Intervista al content creator Aleksandro Surma: “vi porto alla scoperta del mio mondo”

Aleksandro Surma

Aleksandro Surma è un ragazzo classe ’99 cresciuto nella provincia di Roma con la passione per i video sin da quando era bambino.

Dopo aver fatto video di ogni genere si stabilizza nell’ambito streaming su Twitch, soprattutto nel 2020 con l’arrivo della quarantena. Il 2022 è un anno di svolta: si allontana dalla piattaforma viola per dedicare tutto a YouTube con un format che gli permette di viaggiare e lavorare contemporaneamente.

  • Ciao Aleksandro, grazie per l’intervista. Come hai intrapreso il percorso da content creator?

Ciao, mi fa super piacere poter raccontare un po’ di me.

Faccio video da quando ho 10 anni; mi è sempre piaciuto, quindi diventare un vero creatore di contenuti per lavoro è stata una conseguenza molto genuina. Non ho avuto difficoltà iniziali ad affrontare il percorso e amo lavorare in questo mondo, abbracciando i lati positivi e i negativi che ne conseguono.

  • Quando hai realizzato che il tuo format poteva funzionare, e quindi, diventare un vero e proprio lavoro?

I primi video in inverno sono stati subito un successo su TikTok, quindi ho iniziato a farne sul cibo regolarmente anche su YouTube. Solo con l’arrivo dell’estate, tuttavia, ho avviato un progetto concreto che è stato apprezzato molto. Ora è tutto in salita, devo continuare a studiare e migliorare per fare sempre meglio.

  • Ti sei ispirato a creator specifici per costruire il tuo canale?

Storicamente prendevo come punti di riferimento gli Youtuber della prima generazione, come Cane Secco, Willwoosh in Italia o Smosh, Ray William Johnson in America. In questo periodo traggo stimoli da qualsiasi tipo di contenuti, ma devo molto a Franchino Er Criminale che ha dato un impatto importante per il mio approccio verso i contenuti.

  • Ti occupi principalmente di food. Come mai hai deciso di focalizzarti su questo settore?

Il food si evolve di continuo, può dare molto spazio alla creatività. Inoltre le tradizioni culinarie cambiano a pochissime ore di viaggio da una città all’altra, quindi è un format che ti permette di scoprire molto, specie se sei curioso come me. Tratto il format senza essere food blogger perché racconto in primis di me e del mio rapporto con il cibo e i viaggi in maniera amatoriale, a differenza dei veri food blogger. Quest’ultimi mettono il cibo come soggetto, mentre io lo uso come mezzo: per me è importante la distinzione.

  • Viaggi parecchio per creare i tuoi contenuti. Quanto lavoro c’è dietro la realizzazione di un video?

C’è molto lavoro. Studiare e informarsi, programmare un viaggio con le spese che ne comporta, capire quanti e quali contenuti fare sul posto, gestire tutto il lato delle registrazioni e montare in contemporanea per avere il lavoro già pronto quando torno a casa. Una volta finito il viaggio, ovviamente, si comincia a pensare al prossimo. Questa è valso almeno per l’estate; ho, infatti, trascorso 3 mesi intensi in tour per l’Italia, ora mi sto concentrando su Roma e Napoli e nel frattempo sto organizzando un tour per l’Europa.

  • La domanda che si faranno sicuramente tutti è: come riesci a mangiare tutto quello che vediamo nei video?

Non lo mangio tutto, molto semplice (risata)!!!

Cerco di essere accompagnato sempre da persone affamate per poter finire tutto senza sprechi. Nelle situazioni solitarie, invece, porto gli avanzi nei posti dove soggiorno per finirli in un secondo momento o, se capita di essere on the road, lascio qualcosa a chi ne ha bisogno.

Fondamentalmente ciò che mostro nei video è quello che mangio e una volta finite le riprese mi fermo. Serve disciplina e concentrazione perché sgarrare può ostacolare le riprese successive e soprattutto la dieta.

  • Dietro ogni creator c’è prima di tutto una persona: che messaggio vuoi trasmettere ai tuoi seguaci?

Serietà e disciplina, come già menzionato. Per quanto sia un lavoro divertente, c’è serietà dietro a tutto ciò che si fa. Al pubblico punto a far arrivare un prodotto godibile e funzionante e dal vivo rimango una persona come le altre. Non è una cosa scontata perché alcuni pensano che viviamo una vita fuori dal comune, la realtà è che abbiamo soltanto un mestiere non convenzionale.

  • Stai facendo molte collaborazioni con altri creator, come nascono? Questo è anche sinonimo della stima e del rispetto che hanno nei tuoi confronti, giusto?

Assolutamente, collaboro in primis con persone che rispetto e che ritengo competenti. Le collaborazioni nascono con un semplice messaggio, si organizza come un’uscita tra amici con la differenza che è un’opportunità lavorativa e produttiva. Ho conosciuto quasi tutti i miei colleghi così ed è il modo migliore per crescere a livello personale e frequentare persone con cui si hanno interessi in comune. L’unico limite è sempre l’intesa personale, non si può essere compatibili con tutti.

  • Che consiglio ti senti di dare a chi vuole intraprendere questo percorso?

A prescindere dai contenuti che si vuole fare bisogna studiare. Chiunque può fare l’influencer o il content creator, come chiunque può diventare medico, avvocato o ingegnere, ma soltanto studiando e investendo bene il proprio tempo, niente viene per caso.

Il vantaggio dei social è che non hanno regole rigide, lo svantaggio, invece, è che sono molto altalenanti e spesso non dipendono interamente da te. Per sintetizzare, è importantissimo capire cosa si sta facendo ed essere responsabili verso il proprio percorso, indipendentemente da quale esso sia.

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