Intervista all’egittologo Moustafa Gadalla: “Iside, il principio divino femminile”

“Lo sai che molte feste e simboli cristiani provengono proprio dalla terra dei faraoni?
Che Iside che allatta il suo bambino è diventata poi la Madonna con Gesù?
Che Santa Claus con la slitta e le sue renne ha le sue origini nell’anima di un santo (egiziano) che vola verso un tempio con tanto di gazzelle, mentre la gente lascia offerte di cibo e bevande proprio sotto un albero in prossimità del tempio?”
Ho avuto occasione di leggere il libro dell’egittologo Moustafa Gadalla ” Iside – La divinità femminile” e successivamente fargli un’intervista. Il libro consente di conoscere in maniera più approfondita la storia egizia, nello specifico analizzando il ruolo di Iside, grazie ad uno studioso d’eccellenza e fondatore e presidente della TRF (Tehuti Research Foundation).
- La ringrazio tantissimo per questa intervista. Inizio con il chiederle se un amore così viscerale per l’Egitto nasce solamente dall’esserci nato oppure racchiude qualcosa di più?
Grazie per avermelo chiesto. Il mio innato amore per l’Egitto non ha nulla a che fare con la sua posizione nella storia del mondo. È piuttosto equivalente a quello di un bambino che ama sua madre. Un tale amore non è collegato allo status o alla statura della madre.
È semplicemente accaduto che, attraverso un lungo viaggio di ricerca, ho compreso la grandezza del suo popolo, ovvero degli antichi Egizi e dell’odierna maggioranza silenziosa.
- Cosa l’ha spinta, dopo essersi laureato in ingegneria civile, a dedicare una gran parte della sua vita alla storia e civiltà egiziana?
Fu nel 1990 circa che cominciai a riconoscere la terribile verità sugli egittologi. E la cosa più incredibile e deludente è che furono gli egittologi occidentali, avendo scelto l’“egittologia” per fare carriera, a disprezzare maggiormente l’Antico Egitto e il suo popolo. Consideriamo l’egittologo britannico Alan Gardiner, che alla fine del suo libro “La civiltà egizia”, si è lamentato degli antichi Egizi in una delle sue solite frecciatine, affermando:
«Quello che viene pubblicizzato con orgoglio come storia egizia non è altro che una raccolta di stracci e cenci.»
Un giorno due domande aleggiarono su di me: «Se non tu, chi?» e «Se non ora, quando?». Allora mi divenne chiaro lo scopo di farlo io, qui e ora.
- Ha mai avuto intenzione di allargare i suoi studi anche ad altre civiltà?
(Risponde con un enorme sorriso) Sono pienamente consapevole della storia di altre regioni del mondo…
- Il suo ultimo libro è Iside – La divinità femminile. Da dove nasce la necessità di narrare di Iside/Auset?
Iside rappresenta l’amore più innato. La mia serie di libri non sarebbe mai stata completa senza scrivere di Iside. Era anche importante che un nativo egiziano scrivesse e rendesse omaggio a lei come principio divino femminile!
- Leggendo il libro ho notato una differenza con le altre credenze: Iside, divinità femminile, ha un ruolo fondamentale, rappresentando “il principio di legittimità, in quanto principio femminile basato sulla donna” mentre nelle altre religioni è soprattutto l’entità maschile a ricoprire un ruolo chiave. Si ritrova in questa mia affermazione?
Assolutamente sì!
- Nel libro scrive che la parola “famiglia” è etimologicamente centrata sulla donna, non solo nella lingua egiziana, ma anche in quella inglese e in tutte le lingue del mondo. Mi spiega meglio ciò?
In inglese per esempio, la parola “family”, cioè famiglia, deriva da “female”, cioè femmina. La femmina è il cuore della famiglia.
- In che senso il ciclo Osiride/Iside/Horus è un’allegoria? E perché pensa che il cristianesimo abbia mutilato tali allegorie?
È un’allegoria perché non si tratta di storia. Hai mai letto un libro o guardato un film che ti ha colpito per tutti i messaggi nascosti al suo interno? Ecco, è la stessa cosa.
Per quanto riguarda il cristianesimo e le allegorie egiziane, il discorso è molto lungo e complesso. Parlarne è estremamente interessante, ma per non appesantire la nostra discussione, suggerisco di leggere il mio libro “Le radici del cristianesimo nell’Antico Egitto” di prossima pubblicazione anche in Italia.
- Il concetto del gatto che noi europei sosteniamo abbia nove vite proviene dal culto egiziano?
Nella Litania di Ra, egli viene descritto come Quello del gatto e Il grande gatto. I nove regni dell’universo si manifestano nel gatto, perché secondo il Grande Enneade, cioè nove volte l’unità, essi possiedono lo stesso antico termine egiziano “b.st”. Questa relazione si è fatta strada nella cultura occidentale, dove si dice che “il gatto ha nove vite”.
- Scrive che nel Sud Italia erano presenti templi dedicati ad Iside. Dove si trovavano precisamente e rimangono dei resti?
