Intervista ad Ivan Cottini: “se decidi di sederti è finita, non ti rialzi più”

Ivan Cottini, poco più che trentenne, ex fotomodello e padre di Viola, è una persona dinamica e con una profonda voglia di vivere: nemmeno la sclerosi multipla è riuscito ad intaccare i suoi sogni.

Ho avuto il privilegio di poterlo intervistare e di rimanere profondamente colpita dalle sue parole e dalla sua grande determinazione e positività: perché la vita è quello che accade, nonostante tutto.

“Le scelte le avete. Potete scegliere la gioia anziché la disperazione. Potete scegliere la felicità anziché le lacrime. Potete scegliere l’azione anziché l’apatia. Potete scegliere il progresso anziché la stagnazione. Potete scegliere voi. Potete scegliere la vita”. Leo Buscaglia

A seguire l’intervista.

  • Ivan, ti ringrazio per questa intervista e inizio con il dirti che mi ha molto colpita la tua storia, soprattutto per la tua forza d’animo. Come fai ad averne così tanta da riuscire ad affrontare la malattia con il sorriso?

Ciao Miriam, ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di fare questa intervista. La forza sinceramente non lo so nemmeno io dove l’ho trovata; comunque sono anche io un essere umano e, ti dico, i primi mesi dalla diagnosi, oltre ad aver perso tanto peso sono andato fuori di testa, piangevo.

 In una notte di un ricovero lungo in ospedale, a Milano, non so cosa sia scattato in me, mi sono detto: “C*** Ivan, hai 27 anni o decidi di sederti e aspettare che la malattia vada avanti oppure ti rimbocchi le maniche e riprendi in mano la tua vita e porti avanti ancora i tuoi sogni”. Ho scelto la seconda, la più faticosa perché comunque ogni giorno è una fatica, però ho deciso così, di ripartire e di misurarmi ogni giorno contro i limiti che la malattia mi dà.

  • Immagino che scoprire di essere malato sia stato terribile. Mi puoi raccontare come è avvenuta questa terribile scoperta e quali sono state le sensazioni successive a ciò?

Scoprirlo è stato una mazzata sia per me che per la mia famiglia. Non immagini neanche quanto. Io dopo un 4 – 5 mesi sono ripartito e, come hai visto anche dalle mie interviste, sono un vulcano e non mi fermo di fronte a niente, anzi ogni giorno mi piace studiarne una e alzare sempre di più quel limite che mi pongo. Purtroppo i miei familiari, a differenza mia, sono rimasti fermi alla diagnosi e ancora non si danno pace. E questa è una cosa che comunque mi dispiace tanto.

  • In quel momento cosa facevi nella vita? In quale fase ti trovavi?

Prima che la malattia mi venisse a bussare alla porta di casa, conducevo una vita, quella che da noi si dice “da non muori mai”. 26 anni, facevo quello che avevo sempre inseguito all’epoca, facevo il fotomodello, non ero a grandi livelli però ci vivevo; sempre a letto tardi, a destra a sinistra, insomma una vita bella. Poi tutto all’improvviso è cambiato, perché comunque nella mia fortuna ho anche una forma di sclerosi multipla molto aggressiva e specialmente all’inizio è andata avanti molto e portandosi via buona parte delle mie funzionalità del corpo. Quindi è stata una bella mazzata.

  • Ho avuto modo di vederti nella trasmissione di Maria De Filippi “Amici”. I ragazzi sono rimasti molto colpiti da te, ma tu cosa ti porti da quell’esperienza?

Cosa mi porto dall’esperienza di Amici? Io sono spessissimo in televisione; però andare lì, di fronte ai ragazzi e passare del tempo con loro è un qualcosa che arricchisce il mio bagaglio e che porterò sempre con me. Adesso speriamo di rivederli per la finale, non so cosa hanno in mente gli autori con me. È ancora tutto un pourparler. Stiamo un po’ a vedere, il 27 è vicino.

Anche se ti confido che l’esperienza di Amici è stata una bella stravaccata, perché io ho molti problemi nel muovermi e fare un viaggio da dove sto io, ad Urbania, provincia del pesarese, nell’entroterra, fino a Roma, con 8 ore abbondanti di viaggio è stata veramente una grossa fatica.

  • Ho letto che per avere tua figlia hai sospeso le cure, all’insaputa di tutti, anche della tua compagna, in quanto eri reso sterile dalle medicine che prendevi. Il desiderio di paternità era così forte da sfidare la malattia?

Io avevo tantissima voglia di diventare padre ma purtroppo con tutti i farmaci che prendevo era una cosa che in quel momento non riuscivo a fare. E allora io, si, di punto in bianco ho deciso di sospendere le cure, senza dire niente a nessuno, né ai medici, né alla mia compagna e né ai familiari, esponendomi così ad un avanzamento della patologia; in quanto sospendere così di punto in bianco le terapie, è molto rischioso e i medici mi hanno detto che ho fatto una grossa cazzata. Però il desiderio di diventare padre era talmente forte che se tornassi indietro lo rifarei. Io per sentirmi realizzato volevo Viola, volevo avere un figlio e come ho detto e spiegato, sono io che voglio decidere della mia vita e non che la malattia possa decidere su di me.

  • Non hai paura che la malattia possa essere motivo di sofferenza per tua figlia e di un rapporto tra voi sacrificato dalla non possibilità di fare alcune cose con lei?

Un motivo di sofferenza? Beh, Viola già mi vede che rispetto alla mamma sono un pochino più limitato nel fare le cose con lei. Io spero che specialmente nel periodo scolastico non ne risenta; i bambini sono un po’ cattivelli tra di loro e temo che sicuramente gli amichetti le diranno “tu hai il babbo invalido. Hai il babbo che sta male e quant’altro”. Io però spero di dare e trasmettere il mio essere padre a Viola in altre maniere, sicuramente non ci potrò giocare a pallavolo, a rincorrerla, però dovrò fare forza su altre cose che potrò condurre con lei stando seduto.

  • In questo momento come stai fisicamente?

In questo momento sono molto stanco, ma io credo che questo è un periodo per tutti i malati di sclerosi visto il cambio di stagione e l’arrivo del caldo. Prendendo anche diversi farmaci questi primo caldi debilitano molto e ultimamente ho anche meno forza nelle gambe, cado più del solito. È successo anche quattro giorni fa che sono caduto contro la porta del bagno e mi sono tagliato anche un po’ il labbro. Però ci sta. L’importante è sempre rialzarsi e non decidere di sedersi, perché se decidi di sederti è finita, non ti rialzi più.

  • Potessi esprimere un desiderio, quale sarebbe?

Il desiderio che vorrei esprimere tanto è veder crescere mia figlia, e cercare di godermela più tempo possibile: questo è ciò che spero e desidero fortemente. In questo confido nella ricerca perché, come tu ben sai, ad oggi non c’è ancora una cura a questa patologia ma si lavora con dei farmaci molto buoni sul rallentarla.

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2 thoughts on “Intervista ad Ivan Cottini: “se decidi di sederti è finita, non ti rialzi più”

  1. Non ci sono parole x esprimere la forza e la voglia di vivevere che a Ivan .comimenti per l’intervista siete stati molto delicati .ciao Sabrina

    1. La ringrazio. Era questa la mia intenzione ed Ivan è veramente una persona speciale

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