Juve, c’è poco da stare Allegri

Venerdì scorso, la Juve ha annunciato la separazione dal proprio allenatore Max Allegri. Una scelta sicuramente coraggiosa e sofferta, visti i cinque scudetti consecutivi vinti insieme (https://www.differentmagazine.it/la-festa-scudetto-della-juve-e-il-perfetto-funerale-di-questa-serie-a/). Una decisione che, però, è stata praticamente forzata.

Questo perché i bianconeri si trovano ormai in una situazione tanto anomala quanto delicata da gestire. Da anni vincono facilmente il campionato di Serie A, senza avere sostanzialmente rivali credibili. Ma il loro grande obiettivo, la Champions League, ancora tarda ad arrivare. Tanto che sembra diventata una vera e propria ossessione (https://www.differentmagazine.it/juventus-ajax-1-2-la-grande-disfatta-bianconera/).

Per questo, nonostante il ciclo di vittorie si sia prolungato enormemente, la società juventina non può permettersi di rifondare. Altrimenti, rischierebbe di chiudere questa incredibile epopea senza il titolo più ambito.

È dunque da un paio di stagioni che la Juve si preoccupa con grande cura di fornire gli adeguati e necessari stimoli ai propri giocatori, evitando così che essi possano sentirsi arrivati o sazi. E, per farlo, è costretta ormai a trovare strategie motivazionali sempre più estreme.

In tal senso, l’anno scorso i bianconeri sono andati a prendere addirittura Cristiano Ronaldo, il più forte giocatore al mondo. E quest’anno, non avendo evidentemente in programma un colpo di mercato del genere, hanno deciso di cambiare l’allenatore.

Non a caso Allegri, sapendo benissimo i piani della società, aveva chiesto negli ultimi tempi una rivoluzione radicale della rosa, sperando che i propri dirigenti avrebbero alla fine preferito rimotivare in questo modo la squadra. Ma, legittimamente, la Juventus ha ritenuto che la strada più semplice fosse quella di sostituire il manico, piuttosto che l’intero reparto tecnico. Vista anche la qualità ormai raggiunta in quell’ambito.

Eppure, non è detto che questa fosse la scelta più corretta a questo punto. Infatti, non è così semplice sostituire un allenatore come Allegri. Che, nonostante le recenti critiche mossegli dall’ambiente juventino, ha dimostrato ampiamente di essere uno dei migliori al mondo in questi ultimi anni. Soprattutto nello gestire una squadra piena di campioni e prime donne come è ormai quella bianconera.

E se allora fosse stato meglio fare una mezza rivoluzione come aveva suggerito Allegri? Se in realtà la strada più impervia e tortuosa fosse stata quella giusta da prendere? Difficile dirlo con certezza ora. Ma sicuramente possiamo passare al setaccio gli attuali candidati per la panchina bianconera. Per capire quali potrebbero fornire, in concreto, la garanzia di proseguire positivamente il progetto della Juventus. E di non far rimpiangere Allegri.

Simone Inzaghi

Il nome più gettonato per i media, in questo momento, è quello di Simone Inzaghi. Fresco reduce dalla vittoria della Coppa Italia con la Lazio, Simoncino sembra godere di grande stima da parte di Paratici, il ds della Juve.

Ed in effetti il suo profilo è stato accostato più volte nel corso degli ultimi anni ai bianconeri, che potrebbero continuare con lui la strada intrapresa fino ad ora, in cui la società conta molto di più del tecnico di turno. Anche perché difficilmente Inzaghi potrebbe avanzare pretese nei confronti dei campioni d’Italia, qualora venisse chiamato in causa.

Il problema però è che, con tutto il rispetto per Simoncino, si fa fatica a vederlo come un miglioramento rispetto ad Allegri. Più che l’aspetto tattico, dive comunque lui eccelle, quello che preoccupa è ovviamente la mancanza di esperienza internazionale. Fattore impossibile da sottovalutare per un club il cui unico obiettivo dichiarato è appunto quello di vincere la prossima Champions League.

Sarri

Maurizio Sarri è sicuramente il nome più intrigante tra quelli in lizza per la panchina juventina. Infatti, il suo ingaggio vorrebbe dire un cambio di rotta importante rispetto al modo di fare calcio di Allegri.

Mentre Max preferisce impostare la squadra nella maniera più semplice possibile, cercando però di valorizzare al massimo il talento dei singoli, Sarri mette sempre il gioco al primo posto, adattando ogni volta i giocatori al proprio sistema tattico.

