Roberta Faccani: “nel ricordo di Giancarlo Golzi, pianto da sola senza far rumore” – INTERVISTA

Roberta Faccani
“Senza far rumore” è il nuovo singolo di Roberta Faccani, un omaggio affettuoso e introspettivo a Giancarlo Golzi, storico fondatore, batterista e cuore pulsante dei Matia Bazar, a dieci anni dalla sua prematura scomparsa. Fu proprio Golzi a volere fortemente l’ingresso di Roberta nella band, riconoscendo nella sua voce dirompente e originale un elemento di rinnovamento per il gruppo.
Roberta Faccani è una cantautrice, attrice, performer, presentatrice, vocal coach e produttrice discografica anconetana con una carriera nazionale e internazionale di oltre trent’anni. La sua carriera inizia negli anni ’90 come vocalist e corista. Nel 2000 esce il suo primo singolo da cantautrice, “Rido”. Nel 2004 viene scelta come voce solista del gruppo Matia Bazar, con cui debutta al Festival di Sanremo 2005 con il celebre brano “Grido d’amore” e resta fino al 2010. Con la band genovese pubblica tre album e un DVD. Come attrice, Roberta Faccani ha partecipato a numerosi musical di successo. Come cantautrice, ha pubblicato tre album da solista e ha scritto brani per altri artisti. Ha anche partecipato a numerosi programmi televisivi e ha vinto diversi premi alla carriera.
Roberta Faccani è anche una docente di canto pop-rock e ha insegnato nel Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone. Ha creato il format artistico “La Fabbrica del Cantante-Attore” e fa parte del corpo docente della piattaforma online MusicLife.Live. Nel 2021, Roberta Faccani ha organizzato il webinar internazionale con Steve Lukather, fondatore della band Toto, e ha partecipato come giudice e docente di canto a diversi concorsi canori nazionali.
- Buonasera Roberta. “Senza far rumore” è il tuo nuovo singolo, un omaggio allo storico fondatore e leader dei Matia Bazar Giancarlo Golzi. Ti chiedo: cosa ti ha spinto a scrivere questa canzone? A mettere su musica il suo ricordo?
Avevo tanta voglia di ricordare, ringraziare ed omaggiare Giancarlo Golzi, fondatore, batterista storico nonché anima pulsante dei Matia Bazar, scomparso prematuramente nel 2017. Dopo la fine del nostro sodalizio (da me inaspettata e non voluta), non ero più riuscita a parlare né tanto meno vedere Giancarlo e, per non turbare gli equilibri nuovi che si erano creati dopo di me, decisi di fare un passo indietro anche nel giorno del suo funerale. Perciò l’ho pianto sola in silenzio proprio “senza far rumore” quando invece avrei tanto voluto essere a fianco dei miei ex compagni di lavoro. Perciò, il sentimento per quell’ultimo saluto in qualche modo negato, ma anche la stima, affetto e riconoscenza per la grande esperienza vissuta in sei anni con lui e gli altri due colleghi (Cassano e Perversi) mi hanno spinta a dedicargli una canzone.
Il “Capitano” Golzi, che amava molto la mia voce e che fu quello che fortemente volle la mia entrata nella band, era per me un punto di riferimento importantissimo per carisma, autorevolezza, forza e lungimiranza fuori e dentro il palco. Gli ho voluto molto bene e da lui ho imparato tante cose che mi hanno maturata come artista e donna. Sono stata parte di una ricca e lunga storia e ne sono fiera.
- Hai un ricordo prezioso che ti porti con te di Giancarlo?
Mi porto ricordi allegri di imitazioni, risate fino alle lacrime perché sapevamo ridere molto insieme con lo stesso tipo di ironia ma anche ricordi di condivisioni musicali perché ci univa anche un profondo amore per la batteria e un certo tipo di rock. Inoltre di lui conservo una mail che mi inviò dopo la registrazione del nostro secondo album insieme in cui mi attestava una profonda stima per il lavoro che avevo fatto. Di lui serbo anche il ricordo di una conversazione in cui invece mi “rimproverava” di essere “sempre troppo vera e sincera” in un mondo dello spettacolo in cui era meglio costruirsi un po’ di maschere e un po’ di pelo sullo stomaco. Aveva ragione! Se lì per lì non capivo fino infondo le sue parole poi mi sono servite tantissimo per rinforzarmi, rendermi molto più strutturata e diplomatica. Lo ringrazierò sempre.
- Gli altri membri della band hai avuto modo di risentirli? Magari anche in questa occasione?
