“Diavoli in cucina” di Gianni Quinto al Teatro de’ Servi: la recensione

Diavoli in cucina

È in scena fino al 7 gennaio ‘Diavoli in cucina’, la pièce scritta da Gianni Quinto e diretta da Massimo Natale. Presente nelle sale dello storico Teatro de’ Servi, è uno spettacolo immersivo che senza indugi porta lo spettatore a fare un viaggio emotivo su una tematica attuale: la disoccupazione.

Nonostante il dramma sociale, tutto appare scanzonato e dai toni sarcastici. Ne emerge una commedia con un cast ben rodato, dopo il successo di “Una zitella da sposare”, che sarà riproposto qui al Teatro de’ Servi. Sulla scena Valeria Monetti, Maurizio Paniconi, Alessandro Tirocchi e Simone Giacinti.

La storia ruota intorno all’apertura di un nuovo ristorante: ‘Rigatoni’. Il proprietario è l’ex fidanzato di Michela (Valeria Monetti) che adesso conduce una nuova vita da donna in carriera. Il suo compito è gestire il personale di sala e portare lauti incassi. Un impegno difficile a causa del caro vita. Ma Michela non si abbatte e recluta 3 cuochi: Francesco (Alessandro Tirocchi), un vero esemplare di mammone che l’aiuta perché da sempre innamorato di lei, Nando (Simone Giacinti), speaker radiofonico sottopagato con la passione per la cucina e l’amore verso il fidanzato Silvio e infine Marco (Maurizio Paniconi), un tuttofare impegnato in mille occupazioni per mantenere la sua pretenziosa famiglia mentre cerca di coronare il sogno di laurearsi. 

Diavoli in cucina
Diavoli in cucina

Dopo la diffidenza iniziale il luogo di lavoro diventa una seconda casa che dà modo ai protagonisti di confrontarsi e aiutarsi e di creare un’amicizia che sembra indissolubile. Ma le cose possono cambiare e questo apparente equilibrio viene meno alla fine del primo atto quando Michela borbotta: “il ribasso di incassi”. Preoccupazioni, un possibile licenziamento è nell’aria, uno slogan sembra riecheggiare nel secondo atto:“Mors tua è labor mio”.

La disoccupazione che tocca tutte le età, una piaga sempre più profonda nel nostro Paese che non può lasciare indifferenti nel campo teatrale. Quale miglior modo di descriverla se non attraverso l’ironia tagliente della commedia?

Ottima recitazione, momenti musicali come “Dammi una lametta che mi taglio le vene”, rumori taglienti di piatti che cadono, il cambio cromatico delle luci per il passaggio emozionale e brevi monologhi alla ricerca di una continua pace lavorativa: “Diavoli in cucina” è uno spettacolo gradevole che lascerà a sorpresa il pubblico con il dolce finale.

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