6 agosto del 1997. Il suo nome d’arte è “Klaw”, che letto al contrario è “walk”, e rappresenta le iniziali degli artisti che nel corso della sua adolescenza lo hanno aiutato a “camminare” nella musica e nella vita: Kurt Cobain, Luciano Ligabue, Alessandro Aleotti, William Bruce Bailey. Klaw è l’unico autore di tutti i testi e di tutte le strumentali, fatta eccezione nelle prime produzioni. Ha iniziato a scrivere e comporre all’età di 15 anni, dopo aver militato per 3 anni in una rock band “Illusions” con cui ha iniziato a registrare le prime canzoni. All’età di 19 anni inizia il suo percorso solista con l’uscita del primo album, nel 2017, dal titolo “(N)emesi”. Negli anni si avvicina al pop, all’elettronica e al grunge, utilizzando questo crossover, unito al genere rap e rock, nelle sue produzioni musicali. Nel 2018 è uscito “La Selezione”, Ep di 6 brani disponibile su tutte le piattaforme digitali mentre il 3 Maggio 2019 è stato pubblicato il suo terzo lavoro in studio dal titolo “ESTOTE PARATI”.

  • Buongiorno Alberto. È uscito il 3 maggio il tuo nuovo album “ESTOTE PARATI”. Cosa ti piacerebbe che percepisse il fruitore ascoltandolo?

Che a volte i percorsi di vita non sono semplici e che spesso ci sono ricadute. Molte volte pensiamo di aver cucito un taglio profondo quando in realtà abbiamo messo solo un cerotto. Dobbiamo imparare ad essere pronti ad avere il coraggio di guarire davvero e completare il percorso che ci farà crescere. Con quest’album, mi piacerebbe dare carica a chi vuole/deve accettare un cambiamento ma non si sente pronto. Lo stare pronti a cambiare e lasciarsi dietro parti di vita non è mai stato facile per me e in base alla mia esperienza e alla mia fragilità nel ricaderci ancora in certe cose, vorrei creare empatia con chi è come me, così da essere più forti, più pronti… Ecco perché Estote Parati.

  • “Evviva l’Italia” ha anticipato il disco. Come nascono le canzoni che scrivi?

Le mie canzoni nascono da quello che vivo. A volte però magari voglio dire qualcosa, ascolto altra musica per prendere ispirazione e poi viene fuori un pezzo, per esempio Evviva l’Italia è ispirata a “Questo è un grande paese” di Piotta e Lo Stato Sociale, ma alla base c’era la mia esigenza personale di fare critica su alcune cose che non mi piacciono del nostro paese.

  • So che stai girando il video del prossimo singolo che è 902. Cosa racconta il brano?

902 era l’autobus che mi portava a scuola. Questo testo parla del momento “di stallo” che si vive una volta usciti da scuola. Quel periodo dove non si sa che fare, ma si sente la pressione del mondo addosso e allora si rattoppano lavori o università che non si vogliono realmente fare, ma sono “comode”. Ben viste. E magari si buttano via quelli che sono i sogni. Attenzione é giusto e sacro avere e fare qualcosa di concreto, obiettivi concreti, ma è giusto anche sognare e crederci, perciò rattoppate quanto volete ma non lasciate indietro le passioni! Per questo farò musica per sempre, magari avrò un altro lavoro che mi piacerà pure. Ma la musica mi permette di esprimermi e questo è troppo importante. Esprimetevi, dite chi siete. Non buttate via la vostra arte, ognuno ce l’ha… Questo pezzo e concetto l’ho maturato mediante una ragazza incontrata per caso che ha tenuto a dirmi che mi apprezzava musicalmente e mi seguiva dagli inizi, dandomi carica… Ed ecco che poi sono anche in grado, mediante la passione di prendermi soddisfazioni che si lo faccio per me, ma questo gratifica e gratifica il tuo sudore, inutile negarlo. Perciò appassionatevi a qualcosa, fa bene!
Non so bene quando uscirà il video, sicuramente entro metà giugno!

  • Tu sei siciliano, nello specifico di Catania. La tua terra influenza la musica che componi?

Si, scrivo di quello che vivo quindi Catania ha influenza su di me, in negativo e in positivo. A volte esco per il centro da solo, ascoltando musica, la cornice è suggestiva e spesso e volentieri mi fermo in un angolo a scrivere.

  • Vivere in Italia e al sud è spesso complicato, ancor di più se si cerca di emergere in un settore come quello della musica. Quali difficoltà incontra un giovane nel cercare di trovare “il proprio posto nel mondo”?

Purtroppo, c’è veramente poco dalle mie parti per quanto riguarda la possibilità di emergere nella musica e nell’arte in generale. Il paradosso è che però, per esempio la Sicilia, è una terra piena di artisti che come me sentono la necessità di voler sognare un futuro migliore, e allora lo dipingono, facendo un quadro, facendo musica o scrivendo.
L’unica vera difficoltà che si può incontrare siamo noi stessi. Noi stessi che ci facciamo condizionare da una società che dopo scuola ci vuole belli e sistemati, da una società che seppur piena, rinnega l’arte e la vede come qualcosa di superficiale, da una società che giudica ogni cosa. Una volta superata la gente che critica, secondo me non c’è nessuno ostacolo. La lumaca se nessuno la schiaccia lungo la strada arriva dove vuole, si dice, tuttavia sta a noi però non farci schiacciare, è difficile, ma è l’unica scelta che abbiamo.

  • Hai dichiarato che per te fare musica “è come lasciare un’impronta” al mondo; possiamo dire che l’arte è un modo di “eternarsi”. So che ami la musica in tutti i suoi differenti generi ma credi che tutto sia meritevole di essere creato e chiamato “musica”?

Sai cosa secondo me non è meritevole di essere chiamato musica?  I prodotti delle major fatti apposta in base alla musica di tendenza che va in quel momento. Poi se c’è qualcuno scarso a suonare o cantare ma lo fa col cuore per me può essere definita musica, arte tranquillamente.

  • Scrivi nelle tue canzoni dell’attualità, in tutte le sue sfaccettature e complicanze. Trovi nella società di oggi qualcosa o qualcuno da prendere come riferimento in senso positivo?

Non saprei, il problema è che la gente quando prende qualcuno come riferimento poi finisce ad idolatrare questa persona. Dovremmo comportarci tutti in base alla nostra coscienza e alla nostra testa nel rispetto altrui. È importante la coerenza, e un esempio sano di coerenza è sicuramente Pino Scotto e mi piace molto il coraggio di personaggi come Suor Cristina. E naturalmente è importante sempre usare l’intelligenza nelle cose. Detto ciò, scusa la banalità della mia risposta, ma gli unici che prenderei come esempio vero sono i bambini.

  • Hai un sogno nel cassetto?

L’anima gemella, sempre che non sia morta.

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