La Casa Internazionale delle Donne: la “Chiamata alle arti” contro lo sfratto

Una battaglia colta, gentile e buona che si sta combattendo negli ultimi giorni a Roma. Una battaglia per salvare dallo sfratto la Casa Internazionale delle Donne, simbolo del femminismo e delle associazioni. Una battaglia in cui le donne dello spettacolo nostrano stanno portando in scena le loro arti.

Paola Turci, Fiorella Mannoia, Paola Cortellesi, Jasmine Trinca, Anna Foglietta, Sonia Bergamasco, Tosca sono solo alcune delle donne dello spettacolo che hanno risposto “sì” alla “Chiamata alle arti”. L’obiettivo comune è quello di salvare dallo sfratto la Casa Internazionale delle Donne, storico punto di riferimento e di accoglienza, simbolo del femminismo romano. Attraverso lo slogan #lacasasiamotutte, la Casa ha deciso di tirare fuori dalla tasca il jolly vincente, decidendo di puntare sulla cultura e sulle arti per arginare la possibile chiusura della sede, per gridare ancora una volta a gran voce che questo luogo è, e continuerà ad essere, un centro propulsore della cultura e delle azioni delle donne, continuando a lanciare il suo messaggio di libertà e autodeterminazione.

Il suggestivo cortile del Buon Pastore, in zona Trastevere a Roma, sarà per due mesi il perno centrale degli eventi estivi del calendario Chiamata alle arti, messo in piedi appositamente per salvare la Casa. Incontri, spettacoli, proiezioni, cartoon, concerti si susseguiranno con l’obiettivo di sostenere e finanziare la resistenza della Casa Internazionale delle Donne, insieme a quello di approfondire temi sociali cari a questo importante luogo. Il programma è in continuo aggiornamento sul sito casainternazioneledelledonne.org, dove sarà possibile partecipare contribuendo a salvare il centro simbolo.

La Casa Internazionale delle Donne: cenni storici

Il complesso monumentale Buon Pastore ha una lunga storia, fin dal ‘600 è stato adibito a reclusorio femminile, dove giovani ragazze venivano torturate. Proprio qui, nel complesso a Trastevere, è situata la Casa delle Internazionale delle Donne, destinata nel 1983 a finalità sociali, rivolte particolarmente alla cittadinanza femminile. Dopo lo sfratto avvenuto nel 1887, finalmente nel 1992 il Progetto Casa Internazionale delle Donne è elencato tra le opere di Roma Capitale e approvato dal Comune stesso. E’ da quella data che la Casa divenne l’organismo autonomo preposto a valorizzare la politica delle donne, offrire servizi e consulenze. Una struttura rassicurante e aperta che guarda al territorio e al mondo esterno con occhio vigile e accogliente, promuovendo la politica di genere, i diritti, la cultura e i saperi in favore delle donne.

Tantissimi i temi discussi all’interno della struttura, tra questi resta prioritario quello legato all’autodeterminazione e alle scelte libere sulla salute riproduttiva. Tuttavia, il costante impegno politico, in ascolto delle nuove istanze della società, si è ampliato ad altri ambiti. Tra questi ricordiamo il contrasto al sessismo e al razzismo, istituzionale e popolare; l’accoglienza e il sostegno alle donne in difficoltà e/o vittime di violenza; la legalità, contro le mafie e la criminalità organizzata; la giustizia ambientale, in relazione con i nuovi movimenti; una nuova visione della città e dell’organizzazione urbana; la cooperazione internazionale; l’attenzione e il sostegno alla produzione artistica femminile, dalle registe, alle scrittrici, alle pittrici. E altro ancora. Un centro che dev’essere salvaguardato da tutti, affinché continui il lavoro prezioso svolto in questi anni.

Isabella Insolia

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