Intervista a Mariella Pizziconi: la sua “Spiaggia libera” a Il Cantiere Teatrale dal 1° al 3 dicembre

Mariella Pizziconi

Gli arenili da quelle parti sono molto ampi e di sabbia chiarissima e fine. Magici i tramonti ma il mare lascia a desiderare.

Laddove ci fu lo sbarco di Anzio, madre e figlia, si combattono a suon di recriminazioni e ricordi.

È in scena a Il Cantiere Teatrale – Accademia Giovanni Arnone dal 1° al 3 dicembre “Spiaggia libera”, commedia “amara” scritta e diretta da Mariella Pizziconi.

La voglia di famiglia, tradita, è la spina dorsale dell’opera e la spiaggia uno spaccato della società post pandemica dove ognuno vive il suo piccolo mondo con le proprie convinzioni: figure incapaci di una giusta comunicazione e di percepire i sentimenti degli altri, intesi soltanto come nemici.

“Spiaggia libera” è una commedia e dovrebbe far ridere eppure…

Abbiamo intervistato Mariella Pizziconi, regista e autrice dell’opera.

Spiaggia libera
Spiaggia libera
  • Buonasera Mariella. È in scena dall’1° al 3 dicembre a Il Cantiere Teatrale – Accademia Giovanni Arnone “Spiaggia libera”, una commedia “amara” sui rapporti familiari. Ci racconti come nasce il testo?

Da tempo volevo scrivere qualcosa sulla spiaggia perché già di per sé è un palcoscenico incredibile, volevo qualcosa di nuovo ma anche di leggero. Quando sono ispirata prendo un foglio e scrivo e dove arrivo arrivo.

Ho pensato alle spiagge di Roma perché le conosco bene. Quelle libere sono uno spaccato, spesso inquietante, della società in cui viviamo: arrogante, ignorante e narcisa ma ci sono anche i buoni sentimenti e c’è la famiglia comprensiva di nonni e zii. Volevo “il dialogo”, che spesso manca all’interno delle famiglie. In spiaggia ci si rilassa, ci si apre, si è  scoperti, nudi, più sinceri. Un bene? Nella nostra commedia sembra di no, accade di tutto e tra madre e figlia volano parole dure ma vere, sentite, accorate. Fino alla fine ho tenuto aperto il finale, poi ho deciso…

  • Ti sei ispirata a relazioni che hai vissuto anche indirettamente o è tutto frutto di fantasia?

Normalmente attingo da storie vere che accadono ad amiche ma anche a me, le mischio e poi cerco dei colpi di scena ed il finale che deve essere sempre assolutamente sorprendente. La storia però la costruisco io di sana pianta. Cerco una giusta ambientazione, non parlo mai di posti che non conosco. Creo i personaggi, costruisco i loro caratteri, poi decido di far vivere loro quella o quell’altra storia che tengo nel cassetto della memoria. Aggiungo conflitti ed altri “condimenti” che rendono vivace la narrazione. È come un gioco per me e, alla fine, tutto deve tornare. Amo ascoltare le persone che cercano una platea per i loro racconti ed io non dimentico, non dimentico le loro storie strane, drammatiche o buffe. Molti quando vengono a vedermi a teatro si riconoscono, altri no: vuol dire che mischio bene le mie carte?

  • La commedia è ambientata nella spiaggia affollata di Anzio e racconta un giorno al mare tra madre e figlia. Il mare, con il suo eterno fluire, ha un suo ruolo all’interno del testo o è solo cornice?

Il mare fa da sfondo alla mia vita: i ricordi estivi, i tramonti, il colore, il profumo. È il mare di quando ero bambina, facilmente raggiungibile da Roma, ed è il mare attuale dove ho una piccola casa che mi accoglie l’estate a Tor San Lorenzo vicino ad Anzio. Nella commedia il mare ha un ruolo importante, soprattutto per il finale. Madre e figlia vi si bagnano, la prima non proprio con soddisfazione perché purtroppo il mare di Roma, si sa, non è pulito, e lei che ha la villa al Circeo non è molto felice di passare una giornata intera in una spiaggia libera, in mezzo a gente “barbara”, come usa  definirla. Poi arrivano i litigi con la figlia, i ricordi, le recriminazioni. Sembrerebbe proprio una brutta giornata…

  • La spiaggia ospita uno spaccato della società in cui tutti possiamo ritrovarci. Quanto la società influisce sulle relazioni?

Questa società è malata e non può che contaminare e degradare anche i rapporti umani.  La pandemia è passata ma ha lasciato macerie, poi le guerre hanno fatto il resto. Sembra che contino solo i soldi ormai. La spiaggia libera a pochi chilometri da Roma ospita gente che non può permettersi un ombrellone in uno stabilimento balneare. C’è stato un generale impoverimento e un conseguente degrado umano. La madre, ricca borghese, accetta la gita per accontentare la figlia che compie 40 anni ma la spiaggia diviene presto terreno di battaglia a colpi di recriminazioni tra le due donne che si vomitano addosso vecchi e nuovi rancori.

  • Come hai scelto gli interpreti?

Come sempre ho scelto gli interpreti tra i miei amici attori. Non avendo sotto mano una quarantenne e una sessantenne ho optato per invecchiare Serena Canali e Stefania Ranieri: la prima deve sembrare una quarantenne, la seconda una sessantenne.

Inizialmente non sembravano per niente madre e figlia ma poi provando sono entrate in sintonia, anche con i loro tempi recitativi e comici. Ora qualcuno trova persino una somiglianza tra di loro. Sono brave, potenti e convincenti, e pure fuori dal palco, a volte, parlano con le stesse battute della commedia. Serena è entrata in sostituzione di un’altra attrice, scelta per il suo modo asciutto di recitare. Sono stata così costretta ad un cambiamento radicale: ora la recitazione è più naturale e disinvolta e va bene così.

  • Ma, quindi, infine la commedia farà ridere oppure no?

Se non si vede il finale lo spettacolo fa ridere.

Madre e figlia si punzecchiano dall’inizio fino alla fine, finché non arriva il padre, Andrea Dugoni, presente soltanto per due minuti: è  lui che sconvolgerà il clima del racconto perché svelerà qualcosa che getterà nello sconforto la sua ex moglie, ex atleta, campionessa mondiale di nuoto, sicura di sé, libera e indipendente. La donna si destabilizzerà. In un attimo rivedrà il suo passato: le sue certezze verranno meno, il suo equilibrio avrà uno scossone ma, come sempre, davanti agli eventi sconvolgenti sarà risoluta e ferma nella sua scelta.

  • Prossimi progetti?

Tra i prossimi progetti ci sarà un testo non mio: una commedia scoppiettante piena di risate scritta da un mio amico, Massimo  Palmieri. Ho arruolato per questo spettacolo tutti attori comici, tra questi la grande Marina Vitolo, e debutteremo ad ottobre 2024 al Teatro Porta Portese di Roma.

Ma dopo Natale tornerò con un mio cavallo di battaglia, FILUMÈ, una mia riduzione a due attori di Filumena Marturano, uno spettacolo che negli anni ha avuto veramente molto successo. Lo porteremo a Todomodo, una grande libreria al Prenestino che si presta a piccole rappresentazioni.

Ma ho nel cassetto tanto altro ancora, testi miei soprattutto e pure storie che sto tentando di ultimare ma mi manca il tempo. A presto quindi e seguiteci!

 

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