Devo dire che con Piero Cassano mi sono rivista due o tre volte in questi anni casualmente, lo sono andata a salutare una volta a Milano e quando ha perso la sua amata moglie Claudia gli ho attestato tutta la mia vicinanza. A Piero personalmente, poi, mandai a suo tempo anche il primissimo provino di questa canzone scritta per Giancarlo perché ci tenevo molto ai suoi consigli. Dopo l’uscita del brano lui mi ha scritto sui social riportando non solo i suoi apprezzamenti ma anche quelli della famiglia Golzi.
- Non hai corso il rischio di ricevere pareri negativi intorno al brano? Opinioni di chi può pensare che questo sia anche un modo per “sfruttare a proprio vantaggio una situazione dolorosa”?
Direi che ho ricevuto solo pareri entusiastici sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori. A dieci anni dalla scomparsa del “Capitano” Golzi, secondo me, era addirittura doveroso ricordare la sua figura umana e professionale così carismatica e direi essenziale, non solo per me, ma per tutta la musica Italiana. Il mio è stato un semplice e tenero atto di gratitudine e riconoscenza per l’amico, il mentore, l’uomo saggio e lungimirante, oltre che per il grande artista e uomo di spettacolo che è stato; perciò l’amore non può che essere sempre una cosa bella e positiva.
- Sei lontana dal mondo discografico da alcuni anni e il brano è stato scritto 4 anni fa: cosa ti ha spinto oggi a ritornare?
Se conosci la mia storia sai che ho lavorato anche molto a teatro come performer, perciò la mia carriera abbastanza atipica ha sempre fluttuato tra discografia e musical. Dopo i Matia ho fatto due album da solista con un tentativo sanremese come solista ma non è andato. Ho continuato sempre invece coi concerti in piazza e mi sono capitate tante richieste per i musical, perciò sono andata laddove la vita mi ha portato.
Dopo sette anni di repliche tra “Romeo e Giulietta ama e cambia il mondo” di Zard, l’incontro con “Zerovskij solo per amore” accanto a Renato Zero, o la scrittura per altri colleghi e l’avviamento di una metodologia di canto e format per aiutare giovani talenti (“La fabbrica del cantante attore” ad Ancona), ho sentito che in questa canzone per Giancarlo ci fosse tutta la sincerità e maturità vocale e artistica di una Roberta rinnovata, serena e piena di gioia; pertanto, mi è sembrato bello riaffacciarmi al pubblico della musica al di là di mode, stilemi, previsioni o aspettative. Non faccio le cose mai a tavolino ma ripeto, sempre con il cuore in mano. Il pubblico poi è e sarà sempre il mio sovrano; non vedo l’ora di ritrovarlo sotto il palco ai miei concerti questa estate! Il resto si vedrà.
- Il videoclip è stato girato a Porto Sant’Elpidio (Fermo) nello studio “Cuk.Studio”, e porta la firma del regista, fotografo e musicista Daniele “Cuk” Graziani: come nasce l’idea?
Sono marchigiana e da anni sognavo di lavorare solo con tanti bravi professionisti della mia regione. Al di là del fidato collaboratore Giordano Tittarelli con cui scrivo da anni, questa volta ho scelto di fare arrangiare il brano da un bravissimo musicista che si chiama Marcello Colò, di registrare in uno studio stupendo con l’ingegnere del suono Fabio Morbidelli e, infine, di realizzare il video con Daniele “Cuk” Graziani, che oltre ad essere un regista è fotografo e batterista. Chi meglio di lui pertanto, poteva traslare tutti i sentimenti che volevo trasmettere con questa preghiera omaggio al mitico Golzi che della batteria era re?
Così è nato il video in bianco e nero: elegante, raffinato, pacato e ieratico, dove c’è un dialogo fra me e me stessa “travestita” da Giancarlo che ho voluto rappresentare mentre ovviamente suona la batteria mimando la sua gestualità e passione. Io credo molto in Dio e penso che Gianca sia fiero di me e che dal cielo mi stia guidando e proteggendo Ci siamo tutti molto emozionati e lavorare così in armonia è stato bellissimo!
- So che sei in tour per tutta l’estate: ci saranno a breve nuovi brani?
Direi che faccio una cosa alla volta senza strafare. Adesso parte il tour in tutte le piazze con uno spettacolo in cui non c’è spazio per autotune o playback ma dove c’è il contatto diretto e meraviglioso che si crea tra me e i musicisti e fra noi sul palco e il pubblico che ci viene ad ascoltare e questo mi impegnerà tutta l’estate. Se poi, più in là nasceranno canzoni in cui crederò fortemente tanto da pensare a un album, beh lo scoprirò piano piano. Sono fatalista, vediamo che succede con umiltà e pazienza.
- Hai un sogno nel cassetto?
Sai cosa cantava Cenerentola?: “i sogni son desideri chiusi infondo al cuor”… vediamo intanto di “non perdere la scarpetta” (e con il 41 che ho la vedo dura ahhahaha ) e poi vediamo che succede…
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