Sono sicurissimo che esistano rovine di templi e di numerosi santuari. Proprio come la maggioranza silenziosa degli egiziani camuffò le antiche tradizioni con una facciata islamica, così gli italiani devono aver fatto con quella cattolica!
A questo proposito, sono disposto ad approfondire l’argomento con un esperto italiano.
- Mi può spiegare maggiormente la tradizione della festa di Elche?
La tradizione “storica” associata alla festa di Elche è molto interessante. Si dice che nel maggio del 1266 o, come altri sostengono, nel dicembre del 1370, sulla costa della Spagna giunse alla deriva un’arca. Il suo nome era “per Elche”, e conteneva un’immagine della Vergine Maria insieme con le parole, la musica e il cerimoniale di un dramma liturgico.
Il mistero di Elche inizia con l’ingresso della Beata Vergine accompagnata, in modo ben visibile e durante tutto il Mistero e Processione, dalle “Due Marie” vestite come lei di pizzo bianco. Le Due Amate (Marie) sono le sorelle gemelle dell’Antico Egitto, Iside e Nefti. Nelle antiche tradizioni egizie, queste due sorelle rappresentano gli angeli custodi di ogni individuo.
Sulla sponda opposta del Mar Mediterraneo rispetto all’Egitto, ogni anno alla vigilia del 15 agosto, nella cattedrale di Elche viene rappresentato un dramma musicale sacro. Si tratta di un “mistero” sulla morte e Assunzione della Vergine Maria, che utilizza le stesse parole, la stessa musica e le stesse caratteristiche a partire come minimo dal XV secolo. L’antica città di Elche si trova nel cuore della gente conosciuta come Moreschi – un altro nome per indicare i gitani (egiziani). La solenne processione si svolge il 15 agosto. Esiste un consenso generale sul fatto che né la processione né la rappresentazione dei misteri siano dei semplici spettacoli religiosi, e che risalgono a prima del cristianesimo.
Il 15 agosto è festa nazionale sia nella penisola iberica che in molti altri Paesi, che commemorano l’Ascensione della Vergine Maria al cielo dopo la sua morte. Nello stesso giorno, nel Mar Mediterraneo, in Egitto, gli Egiziani commemorano sin dai tempi antichi una festa chiamata la sposa del Nilo.
- Mi ha affascinata la storia dell’Albero della vita con dentro il corpo di Iside. Può raccontarla ai lettori?
Quando Osiride tornò dalla sua missione, venne accolto con una festa reale. Fu però ingannato dal malvagio Seth e dai suoi complici, che lo fecero distendere in una bara improvvisata. Il malefico gruppo rapidamente la chiuse, la sigillò e la gettò nel Nilo. Seth divenne il nuovo faraone, mentre la bara contenente il corpo senza vita di Osiride fluiva nel Mar Mediterraneo.
La storia continua con il racconto della bara di Osiride trasportata dalle onde fino al litorale di una terra straniera. Un albero nacque e le crebbe intorno, inglobando nel suo tronco il corpo di Osiride. L’albero diventò grande, bello e profumato.
La notizia del magnifico albero giunse al re di questa terra straniera, il quale ordinò di tagliarlo e di consegnargliene il tronco. Egli lo utilizzò come colonna della sua casa senza sapere il grande segreto che custodiva.
Questo è un riferimento all’Albero della vita, e a tutto ciò che esso implica. È anche un riferimento allo zed (o djed), il pilastro di Osiride.
Nel cristianesimo è diventato l’albero di Natale.
- Iside quindi è la vergine Maria del cristianesimo? E, per concludere, possiamo dire che il culto egiziano ha ispirato la religione cristiana?
Assolutamente! Lo spiego in modo chiaro nei miei libri “Iside – La divinità femminile” e “Le radici del cristianesimo nell’Antico Egitto”.
- Curiosità: lei è religioso?
Sì, ma nel senso originale della parola “religione”, non nella sua attuale connotazione corrotta. La parola latina RELIGIO, che è la radice del termine “religione”, significa unire o legare insieme.
Biografia
Moustafa Gadalla è nato in Egitto nel 1944. Dopo la laurea in Ingegneria Civile presso l’Università del Cairo si trasferisce negli Stati Uniti. Oggi è un egittologo indipendente, autore di 22 libri sui vari aspetti della storia e della civiltà dell’Antico Egitto e sulla loro influenza in tutto il mondo. È fondatore e presidente sia della Tehuti Research Foundation che dell’università telematica Egyptian Mystical University (www.
Non sapevo che ci fossero così tanti riferimenti alla civiltà egizia nella nostra cultura.
Mi sa che non si studiano e non li conosciamo “grazie” al paziente lavoro di rimozione svolto nei millenni dalla Chiesa, che ne uscirebbe molto ridimensionata se tutto il suo impianto teorico fosse derivato da altre culture.
Non conoscevo neanche Moustafa Gadalla, grazie per la presentazione!
🙂
Mi fa piacere che ha trovato l’intervista di suo interesse. È sempre positivo l’accrescimento delle proprie conoscenze☺️