“Notre Dame de Paris”: recensione dell’opera che festeggia 20 anni in Italia

Notre Dame de Paris

Notre Dame de Paris

È una storia che ha per luogo Parigi nell’anno del Signore

Millequattrocentottantadue

Storia d’amore e di passione

E noi gli artisti senza nome

Della scultura e della rima

La faremo rivivere

Da oggi all’avvenire

Dal 12 al 22 Maggio il palcoscenico del Palazzo dello Sport di Roma ha ospitato “Notre Dame de Paris”.

Lo spettacolo musicale, scritto da Luc Plamondon con le musiche di Riccardo Cocciante, vanta la regia di Gilles Maheu e i testi riadattati in lingua italiana di Pasquale Panella.

L’opera, tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, debutta a Parigi per la prima volta nel 1998. Il grande successo spinge gli autori ad esportarlo in tutto il mondo, raggiungendo più di 15 milioni di spettatori con oltre 5000 repliche rappresentate.

In Italia nel 2022 festeggia il ventennale dalla prima tournée.

Il pubblico può ammirare la drammatica storia di un amore, quello tra Esmeralda e Quasimodo, vissuto le mura funeste di Notre Dame, cattedrale di segreti e misfatti.

La “Corte dei Miracoli”, il quartiere generale degli zingari, rappresenta, al contrario, un luogo “altro”, un centro nevralgico di magia e misteri ma anche di amicizie e alleanze.

Gli interpreti originali ritornano sul palcoscenico italiano, rivestendo i ruoli che li hanno resi famosi: Lola Ponce nei panni di Esmeralda, Giò Di Tonno in Quasimodo, Vittorio Matteucci in Frollo, Leonardo Di Minno in Clopin, Matteo Setti in Gringoire, Graziano Galatone in Febo e Tania Tuccinardi in Fiordaliso. A loro subentrano sporadicamente Claudia D’Ottavi, Marco Guerzoni, Lorenzo Campani, Riccardo Maccaferri, Christian Mini e Ilaria Mongiovì.

Il tour è prodotto da Clemente Zard con la collaborazione di Enzo Product Ltd e la distribuzione di Vivo Concerti. L’opera si avvale delle coreografie di Martino Muller, le scenografie di Christian Ratz, le luci di Alain Lortie, i costumi di Fred Sathal e l’aiuto regia di Wayne Fowkes.

Uno spettacolo miliare, una storia sempre attuale.

La contemporaneità della narrazione è l’elemento che forse più di tutti rende così tanto amato Notre Dame de Paris. L’immigrazione e l’emarginazione femminile, infatti, conducono ancora oggi a destini tragici.

I clandestini giunti a Parigi in cerca di accoglienza e scacciati via, guardati con disprezzo, non ricordano i tanti immigrati che affollano le strade in cerca di un futuro?

La zingara Esmeralda in grado di attrarre con la sua bellezza gli uomini più disparati, tra cui il Monsignor Frollo, arcidiacono della cattedrale di Notre – Dame, non ricorda forse quel destino spesso ineluttabile di molte donne che per bramosia si ritrovano vittime di uomini bestiali?

E la storia di Quasimodo, dall’aspetto quasi brutale, non è forse testimonianza di una società che trova nel bell’aspetto affermazione di bontà e amore?

Le musiche di Riccardo Cocciante riescono a restituire il pathos di una storia ineluttabile e tragica. Il corpo di ballo è tra gli elementi più coinvolgenti dello spettacolo. Acrobati e danzatori con la loro energia e maestria emozionano e fanno riflettere mentre la narrazione giunge alla sua funesta fine.

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