“Mistero a Saint – Tropez”di Nicolas Benamou: recensione del film

Mistero a Saint – Tropez

Dal 30 giugno esce al cinema “Mistero a Saint – Tropez” del regista Nicolas Benamou, distribuito da I Wonder Pictures.

La commedia, con attori protagonisti Benoît Poelvoorde, Christian Clavier, Gérard Depardieu e Rossy De Palma, è ambientata nella Francia degli anni 70 e ci presenta personaggi estremamente stereotipati, quasi “macchiette” nei tratti.

Scopriamo l’uomo ricco, il gay, l’amico traditore, il liberale, la donna ingannevole, l’attrice eccentrica.

Mistero a Saint – Tropez
Mistero a Saint – Tropez

La storia, fatta di equivoci e piccoli segreti, racconta le vacanze estive della coppia composta dal miliardario Croissant e dalla moglie Eliana in Costa Azzurra. L’avvicendarsi di un party fa arrivare nella villa tutto il jet – set dell’epoca e questo nonostante qualcuno stia cercando di minacciare Eliana, tra tentativi di omicidio e lettere colme di calunnia.

Jacques Chirac, amico del miliardario, chiede alla polizia parigina di risolvere il caso ma sfortuna vuole che l’unico poliziotto disponibile sia il Commissario Botta, dai metodi poco ortodossi e totalmente goffo e disattento.

Riuscirà nel suo arduo compito?

Mistero a Saint – Tropez
Mistero a Saint – Tropez

Mistero a Saint – Tropez si presenta come una commedia leggera e divertente ma sicuramente non adatta a un pubblico cinematografico.

La storia, dalla durata di un’ora e mezza, scorre placida: è un film tipicamente da “serata estiva”.

Mistero a Saint – Tropez
Mistero a Saint – Tropez

Le gag si alternano agli impacciati tentativi del commissario di scoprire la verità, dietro la patinatura di una società totalmente apparente in cui nulla è davvero serio e grave.

Il cast, nonostante sia composto da attori apprezzati non solo in Francia, a causa di una sceneggiatura poco incisiva e di una regia quasi inesistente, non riesce a far elevare il film dal suo ruolo di “passatempo”.

La narrazione rimane troppo in superficie e dopo un’iniziale interesse si trasforma in visione inerme di un lungometraggio senza molte pretese.

Il film, pur volendo nelle intenzioni restituire il gusto nostalgico del cinema anni ’70, rimane una sua copia sbiadita: i giochi gestuali, le gag e le battute avrebbero dovuto essere sostenute da una regia serrata e originale.

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