Quale futuro per i millennials?

Guido Maria Brera è un nome che ai più non dirà poi molto, mentre qualche appassionato di gossip lo conoscerà come il ricco marito di Caterina Balivo.

Ho sentito il suo nome pronunciato en passant durante una lezione sul diritto dei mercati finanziari, essendo lui uno dei più affermati uomini della finanza, fondatore della società di gestione del risparmio più grande in Italia, Kairos.

Aldilà della sua biografia piuttosto avvincente, ho sempre trovato il suo modo di divulgare i segreti più oscuri della finanza di utilità sottovalutata per tutti noi non addetti ai lavori.

Illuminante è l’analisi che svolge sulla situazione dei giovani (italiani e non) che attua nel corso di un’intervista con Corrado Augias. Il finanziere romano sostiene che i giovani sono stati vittima di uno scambio politico, in cui i loro diritti e tutele (all’abitazione, all’istruzione, alla salute) sono stati barattati con beni di minore importanza, quali fast fashion, tecnologia a basso costo, ecc.

È drammatico e preoccupante se ci si sofferma. Ci hanno anestetizzato con IPhone e Zara e nel frattempo ci hanno sottratto il diritto a sognare. Sognare il lavoro che si desiderava da bambini, sognare di migliorare la propria posizione sociale. Sognare di creare una famiglia.

Mi chiedo se e quando ci sveglieremo da quest’assuefazione in cui ci hanno gettato, mentre poche oscure figure, tra cui investitori, brokers, colletti bianchi senza scrupoli, continueranno a depredarci senza ritegno e freni.

Brera è uno di tali soggetti, ormai redento, che professa la necessità di una finanza che investa nell’economia reale, nelle imprese che creino valore per la società; non in quella finanza puramente speculativa che, spostando grandi masse di denaro e sfruttando l’inconsapevolezza dei piccoli risparmiatori, sta creando un divario insanabile tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, spazzando del tutto via la classe media.

Meditiamo, ragazzi, meditiamo.

Annarita Lardaro