“Il pensiero senza tempo” di David Taglieri

Socrate, Dante e Platone si riunirono per il simposio sulla spiaggia od almeno per l’apericena preparatoria all’evento che si sarebbe tenuto alle 21 laggiù dove il mare non trova confini e dove il sole dà appuntamento alla luna. Il cielo si stagliava sereno sulla marea ondeggiante che sembrava assecondare i moti del cuore ed i passaggi dell’anima mentre i tre ammiravano le meraviglie dei paesaggi. Socrate iniziò a palleggiare quel supertele che Platone aveva ricuperato in una tabaccheria pistoiese il giorno che decise di lasciare l’università per dedicarsi ai licei meno prestigiosi, ma più stimolanti e privi o perlomeno in parte purificati dal gioco delle baronie. Dante aveva acceso uno stereo anni 80 per ascoltare un pò di musica sperimentale dai connotati dell’originalità, e così si avvicendavano pezzi degli Alphaville e degli The Alan Parsons Project, mentre distrattamente appuntava note su un blocchetto. Stava pensando ad un romanzo contemporaneo che lo liberasse del tutto dalla bella che aveva preso la via per Milano.. oramai come diceva Socrate era sicuramente in fase avanzata sulla via del ricordo tiepido e del ricorso ai sacchi della boxe nei momenti del nervosismo.

Platone per stare al ritmo dei e con i  tempi  senza tradire un ideale ed un passato  aveva deciso di comprare uno smartphone, almeno per veicolare messaggi e pensieri che non ricevevano consensi.. mai… Socrate lo convinse del fatto che l’applauso talvolta assumesse i rumori della volgarità e del piacere momentaneo  e che la divulgazione e la passione erano due momenti troppo importanti a prescindere dall’indifferenza del web.

Avendo l’applicazione su libro di figurine gli giungevano le notifiche su tutto lo scibile umano. Dante tuonò anche in una giornata di sole ‘non c’è più specializzazione, ne tanto meno analisi e tutti proprio tutti si permettono di emettere giudizi, anche su argomenti sui quali non si ha la minima contezza.’

Platone coinvolse Socrate ‘guarda qui questo miliardario si lamenta del fatto che sulla sua pensione non ci sono più 100 euro e si piange addosso dato, che a suo parere superficiale, questi soldi andranno a mantenere quei nullafacenti che prendono il reddito di cittadianza… capisci il termine nullafacenti??? come se si divertissero nell’essere precari o disoccupati.’  Socrate non ebbe dubbi ‘non c’è più senso comunitario, si riempiono la bocca di solidarietà, ma nella pratica non si toglierebbero un centesimo dalla tasca’. Ed ancora Dante ‘l’amore per la patria e per il popolo italiano è stato sopraffatto dall’economia più bieca e dal libero mercato e dalle persone che più soldi hanno più ne vogliono..che poi che ci faranno.’

In serata era previsto anche l’arrivo di Aristotele che aveva appena pubblicato un saggio sulla classe media: era stato invitato Indro per intervistarlo, accettò a patto che per cena non mancassero la ribollita ed un rosso chianti; sarebbero intervenute anche Oriana e Dacia.

Era previsto anche un intervento comico della bella Anna, attrice e doppiatrice umbra, vera e propria leonessa da palacoscenico. E mentre il mare diffondeva la sua schiuma sullo spazio tempo dello stabilimento dedicato alla poesia ed alla filosofia i tre si dilettavano in versi e canzoni, meglio Platone strimpellava la sua arpa, e gli altri due tentavano di intonare note.

Alla distanza un gabbiano planava una diagonale nel cielo quasi accompagnando le armonie che si diffondevano fra la spiaggia, le poche nuvole e l’orizzonte disegnando una strana danza fatta di ali, di battiti e di richiami con merli ed altri generi di selvatici volanti.

I tre si divertivano fra musiche, poesie e profonde e leggere riflessioni: irruppe la pragmaticità del quotidiano quando uno studente chiamò il suo maestro Socrate per avvertirlo che in Italia gli stage erano tutti una grande fregatura. Socrate decise di adoperarsi per telefonare all’università, difendere il suo allievo ed in caso, cambiare lo stato dell’arte universitaria anche con un minuscolo intervento. Si allontanò procedendo verso il bar, mentre Platone e Dante si stapparono due birre, per godersi lo spettacolo blu che avevano di fronte ai proprio occhi a confine fra la realtà, la fantasia e la grandezza del pensiero senza tempo.

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