Recensione del film “C’era una volta a… Hollywood” di Quentin Tarantino: il regista non delude nemmeno quando fa il sentimentale.

C’era una volta a… Hollywood

Regia Quentin Tarantino
Sceneggiatura Quentin Tarantino
Produttore Quentin Tarantino, David Heyman, Shannon McIntosh
Produttore esecutivo Georgia Kacandes, Yu Dong, Jeffrey Chan
Casa di produzione Heyday Films
Distribuzione in italiano Sony Pictures Entertainment
Fotografia Robert Richardson
Montaggio Fred Raskin
Effetti speciali John Dykstra
Scenografia Barbara Ling
Costumi Arianne Phillips
Interpreti e personaggi
  • Leonardo DiCaprio: Rick Dalton
  • Brad Pitt: Cliff Booth
  • Margot Robbie: Sharon Tate
  • Emile Hirsch: Jay Sebring
  • Margaret Qualley: Pussycat
  • Timothy Olyphant: James Stacy
  • Julia Butters: Trudi Fraser
  • Austin Butler: Charles “Tex” Watson
  • Dakota Fanning: Lynette “Squeaky” Fromme
  • Bruce Dern: George Spahn
  • Mike Moh: Bruce Lee
  • Luke Perry: Wayne Maunder
  • Damian Lewis: Steve McQueen
  • Al Pacino: Marvin Schwarz
  • Nicholas Hammond: Sam Wanamaker
  • Samantha Robinson: Abigail Folger
  • Rafał Zawierucha: Roman Polański
  • Lorenza Izzo: Francesca Capucci
  • Costa Ronin: Wojciech Frykowski
  • Damon Herriman: Charles Manson
  • Lena Dunham: Catherine “Gypsy” Share
  • Madisen Beaty: Patricia “Katie” Krenwinkel
  • Mikey Madison: Susan “Sadie” Atkins
  • James Landry Hébert: Steve “Clem” Grogan
  • Maya Hawke: Linda Kasabian
  • Victoria Pedretti: Leslie “Lulu” Van Houten
  • Scoot McNairy: “Business” Bob Gilbert
  • Clifton Collins Jr.: Ernesto il messicano
  • Dreama Walker: Connie Stevens
  • Rachel Redleaf: Cass Elliot
  • Rebecca Rittenhouse: Michelle Phillips
  • Rumer Willis: Joanna Pettet
  • Spencer Garrett: Allen Kincade
  • Clu Gulager: proprietario della “Larry Edmunds Bookshop”
  • Rebecca Gayheart: Billie Booth
  • Kurt Russell: Randy / narratore
  • Zoë Bell: Janet
  • Michael Madsen: sceriffo Hackett

Ci sediamo in sala al cinema e guardiamo uno stralcio della vita di Rick Dalton (Leonardo di Caprio) e della sua fedele controfigura Cliff Booth (Brad Pitt) mentre cercano di girare scene di film o di “serie” western in America e in Italia per mantenere vivo il loro sogno: rimanere sulla cresta dell’onda del successo il maggior tempo possibile.

Rick è un bravo attore. Quando ci crede anche a lui stesso accadono belle cose. Il segreto della sua carriera è quello di interpretare sempre il ruolo del cattivo, dell’antagonista, dello “stronzo” di turno. Quando non è sul set però è un uomo pieno di debolezze e di insicurezze, di dubbi e di domande che non trovano risposta. Si commuove spesso, si arrabbia con sé stesso quando non recita in modo impeccabile e gli si gonfia il cuore di gioia quando riceve dei complimenti dai colleghi. Rick non dà mai nulla per scontato, in primis il suo successo e la sua popolarità. Si stupisce di essere invitato dalla famosa Sharon Tate (Margot Robbie) a bere un drink. Nonostante sia il suo vicino di casa, nonostante abbia una casa e viva proprio nello stesso quartiere, a pochi metri di distanza dalla famiglia Polanski, il protagonista resta di un’umiltà sorprendente.
Come Rick, anche Sharon, la moglie di Roman (Rafal Zawierucha), chiede imbarazzata al proprietario di un cinema di poter guardare il film in cui ha recitato e, mentre rivive le scene che conosce a memoria, si stupisce e gioisce per le genuine reazioni del pubblico che apprezza il film.

Com’era la vita dei divi di Hollywood negli anni Sessanta? Normale! Parola di Tarantino! I suoi personaggi sono persone normali che vivono vite normali in grandi ville ad Hollywood.

Questa normalità viene turbata da alcuni seguaci della setta di Charles Manson. Giovani hippies, frustrati e un po’ folli decidono di fare una strage nei quartieri ricchi di Los Angeles. La storia ci dice che purtroppo ci sono riusciti nella famosa notte di “Cielo Drive”. Nel film, invece, Rick e Cliff riescono in modo buffo e a tratti inconsapevole a sventare uno di questi attacchi. La crudeltà e la determinazione con cui la violenza messa in atto nella scena finale del film ci ricorda, come fosse una ciliegina glassata di sangue sulla torta del successo, che la romantica storia che stiamo guardando ce la racconta Quentin Tarantino, lui e nessun altro. Alla fine delle quasi 3 ore di film il regista lascia il suo inconfondibile “marchio di fabbrica”.

In “C’era una volta a Hollywood” il regista dà spazio agli attori né troppo conosciuti né sconosciuti, chiede a due Big come Pitt e Di Caprio di interpretarli e a noi spettatori di seguirlo dietro le quinte per scoprire nei camerini o prima del “Ciak si gira!” cosa succede.

Pensavo che l’apice della bellezza di Brad Pitt si fosse raggiunto in “Vi presento Joe Black” ma le mie certezze hanno vacillato, lo ammetto. Un Brad con “basettoni”, capelli “sale-pepe”, rughe sul volto maturo, giacca di jeans, scarpe indios che interpreta “solo” una controfigura che vive una vita semplice e in modo serafico è ugualmente affascinante. Aggiungeteci che il personaggio che interpreta è uno stuntman completamente indifferente alla grandezza e alla fama, et voilà: “Cliff-Brad” ha un’aria di superiorità veramente sexy.

Al di là della bellezza estetica degli attori e della loro indubbia bravura, questo è il film che tutti quelli che amano il cinema e sanno apprezzare l’umanità dei personaggi – con tutte le fragilità e le vulnerabilità del caso – dovrebbero vedere.

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