Versi di David Taglieri: “Sfoghi”

Fu traumatico constatare il comportamento di alcune persone con le quali Dante aveva condiviso gli anni universitari, i migliori, e verso le quali aveva sempre tentato di mantenere un atteggiamento orientato alla disponibilità, alla condivisione, alla convivialità. Fortunatamente sfogliando le fotografie accompagnato dal valzer dei ricordi sapeva bene che 2 o 3 amici cari li aveva mantenuti e se li teneva stretti; intanto la dura legge del goal di Max propagava le sue note per la stanza. Quel ritmo lo sentiva dentro, ne carpiva l’effetto consolatorio che lo avrebbe portato dritto dritto dentro una reazione. Non poteva aspettarsi che alla prima occasione di incontro – l’evento di un matrimonio – si sarebbe tradotto in un rifacimento poco elegante di compagni di scuola.

Dante lottava per le sue aspettative, mantenendo i piedi ancorati alla realtà: quello che gli fece più male, dal momento che si divideva fra lavoretti precari, preparazione dei concorsi, scrittura e call center – fu sentirsi dire da una certa ex amica che era di fatto un nullafacente. Lei aveva raggiunto i suoi obiettivi, lei credeva di essere un passo avanti a tutti, lei si permetteva di umiliare un ex amico. E gli altri si sperticavano per dimostrare a sé stessi e al mondo che erano davvero giunti ai vertici della società.

Il nostro protagonista aveva un concetto dell’Amicizia molto alto e per lui le parole pesavano talvolta più di altre azioni raccapriccianti. Dopo aver combattuto per la laurea in legge si era specializzato nel giornalismo, passando da quello giuridico fino ad arrivare a quello culturale; ma per gli altri era un perdigiorno, solo per non avere un posto fisso ministeriale. Delle notti di fronte ai testi, delle mattinate a chiamare e a rispondere ai telefoni, dei pomeriggi di scrittura e delle serate a pulire piscine, bagni, e palestre, evidentemente, presi dall’alta società non potevano rendersene conto. Improvvisamente i pensieri andarono a scagliarsi contro le nuvole nel cielo perché arrivò la telefonata di Gloria che lo attendeva di fronte al bistrot dei sogni di San miniato, per il consueto cafè settimanale. E parlando con lei quello stesso pomeriggio comprese che la rabbia ed il rancore si sarebbero dovuti trasformar in comprensione: – che sia una comprensione saggia e nel rispetto e nell’amor proprio – gli disse con fierezza.  E poi aggiunse – non ti segnare nell’agenda della testa troppe contrarietà, la vita è fatta di sbagli e di uscite infelici, e non sempre in malafede. Non tutti hanno avuto la nostra educazione alla sensibilità ed al decoro – E lo sfogo finì lì, perché Gloria non mandava giù una situazione…. non era giornata per entrambi, ma di solito quei pomeriggi viaggiavano felici con sane ed allegre chiacchierate che disegnavano fumetti fra il Tevere, l’Arno ed il vento del nord del Duomo, sotto l’ala protettiva della Madunnina.

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