Alis Ray: “la musica è uno spazio sacro che mi aiuta a riportarmi al centro” – INTERVISTA

Alis Ray
Alis Ray, al secolo Annalisa Stecconi, è una cantautrice parmigiana che vive a Milano e attraverso la sua musica desidera condividere le scoperte fatte nel suo cammino interiore di conoscenza di sé. Sin da bambina, si è sempre dimostrata particolarmente sensibile, ponendosi domande esistenziali per comprendere la vita e il suo significato. Le sue canzoni trattano temi legati al potenziale umano e alla necessità di liberarlo attraverso la conoscenza di sé. Alis, infatti, crede che l’autoconsapevolezza profonda sia la chiave per superare la visione quotidiana che abbiamo di noi stessi.
“Fighting Love” è il suo ultimo brano. Presentato alla 4^ edizione di Una Voce per San Marino, la canzone è un inno di speranza e energia positiva, capace di motivare e ispirare.
- Buongiorno Alis, grazie per l’intervista. Dal 7 marzo è disponibile il tuo nuovo singolo “Fighting Love”: mi racconti come nasce sia a livello di testo che di sound?
Buongiorno Miriam e grazie a te per lo spazio! “Fighting Love” è nata in un momento molto intenso della mia vita. A livello di testo è il frutto di una riflessione sull’amore che resiste, che combatte, che non si arrende di fronte agli ostacoli. Non parlo dell’amore romantico, ma di quello per se stessi, per la vita. Il sound è venuto quasi da sé: potente, energico, con influenze elettroniche e una struttura che volevo rispecchiasse un crescendo emotivo, quasi come se il brano fosse un round di boxe emotivo.
- Hai presentato il brano alla 4^ edizione di Una Voce per San Marino: quali sono le emozioni che ti porti dietro da questa esperienza?
Un mix di adrenalina pura e gratitudine. È stato un palco importante, un’occasione per mettermi in gioco in modo autentico. Lì ho capito ancora di più quanto conti restare fedeli a se stessi, anche quando tutto ti spinge a “piacere” per forza. Mi porto a casa tanti sorrisi, qualche lacrima e un cuore più forte.
- “Fighting Love” parla di un “amore combattente”, un inno alla positività e all’empowerment. Hai personalmente vissuto situazioni in cui ti sei sentita persa, anche dal punto di vista professionale?
Assolutamente sì. Ci sono stati momenti in cui mi sono chiesta se ero veramente all’altezza. Anche professionalmente ho dovuto lottare contro il senso di inadeguatezza, il confronto costante, la paura di non essere “abbastanza”. Ma sono proprio quei momenti a farti crescere e a renderti più forte e soprattutto a renderti più vera.
- La musica ti salva dallo smarrimento?
Sì, mi aiuta a riportarmi al centro. È uno spazio sacro dove posso esprimere al meglio la mia sensibilità e autenticità.
- “I never give up, even if you knock me down and shoot me”: questa una delle frasi nel brano che voglio ricondurre alla società attuale. Da donna, ascoltando anche le tante storie di violenza e femminicidio che, purtroppo, popolano i nostri giorni, come vivi il presente? Ti senti sicura a esprimere pienamente te stessa?
È ciò che sto provando a fare da un po’ di tempo, ogni volta questa espressione migliora ed è sempre più libera dal giudizio.
- Nel videoclip il protagonista è un uomo che trova rifugio e forza nella boxe. Ti chiedo: come mai la scelta è ricaduta su un uomo? Forse è stato un modo per dimostrare che anche gli uomini hanno delle fragilità che possono essere “cantate” da una donna?
Esattamente. Volevo rompere un po’ quella narrazione per cui solo le donne possono mostrarsi fragili in certe canzoni. Gli uomini hanno dolori, paure, cadute come tutti. È anche un modo per dire che la forza non è solo nel combattere, ma nell’accettare di avere bisogno. Volevo raccontare l’umanità, al di là del genere.
- Credi fermamente nell’autoconsapevolezza che tratti spesso anche nelle tue canzoni. Il tuo è stato un cammino lungo?
È un cammino che non è ancora terminato e mi accompagnerà fino al mio ultimo respiro. Ho dovuto ascoltarmi davvero, smettere di rincorrere approvazioni esterne, accettare le mie zone d’ombra, e capire che avevo bisogno di me stessa per vivere con profondità e gioia questa vita. Consiglio a chiunque di fare questo percorso per conoscersi. È un investimento su se stessi che porta dei benefici per se stessi, per la propria vita e per gli altri.
- Tra le esperienze fatte, sicuramente indimenticabile è l’apertura del concerto di Vasco Rossi il 19 giugno 2024 presso lo Stadio San Siro.
Un sogno. Quella sera è stata un’esplosione di gratitudine e adrenalina. Mi sono preparata molto emotivamente perché volevo godere ogni istante e divertirmi, volevo portare la mia luce e il mio entusiasmo alle persone. Vasco non l’ho incontrato direttamente, quando è arrivato è subito salito sul palco, però mi ha fatto dire che era stato molto soddisfatto.
- Progetti futuri?
Sto lavorando al secondo album, che sarà preceduto da qualche singolo. Sono giunte nuove collaborazioni che mi hanno resa entusiasta. E poi ci sono live in arrivo, che è la cosa che amo di più: stare lì, cuore a cuore con chi ascolta.
- Un sogno nel cassetto?
Si, ma è top secret, sto lavorando per realizzarlo, non appena sarà compiuto te lo dirò.
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