Intervista allo stilista Noèll Maggini. La sua nuova collezione, HUMAN, presentata durante il Pitti Uomo.

È stata appena presentata, durante il Pitti Uomo, nella splendida cornice dell’Hotel Albani di Firenze, la nuova collezione dello stilista Noèll Maggini, HUMAN.

Multiculturalità, colori e richiami al mondo arabo, mediorientale ed europeo il concept dominante della collezione.

Lo stilista, nato e cresciuto in una famiglia di giostrai sinti, traendo ispirazione dalle sue radici, ha creato una collezione in grado di unire culture, costumi e mode differenti, grazie anche all’incontro con Antonietta Tuccillo e Silvia Serra.

  • Qual è il concept di questa nuova collezione?

Il concept è la multiculturalità.

Ho fatto un giro emozionale, in questi anni, per ogni collezione. L’ultima, prima di questa, NHGipsy, è stata un viaggio nella mia cultura e nelle mie radici che mi ha fatto pensare molto.

In questo ultimo anno ho iniziato a fare l’attivista per i diritti del mio popolo, contro la discriminazione, con il movimento politico Kethane e ho capito quanto, a volte, la diversità e le persone che vengono discriminate siano veramente forti, con un carattere molto più colorito. Questo mi ha fatto giungere alla conclusione che una persona che vive delle difficoltà arriva ad essere più bella. Ho cercato di trasformare questo concetto in moda e quindi prendere alcune linee, che sono scontate per le persone e messe da parte, e mischiarle all’alta moda. Sono arrivato ad un insieme di culture e costumi, che vanno al di là della semplice moda per portare un concetto nuovo.

  • Quali sono i colori e i tessuti dominanti?

Essendo una collezione che si basa sulla multiculturalità i colori e le fantasie sono molti. Vi è un inverno diverso, più dinamico, fresco e libero. I bestseller dei colori sono il nero, il blu, il rosa, l’arancio e il verde mentre i tessuti sono damascati e broccati. C’è molto velluto.

  • Come nasce la collaborazione con Antonietta Tuccillo e Silvia Serra?

La conoscenza di Antonietta Tuccillo, designer di abiti all’uncinetto, è nata per caso. Penso che il destino voglia questi incontri. Antonietta è una designer che non si credeva designer nonostante creasse delle cose bellissime. Ho cercato di farle notare la sua capacità, di valorizzarla e di mixare la mia moda alla sua.

Silvia è una grandissima professionista, da un bel po’ in questo settore. Mi ha scritto grazie ad una conoscenza in comune e mi ha chiesto di creare dei modelli insieme. Mi ha detto “sono stanca di fare cose banali e tu sei una persona molto al di fuori dal comune a livello stilistico, e mi piacerebbe lavorare con te”.

  • Ci sono artisti ai quali ti ispiri o che apprezzi per la loro arte?

Sono molti, ogni volta che creo un abito cerco sempre di entrare nella psicologia di qualcuno, lasciandomi ispirare dai movimenti, dall’estro, dall’idea di alcuni artisti ma alla fine torno sempre sulle persone “normali”. Quello che mi colpisce è che ogni giorno, grazie a questo lavoro, ho la possibilità di conoscere persone con storie nuove che mi ispirano. Penso che gli artisti veri siano le persone “normali”.

  • Hai riscontrato delle difficoltà nel momento in cui hai deciso di avvicinarti al mondo della moda?

Assolutamente. Questo è un lavoro molto difficile. Mia sorella dice sempre “secondo me c’è il dottore, come lavoro difficile e poi c’è lo stilista”.  È un lavoro a contatto con molte persone, idee, con delle regole labili. È molto difficile per una persona emotiva come me. Il mondo della moda è stato spietato a volte. Ma la moda è un qualcosa che amo potentemente, è parte di me ed è quello che mi fa vivere.

  • Che consiglio ti senti di dare a chi vuole avvicinarsi a questo mondo?

Mettercela tutta e rimanere sé stessi.

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