Ciò lo rende particolarmente adatto a dare una forte scossa all’ambiente bianconero, da anni insoddisfatto della propria squadra dal punto di vista estetico. Ma lo configura anche come un’autentica incognita riguardo alle sue capacità di venire incontro ai tanti campioni della rosa juventina. Aspetto spesso necessario se si vuole ottenere risultati importanti allenando dei calciatori così affermati.

Mihajlovic

Quando si parla di Sinisa Mihajlovic, lo si deve fare sempre con il massimo rispetto. Questo non solo perché è stato un calciatore importantissimo. Ma anche perché lui è veramente una persona di un certo spessore umano e con una forte personalità.

Il problema è che il carisma da solo non è sufficiente per allenare un club del livello della Juventus. Servono pure competenze tattiche ed esperienza accumulata negli anni sulle panchine delle grandi piazze europee. Qualità che purtroppo Sinisa non sembra ancora aver sviluppato pienamente. Non è possibile perciò considerarlo il profilo ideale per l’attuale progetto bianconero.

Conte

Antonio Conte ha dimostrato negli anni di essere un grandissimo allenatore. Lo dice la sua storia, visti i trofei vinti e come li ha vinti. Ovunque è andato, ha fatto bene. Anche dove inizialmente sembrava potesse fare fatica.

La sua, per la Juventus, sarebbe quindi una scelta di sicuro affidamento. Considerando pure la sua accurata conoscenza dell’ambiente bianconero. Maturata prima da giocatore e poi proprio da tecnico.

Ma, lasciando stare per un attimo i rapporti con la dirigenza juventina, che non sappiamo come siano attualmente dopo la sua prima esperienza da allenatore a Torino, la sua candidatura ci fa sorgere comunque un grosso dubbio. Possibile che la Juve voglia provare a rilanciarsi nella corsa alla Champions League prendendo un tecnico che ha chiaramente il proprio punto di forza nella vittoria dei campionati nazionali?

In effetti, rispetto ad Allegri, i suoi risultati europei sono quasi imbarazzanti. Anche con la stessa Juventus. Forse, è proprio per questo che Antonio sembra destinato ormai all’Inter. Nonostante il suo forte desiderio, espresso in più occasioni, di tornare finalmente in bianconero.

Jardim e Sousa

Jardim e Paulo Sousa sono due ottimi tecnici. Capaci tatticamente, bravissimi con i giovani, con un grande passato alle spalle. Sono anche due portoghesi, quindi vicini a CR7 in qualche modo.

Ma la loro ultima stagione è stata disastrosa. Uno con il Monaco, l’altro con il Bordeaux, entrambi hanno fatto davvero fatica in Ligue 1 quest’anno. È dura perciò pensare che la Juve decida di affidarsi ad uno dei due, scegliendo di provare a rilanciarli sulla propria pelle. Quindi, ci sentiamo sinceramente di scartarli a priori per la corsa alla panchina juventina.

Pochettino, Guardiola e Klopp

Questi tre sono invece i nomi più importanti accostati alla panchina della Juve negli ultimi giorni. Ognuno di loro rappresenterebbe un salto di qualità rispetto ad Allegri, almeno sulla carta.

Ma purtroppo sembrano tutti e tre inarrivabili per i bianconeri. Forse, quello più fattibile in questo momento è Pochettino. Toccherà comunque aspettare la finale di Champions per saperlo. Vorrà la Juventus spingersi così in là per la scelta del nuovo allenatore?

Deschamps

Didier Deschamps sembrerebbe essere davvero il profilo ideale per la panchina bianconera. Molto pragmatico, fortemente legato alla storia della Juve, reduce dalla vittoria del Mondiale con la Francia.

Il suo curriculum e le sue caratteristiche parlano per lui quindi. Eppure, è da un po’ che non allena un club. E, prima dell’esperienza da ct francese, si fa fatica a dire che avesse dimostrato di più di Allegri in carriera.

In più, va detto che ultimamente le sue quotazioni appaiono in ribasso. Anche perché Didier siede attualmente sulla panchina della Nazionale più forte al mondo. Non possiamo francamente biasimarlo se scegliesse di continuare sulla strada ormai intrapresa.

Conclusione

Insomma, non è semplice capire ad oggi chi sarà il nuovo tecnico bianconero. Né quale parametro o aspetto alla fine prevarrà nella scelta della dirigenza juventina.

Una cosa però ci appare già chiara, visti i nomi fatti e le relative possibilità di approdare sulla panchina della Juventus. Tranne in caso di clamorosi colpi di scena, sarà davvero complicato non far rimpiangere Allegri.

Leonardo Gilenardi

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