“Taglio la corda” al Teatro Trastevere con Brenda Monticone Martini e Silvia Grassi: la recensione

Taglio la corda

È stata in scena al Teatro Trastevere il 7 e 8 ottobre la commedia “Taglio la corda” del regista Marco Bellocchi, scritta da Maria Letizia Avato e Brenda Monticone Martini.

Sul palcoscenico due donne, Marisa e Domitilla, Brenda Monticone Martini e Silvia Grassi, due personalità differenti che si scoprono simili nel desiderio di fuga.

È notte, lungo una strada statale, Marisa, piacente casalinga disperata, vaga alla ricerca di un passaggio in auto, dopo aver abbandonato la festa dei 18 anni di sua figlia. Nel frangente sopraggiunge anche Domitilla, appena evasa dalla Clinica psichiatrica I Gladioli dove il figlio l’ha ricoverata dopo l’abbandono del marito.

Le due iniziano a battibeccare, contendendosi la loro porzione di strada, ma il passaggio in macchina tarda ad arrivare.

Lentamente si scoprono le loro storie e peculiarità. Marisa, dopo aver trascorso l’intera vita da moglie e madre, sembra vivere una crisi di mezz’età e vuole trovare un nuovo senso alla sua esistenza.

“Io sono semplicemente una donna in fuga”.

Domitilla, d’altro canto, pur fuggendo ha una meta ben precisa: la casa della sua vecchia amica Giusy, nonché moglie di uno dei suoi amanti, che non vede da 25 anni. Ne ha avuti tanti di uomini Domitilla e sebbene li racconti con leggerezza, nel suo oggi non sembra essere rimasta nient’altro che la solitudine.

Nel vagare della notte incontrano Giustino, un fattore gentile, che offre ad entrambe riparo.

“Taglio la corda” alterna l’ironia delle due donne alla profondità dell’esistenza.

Marisa e Domitilla, nonostante la leggerezza della pièce, vivono entrambe una dimensione di frustrazione e solitudine: Marisa ha una famiglia che la dà per scontata, Domitilla un figlio che non la comprende. Sono due donne che vivono la seconda parte della loro esistenza con un desiderio di riscatto e di rivalsa, alla ricerca di uno scopo, di una bellezza inaspettata.

La bellezza inaspettata che si può scoprire in un incontro: tra l’ingenua e fanciullesca Marisa e la scaltra e sarcastica Domitilla.

Sul palcoscenico le due interpreti incarnano nel loro essere le caratteristiche salienti dei due personaggi: due modi differenti di essere donne eppure ugualmente uniche.

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