“I NERVI DI ANTIGONE – Non proprio una tragedia” al Teatro Trastevere
I NERVI DI ANTIGONE
Non proprio una tragedia
di Paola Ponti
con
CONSTANCE PONTI
regia: Norma Martelli
musica: Nicola Piovani
scena: Alfonso Giancotti
costume: Béatrice Lemaitre
luci: Yann Kersale
“Si può dire che il monologo diventa al fine una commedia dolente
o un dramma divertente.”
Un’attrice un tantino squinternata entra in scena e inizia a raccontare la dolorosa storia di Antigone e della sua famiglia, ma il buio della sala fa riaffiorare in lei paure mai allontanate, presenze vere o presunte le riportano alla mente ricordi sbiaditi, rancori mai sopiti. Il dramma e la febbre dell’Antigone di ieri si mischiano alle paure della protagonista di oggi.
Come si fa a smettere di avere paura? si chiede la nostra titubante attrice e, ripercorrendo i parallelismi continui tra la propria vita e quella di Antigone, fra incertezze e buffe considerazioni, lazzi comici e drammatici allo stesso tempo, riuscirà con stupore, a raccontare la storia della sfortunata fanciulla. Le due Antigoni, attrice e personaggio, si mescolano così per riflettere con ironia sull’emotività umana.
Recensione
Uno spettacolo che non decolla e non emoziona. Uno spettacolo che ha molti limiti: uno fra tutti la lingua. L’attrice, infatti, è straniera ed il suo italiano non prettamente scandito bene crea problematiche nella comprensione delle parti riguardanti l’Antigone.
Sul palcoscenico interpreta se stessa: un’attrice straniera che rappresenta l’Antigone ma che nel frattempo utilizza l’opera per parlare dei suoi problemi, familiari e di salute, anzi di troppa salute. Infatti, ella, non si ammala mai a differenza della sorella Lara e dei suoi due fratelli e questo fin da piccola è stato un problema; l’attenzione dei genitori è sempre stata sulla sorella, cagionevole a livello di salute fisica e psicologica. Anche il suo essere attrice deriva dal suo desiderio di ammalarsi: decide di voler divenire matta e crede che i matti si trovino all’Accademia d’Arte Drammatica.
L’opera, a tratti, possiede la pretesa di far ridere il pubblico ma anche in questo fallisce.
Probabilmente se si volesse trovare qualcosa di positivo lo si riscontrerebbe nel monologo fatto su “come si smette di avere paura”.
Teatro Trastevere
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